Ormai sentiamo sempre più parlare di processo di omologazione giovanile, che pare influenzare noi giovani nell’ambito della nostra vita attiva e delle relazioni sociali.

Con il termine partecipazione alla vita si intende un coinvolgimento concreto e fisico che, come ben sappiamo, si è notevolmente ridotto con lo sviluppo della tecnologia e l’avvento dei social. Oggi abbiamo strumenti più avanzati e possiamo ricevere riscontri dal mondo esterno in tempo zero.

Un’epoca di social

I social sono nati proprio con l’intento di permettere alle persone di socializzare. Bisogna dire che il loro compito lo hanno assolto con successo, ma forse troppo.

 

Analizzando l’utilizzo di queste piattaforme da parte dei giovani, siamo giunti ad un’estremizzazione che ci porta ad essere sempre connessi e a preoccuparci più della vita online che di quella reale. I social sono nati come luoghi in cui confrontarsi con gli altri. Ci permettono di condividere la nostra identità personale anche se negli ultimi tempi questa nostra identità è diventata comune un po’ a tutti. Sembra che i giovani di oggi abbiano paura di mostrarsi per come sono realmente e preferiscano adattarsi alla massa.

I ragazzi prendono come modelli da imitare le immagini di personaggi appena divenuti famosi oppure da altre piattaforme online. Chi non ha mai visto in rete scatti tumblr o pose da rapper? E non si parla solo di foto…ormai anche i commenti si equivalgono. Nessuno ha il coraggio di contrastare una corrente seguita da tutti e il messaggio che passa è chiaramente sbagliato: quello di una generazione che non sa pensare con la propria testa e vive la vita con la stessa reattività di un’ameba. Il numero di utenti dei social è si in aumento, ma solo perché aumentano le persone che si adattano placidamente a ciò che accade intorno a loro senza far sentire la propria voce.

Partecipazione significa dire la propria, specialmente se va contro il pensiero comune, e affrontare il dissenso senza mascherarsi dietro l’omologazione. Il rischio è altrimenti quello di perdere originalità e singolarità che caratterizza ciascuno di noi. Provate ad immaginare cosa potrebbe significare vivere in un mondo in cui tutti indossano gli stessi vestiti, parlano allo stesso modo, pensano alla stessa maniera? Tremendamente noioso.

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