LSD: la genesi


Protagonista di questa storia è il chimico svizzero Albert Hofmann, il primo uomo a sintetizzare e sperimentare l’LSD.

LA SOCIETĂ€ SANDOZ

Come Hofmann stesso sostiene nel suo libro “LSD il mio bambino difficile“, nel narrare l’origine di una delle sostanze psichedeliche piĂą conosciute e potenti al mondo, è inevitabile soffermarsi brevemente sulla carriera professionale del chimico, in quanto risultò determinante per la sua scoperta.

Era la Primavera del 1929 quando, dopo aver terminato i suoi studi di chimica all’UniversitĂ  di Zurigo, Albert Hofmann venne assunto come assistente del professor Arthur Stoll, fondatore e direttore del dipartimento farmaceutico, entrando a far parte dei laboratori di ricerca chimico-farmaceutica della SocietĂ  Sandoz in Basilea.

L’incarico assegnatogli presso il laboratorio dal professor Stoll consisteva nell’isolare principi attivi delle piante medicinali conosciute, allo scopo di produrne degli esemplari puri; fondamentali per la preparazione farmaceutica di piante medicinali con principi attivi instabili o con proprietà soggette a considerevoli variazioni. Il direttore del dipartimento farmaceutico decise di analizzare piante medicinali di riconosciuto valore, come la digitale (Digitalis), la scilla mediterranea (Scilla maritima) e l’ergot della segale (Secale cornutum).

L’ERGOT

L’ergot (Claviceps purpurea) è un ascomicete del genere Claviceps parassita delle graminacee, tra cui, appunto, la segale. L’ingestione dell’ergot della segale cornuta (segale colpita da Claviceps purpurea), o diprodotti che da essa derivano, provoca deliri allucinatori, febbre e forti dolori alle gambe. Causa, cioè, l’ergotismo, i cui nomi popolari (come mal des ardents, ignis sacer, heiliges Feuer, fuoco di Sant’Antonio) si riferiscono alla forma cancrenosa delmorbo.

Ed è proprio nell’ergot della segale cornuta che è contenuto il componente base dell’LSD: l’acido lisergico.

Gli studi vennero provvisoriamente interrotti nel 1935. Il professor Stoll, però, acconsentì alla richiesta di Hofmann di proseguire le sue ricerche sugli alcaloidi dell’ergot. Ricerche già iniziate nel 1917 e terminate nel 1918 con l’isolamento dell’ergotamina, il primo alcaloide dell’ergot ottenuto in forma pura, che trovò immediato riconoscimento nella terapeutica, nell’ostetricia e come farmaco antiemicrania.

Proprio agli inizi degli anni Trenta si aprì una nuova era nella ricerca della segale cornuta,quando, tramite scissione chimica, W.A. Jacobs e L.C. Craig dell’Istituto Rockefeller di New York riuscirono a isolare e definire la struttura di base comune a tutti gli alcaloidi dell’ergot: l’acido lisergico, che, presto, divenne il fulcro delle ricerche di Hofmann.

LA PRIMA APPARIZIONE

Nel 1938, il chimico,produsse la venticinquesima sostanza di una serie di derivati dell’acido lisergico: la dietilamide dell’acido lisergico(in tedesco Lysergsàurediàthylamid), abbreviato LSD-25 per uso da laboratorio.

La finalità di tale sintesi era l’ottenimento di uno stimolante per la circolazione e la respirazione (un analettico). La struttura chimica dell’LSD-25 presentava infatti una certa somiglianza con l’analettico già conosciuto a quel tempo, la dietilamide dell’acido nicotico. Questa nuova sostanza, però, si dimostrò poco interessante agli occhi dei medici e farmacologi della Sandoz e, quindi, gli studi relativi ad essa vennero presto interrotti.

Le ricerche di Hofmann con l’ergot proseguirono perciò in altre direzioni, incentrate principalmente sull’ergotossina (il materiale di partenza per ottenere l’acido lisergico), ottenendo risultati fruttuosi e aprendo la strada a nuove vie di ricerca.

UN SINGOLARE PRESENTIMENTO

Nel 1943, il chimico, mosso dal singolare presentimento che l’LSD-25 potesse avere caratteristiche diverse da quelle stabilite nelle indagini iniziali, sintetizzò un nuovo campione della sostanza.

Nella fase terminale della produzione, durante la purificazione e la cristallizzazione della dietilamide dell’acido lisergico in forma di tartrato (sale dell’acido tartarico), Hofmann, a causa di insolite sensazioni, fu costretto ad interrompere il lavoro in laboratorio e far ritorno a casa.

Affetto da profonda irrequietezza, dopo essersi sdraiato, sprofondò in uno stato di intossicazione marcato da un’immaginazione particolarmente vivida. In una condizione simile al sogno dove, a occhi chiusi, riusciva “a scorgere un flusso ininterrotto di figure fantastiche, di forme straordinarie che rivelavano intensi giochi caleidoscopici di colore”. Dopo due ore, tale stato svanì. Il decorso di questi sintomi singolari suggerì al chimico una relazione con la sostanza con sui stava lavorando, il tartaro della dietilamide dell’acido lisergico. Ipotizzò che, presumibilmente, nonostante gli scrupolosi protocolli, durante la cristallizzazione, tracce di LSD fossero venute a contatto con la punta delle sue dita, e da lì fossero state assimilate attraverso la pelle.

Infervorato dalla bizzarra esperienza decise di sperimentare la sostanza su sé stesso.

L’AUTOSPERIMENTAZIONE

Il 19 aprile, con la massima cautela, Hofmann iniziò una programmata serie di prove. Partì con l’assunzione per via orale di 0,25 mg della sostanza (dietilamide dell’acido lisergico), ovvero della più piccola quantità che presumeva potesse avere qualche effetto, considerata l’azione nota all’epoca degli alcaloidi dell’ergot. I sintomi della sostanza iniziarono a presentarsi sotto forma di vertigini, angoscia, distorsioni visive, sintomi di paralisi e desiderio di ridere.

Seguito dal suo assistente di laboratorio, Hofmann tornò a casa in bicicletta. Sulla via del ritorno cominciò a sentirsi perseguitato da continue distorsioni che affettavano il suo campo visivo. Miracolosamente raggiuse la sua meta sano e salvo. Le vertigini e la sensazione di svenimento diventarono tanto opprimenti da costringerlo a sdraiarsi su un divano. Vide l’ambiente circostante assumere aspetti terrificanti. Tutti gli oggetti della stanza assunsero le forme più grottesche e sinistre e, come mosse da un’irrequietezza interna, iniziarono a muoversi ed animarsi.

Il chimico, immerso in quell’incubo, si sentì privo di difese. Un demone lo aveva sopraffatto, aveva preso possesso del suo corpo, dei suoi pensieri e della sua anima. La sostanza che aveva voluto sperimentare l’aveva sconfitto. Assalito dal terrore giunse a perdere il senno. Si sentì annegare in un oceano di paura e disperazione. Credette di morire. Poi, lentamente, riemerse da quel modo strano e terrificante, non familiare alla rassicurante realtà quotidiana. L’orrore si placò, cedendo il terreno a una sensazione di felicità e gratitudine. Riapparvero percezioni e pensieri normali che scongiurarono definitivamente il pericolo della pazzia.

Abbandonato ogni timore Hofmann iniziò a gioire dei giochi di colore e forme che, instancabili e senza precedenti, si rivelavano ai suoi occhi chiusi (“Caleidoscopiche, fantastiche immagini si agitavano dentro di me, si alternavano, variopinte, si aprivano e si richiudevano in cerchi e spirali, esplodendo in zampilli colorati. Poi si riorganizzavano, si incrociavano, in continuo mutamento”).

Era ormai sera e, esausto, il chimico, si addormentò.

Pulizia postale: Pianezze Alessandro, Dalla Benetta Marco, Lattuada Tommaso, Majocchi Martino.

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