RECENSIONE DELLA COMMEDIA “CECÈ” DI L. PIRANDELLO


Cecè, l’opera presa in esame, è una breve commedia scritta dal celebre scrittore Luigi Pirandello nel 1913, a Girgenti.

Il protagonista, Cecè, è un giovane fiammeggiante di 35 anni che si muove su uno sfondo di corruzione politica; la vicenda inizia con il commendator Squatriglia, un ricco uomo d’affari, che si reca da Cecè per ringraziarlo di un grosso favore ricevuto.

Il giovane, dotato di una brillante immaginazione, decide di utilizzare Squatriglia per farsi restituire tre cambiali di grande valore che ha consegnato a Nadia, una giovane donna, come pegno d’amore.

Il commendator inganna la giovane Nadia, riuscendo così a recuperare le cambiali di Cecè; quest’ultimo, non ancora contento, organizza un nuovo piano fantasioso: approfittando della ingenuità della giovane, riesce a raggirarla ottenendo un’ulteriore ricompensa.

Quest’opera è inusuale nella produzione di Pirandello, si tratta di una commedia ambientata in un contesto di media-alta borghesia, caratterizzata da un susseguirsi rapido di scene riguardanti una scherzosa vicenda.

Dal testo emerge un particolare ricorrente nella narrativa di Pirandello, ovvero le molteplici sfaccettature dell’individuo; ciò si evince soprattutto dalla seguente citazione di Cecè: “Perché mi ammetterai che noi non siamo mica sempre gli stessi! Secondo gli umori, secondo i momenti, secondo le relazioni, ora siamo d’un modo, ora d’un altro”.

La storia viene raccontata con un tono gioioso e leggero, la vicenda scorre senza risultare pesante o confusionaria.

Nella leggerezza dell’opera si ricavano comunque importanti temi su cui ci si può soffermare, come le sfaccettature di un individuo in base alla situazione in cui si trova o la corruttibilità politica.

Nel complesso questa commedia, nonostante sia distante dal solito stile di Pirandello, risulta piacevole e ricca di contenuti.

– by Paninodelmcdonald: Pietro Serreli, Riccardo Toniolo, Noa Barbaglia, Raoul Sorrentino

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