“Non sei informato se non leggi il giornale e se lo leggi sei informato male”

così cita il cantante contemporaneo Marracash in una sua iconica canzone.

Nell’odierna società informarsi nel modo corretto è divenuto faticoso a causa di fake news, siti e fonti non veritieri, tale condizione è un estremo paradosso poiché assistiamo all’era dell’informazione, a tal punto, della disinformazione di massa, divenuta parte fondamentale della nostra quotidianità. La rapidità con cui recepiamo informazioni multimediali è esorbitante, tanto da plasmare un villaggio globale, termine con il quale il sociologo Marshall Mcluhan ha identificato la terra. Si è bombardati di notizie tanto da faticare nel distinguere la verità dalla menzogna; diventando inclini a dubitare dei servizi informativi più diffusi, a livello multimediale ma anche cartaceo. Il travolgimento di notizie su notizie plasma individui avvezzi, desiderosi di sempre più contenuti. Si partecipa dunque ad una situazione limbale nella quale si è esposti in parte ad un informazione spesso manipolata e d’altra parte ad un totale rifiuto per quest’ultima, ritenuta falsata.

E’ possibile trovare la verità online?  

Come disse Alberto Angela “su internet c’è tutto, e anche il contrario di tutto”

Sulla base di tale citazione, si arriva alla consapevolezza che all’interno del motore di ricerca, ogni contenuto viene spacciato per veritiero ma è utile ricordare che la gran parte delle notizie non sono verificate. La preoccupazione per la radicata disinformazione di massa accresce considerando che un italiano su tre si informa online, per lo più mediante social. Per non incombere in un fall-out, in disinformazione globale, occorre perciò perfezionare la comunicazione di massa, in inglese mass media, direzionandola alla verità delle notizie poiché plagia la conoscenza di un pubblico disperso, indifferenziato, diffondendo messaggi di differenti valori mediante mezzi multimediali o la stampa.

In che modo i mass media influenzano il comportamento individuale?

Il sociologo Marshall Mcluhan, nei suoi studi afferma che la cultura e la struttura mentale dei singoli individui sono determinate dal tipo di tecnologia di cui la propria società dispone, dal mezzo impiegato per la diffusione dell’informazione.

I media e la comunicazione di massa possono contribuire a promuovere la pace?

La risposta è contrastante, poiché la società tende a diffidarne la capacità. Ma possiamo tuttavia coadiuvare la vicinanza che gli individui esprimono online nei confronti di cittadini di un paese in conflitto; oltre ad interventi per la risoluzione e la gestione di conflitti, anche all’interno contesti educativi, ne sono un esempio:

  • warblog
  • peaceblog
  •  videogiochi istruttivi

La libertà di stampa può condurre alla verità?

Pertanto, definendo l’Italia come un paese democratico, nelle mani del popolo mediante il diritto al voto, si ricorda che in tale coesiste la libertà di stampa; una condizione per la quale giornalisti e cittadini favoriscono della libertà d’espressione e diffusione delle proprie idee, senza temere ripercussioni da parte dallo stato. E’ utile in quanto politicamente e non solo:

  • promuove il dialogo
  • stimola il dibattito
  • migliora la comprensione di posizioni politiche
  • fornisce agli elettori informazioni prima del proprio voto

Tuttavia tale indipendenza deve fondarsi su un etica deontologica giornalistica per favorire verità.

Che cos’è l’etica deontologica giornalistica? 

E’ un impegno fondato sul segreto professionale che giornalisti ed editori sono tenuti a rispettare sulla fonte di notizie, se richiesto. Pertanto si potrebbe pensare che guidi l’attenzione del lettore dove desiderato ma per tale motivo, la stampa s’impegna a mantenere un rapporto fiduciario con i lettori.

La realtà dei fatti.
I personaggi raffigurano una situazione di distacco, non avviene nessun contatto tra loro.
Le due ombre presentano l'opposto.
Nella sovrapposizione delle due ombre, la vicinanza in un abbraccio si rappresenta ciò che spesso si diffonde nei social, un concetto opposto o un semplice frammento della realtà dei fatti.

Tuttavia, la ricerca della verità, che sia in rete o meno, permane in noi come un denominatore comune che condividiamo con i nostri antenati, tutti la ricerchiamo. Se non si ha qualcosa in cui credere, certezze, allora ciò diventa un evidente problema. L’uomo è l’essere vivente più intelligente in questo mondo così ha bisogno di acculturarsi perennemente ma come sappiamo i mezzi per farlo si sono modificati nel tempo. E’ interessante notare, come, oggigiorno, in un pianeta più avanzato a livello tecnologico e comunicativo, la società, da un lato si lascia manipolare e totalmente plasmare da notizie, senza esserne cosciente, o ancor peggio, essendone cosciente ma pur restandone asuefatta; mentre d’altro lato, diffida totalmente delle fonti informative per eccellenza. Nel primo caso basta semplicemente pensare a come in determinati telegiornali si pongono clip di videogiochi combattivi spacciate per veritiere clip di guerra. Presenziando ad una vera e propria guerra per la verità.

Pensieri individuali comuni

Leave a Reply