Dino Messina nella Giornata del Ricordo: contro la minimizzazione degli orrori delle Foibe


Incontro per la Giornata del Ricordo, presentato dall’Associazione Nazionale Decorati di Medaglia D’Oro Mauriziana: “Insieme per l’onore militare”

*La Medaglia Mauriziana è stata istituita dal Re Carlo Alberto, per gli ufficiali già decorati dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, con Regie Magistrali Patenti del 19 luglio 1839, con il nome di “Medaglia Mauriziana per merito militare di 10 lustri.*

Per la giornata del ricordo, il professore e giornalista Dino Messina, ha presentato il 16 febbraio agli studenti del nostro Liceo il suo libro Italiani due volte. Dalle foibe all’esodo: una ferita aperta della storia italiana. In collegamento a distanza il giornalista e scrittore ha trattato le tristi vicende istriano-dalmate ed ha risposto alle numerose domande degli studenti partecipanti.

Chi è Dino Messina?

Dino Messina, lucano di nascita (1954), milanese d’adozione, è giornalista e lavora dal 1986 al “Corriere dellaSera”, dove ha ricoperto vari ruoli nella cronaca di Milano, quindi nella redazione Cultura. Laureato in Lettere moderne con una tesi di Storia contemporanea con Giorgio Rumi, ha pubblicato per Baldini Castoldi Dalai nel 1997 il libro C’eravamo tanto odiati, Interviste parallele con il partigiano Rosario Bentivenga e Il repubblichino, Carlo Mazzantini sugli anni della guerra civile italiana. Attualmente scrive di temi storici per le pagine culturali del “Corriere della Sera”. Sul sito https://www.corriere.it/ cura il blog La nostra storia”.

Italiani due volte, la trama del libro:

“Sono italiani due volte i trecentomila che in un lungo esodo durato oltre vent’anni dopo la Seconda guerra mondiale lasciarono l’Istria, Fiume e Zara. Erano nati italiani e scelsero di rimanere tali quando il trattato di pace del 10 febbraio 1947 assegnò quelle regioni alla Jugoslavia comunista del maresciallo Tito. A rievocare una storia a lungo trascurata del nostro Novecento è un’inchiesta originale e serrata dove al racconto dei fatti Dino Messina accompagna le testimonianze inedite dei parenti delle vittime della violenza titina e di chi bambino lasciò la casa natale senza la speranza di potervi tornare. Un dramma nazionale in tre grandi atti: il primo, con l’irredentismo, la vittoria nella Grande guerra, il passaggio alla patria di regioni e città sotto il dominio asburgico; seguiti dalla presa del potere fascista con le politiche anti-slave e la guerra accanto ai nazisti. La seconda fase inizia con le ondate di violenza dei partigiani di Tito nell’autunno del 1943 e nella primavera del 1945. Trieste, Pola e i centri dell’Istria occidentale, Fiume e Zara, da province irredente divennero terre di conquista jugoslava. Al biennio di terrore e alla stagione delle foibe, seguirono altri anni di pressioni e paura. Sino al terzo atto, dal 10 febbraio 1947, che segnò la più grande ondata dell’esodo. E successivamente un’altra massiccia partenza dalla zona assegnata alla Jugoslavia dopo il Memorandum di Londra del 1954, che stabilì il ritorno di Trieste all’Italia. A migliaia di fuggitivi, dopo il terrore e lo sradicamento, toccò l’umiliazione dei campi profughi. Una pagina tragica della nostra storia, a lungo strumentalizzata da destra e sinistra, che trova in questo libro una ricostruzione puntuale e una narrazione corale di grande impatto.”

Fonti del libro dichiarate da Messina: archivi storici di articoli del Corriere della Sera, diversa letteratura sulla materia, interviste inedite di persone che furono protagoniste dell’esodo o con parenti vittime delle foibe.

L’incontro

Dalla presentazione che il Professor Messina fa dell’argomento trattato nel suo libro, riguardante le vicende storiche “Dalle foibe all’esodo”, nonostante egli esponga i fatti a livello storico, è chiara la posizione che vi prende a riguardo: le violenze subite dalle comunità italiane Istriane, Giuliane e Dalmate, durante e in seguito alla Seconda guerra mondiale, vengono da lui descritte come vere e proprie violenze di stato, e non, come sono stati fatti spesso passare, eventi spontanei e incontrollati in reazione alle violenze nazifasciste.

Egli riporta le testimonianze riguardanti questi avvenimenti, per portare alla luce questa parte della storia, purtroppo poco nota, ma mettendo in evidenza le atrocità perpetrate dai comunisti ai danni di persone che avevano come “colpa” quella di essere italiani, e per questo costretti a pagare le disdicevoli azioni dei fascisti.

Durante l’incontro, per contestualizzare il tema del libro, il Professore, ha proposto un excursus storico, partendo dalle origini delle popolazioni dei territori che interessarono le vicende.

I fatti storici:https://it.wikipedia.org/wiki/Massacri_delle_foibe

– I massacri delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata sono ricordati dal Giorno del ricordo, solennità civile nazionale italiana celebrata il 10 febbraio di ogni anno. –

Le risposte di Dino Messina ai quesiti degli studenti:

  • Perché vi è poca informazione su questo dramma vissuto dall’Italia?

I drammi sono sempre duri da condividere con gli altri. Le persone private della propria identità, che si sono sentite deboli perché costrette a rassegnarsi ad un destino che non hanno scelto, sono schive a parlare dei propri trascorsi, per evitare di sentire il peso dell’umiliazione e dell’esternazione del lutto. Se, oltre alla ritrosia di vittime e testimoni, consideriamo la scarsità di documentazioni e il poco studio fatto sui reali bilanci di morti, non è difficile affermare che l’interesse riguardo queste tematiche è stato spesso bypassato e quindi poco condiviso.

  • Chi parla delle foibe sostiene i fascisti, è di destra? E chi vuole offuscare la questione è sostenitore di sinistra, è comunista?

La questione sta nel mezzo, spesso viene usata come pretesto per smorzare le colpe di destra e colpevolizzando la sinistra che avendo reagito allo stesso terribile modo sarebbe addirittura peggiore. Di abusi e violenze contro i partigiani e la comunità slava ebbero tremenda colpa gli Squadristi, ma ciò non giustifica le infamie commesse, per vendicare i torti subiti sfruttando il metodo di “ripagare con la stessa moneta”, perché si è finito per riportare in auge una moderna legge del taglione. Detto questo, parlare dei fatti delle foibe non significa essere di destra, non vuol dire condannare i comunisti per offuscare il ben peggior bilancio di azioni tremende commesse dai fascisti, ma è necessario mettere in luce e dare importanza a tutti coloro che sono morti per motivi del tutto ingiustificati, dovuti alla crudeltà di persone, sia di destra che di sinistra, che hanno scelto di agire per i propri ideali, o per vendicare gli stessi, lasciando da parte la propria umanità a discapito di innumerevoli innocenti.

  • Il problema era davvero essere fascisti, o solo italiani? 

Tutti gli italiani pagarono le colpe di coloro che scelsero il fascismo, ma, spesso, i nemici del comunismo che Tito volle eliminare, erano del tutto antifascisti, cittadini italiani, spesso politici, che si opponevano alla cessione dei territori, rivendicati dall’Italia, ai territori comunisti slavi. Allo stesso modo però, agirono i fascisti, eliminando, a prescindere, chiunque non rispecchiasse il “perfetto ideale”. Si può dire dunque che la rabbia e l’umiliazione provata dai sostenitori del generale slavo, che vedeva la sua gente subire senza poter reagire, alimentarono non solo il desiderio di vendetta, ma anche nuove aspirazioni di rivalsa e di rivendicazione di rispetto, che gli impedì di agire lucidamente, portando come conseguenza l’accanimento contro tutti coloro che potessero essere responsabili dei torti subiti, ma anche contro chi potesse essere un potenziale futuro ostacolo. Il problema non furono gli italiani in sé, ma chi li guidò, inizialmente, e i loro ideali e aspirazioni politiche, successivamente.

Chiude l’incontro il generale Gianni Degaudenz, dell’Ordine Mauriziano, riproponendo uno spunto di riflessione sulla mancanza di documentazione su questi accadimenti, invitando i ragazzi a non tacere sui fatti, a parlare di ciò che è stato, contribuendo al senso di unità nazionale, perché nessun uomo possa essere morto invano.

Incontro online del 16.02.2021 per i ragazzi dell’istituto superiore Liceo Scientifico A. Tosi di Busto Arsizio a cura di Elisa Prastaro 3F.

 

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