“Fuga dai Network”

La gen-Z vive in un mondo nel quale cerca risposte per ottenere risultati con il minimo sforzo, venendo bombardati da articoli su Instagram, Twitter, TikTok che poi una volta letti finiscono per essere dimenticati, tornando a scrollare la propria homepage, scelta appositamente per ognuno tramite l’algoritmo.

Indubbiamente almeno una volta nella vita hai pensato “lo salvo che potrebbe servirmi”, ma quante volte lo hai messo in atto?

Chiunque ha l’opportunità del sapere concentrata all’interno del proprio dispositivo ma effettivamente pochi usano internet a proprio vantaggio in modo informativo e non a scopo ludico.

Questo articolo può introdurti in un percorso, che può partire solo da te, inizia a ottenere risultati concreti oggi stesso.

Ricerca della verità

Negli anni sui social rigirava la notizia dello sconvolgente esperimento sul sonno, svolto in Russia: 

‘È il 1940, durante la seconda guerra mondiale, alcuni scienziati russi condussero un esperimento su cinque prigionieri di guerra, per scoprire quali effetti avrebbe avuto la mente umana se sottoposta all’assenza di sonno. 

Somministrarono ai prigionieri diversi farmaci stimolanti che aumentassero l’adrenalina, altri ancora che bloccassero la produzione di melatonina andando a sconvolgere il regolare ritmo circadiano. 

I prigionieri vennero tenuti in isolamento sotto osservazione in una stanza, col passare dei giorni queste cinque persone iniziarono a impazzire’

Che cos’è successo dopo? E chi lo sa, era una bufala.

Si è continuamente bombardati da informazioni e notifiche tra le quali anche fake news, per questo bisogna stare attenti a quello che si trova su internet, senza farsi ingannare dalle apparenze.

Una notizia del genere, divulgata tra i social, diventa virale, poichè molti utenti sono suscettibili e quindi facilmente plagiabili, difatti le fake news sono le fondamenta della mala-informazione della generazione: le persone hanno iniziato a rendersi conto del peso che i social media hanno sulla popolazione e quanto una persona sia esposta a una notizia che può sembrare l’unica verità. 

Cosa ne pensano i filosofi?

Per questo si deve ragionare su quello che ci circonda, facendo una riflessione interiore, quasi filosofica.

Si sa come sono fatte le persone, amano procrastinare e portare la soluzione del problema un po più in là per avere un attimo di tregua.

Quest’osservazione può rimanere libera poiché, ogni testa è un mondo a sé e non ne esiste una univoca, ma l’intento è quello di portare a una conoscenza tale dal saper distinguere che cosa porta alla ricerca della verità e cosa invece devia il percorso poiché l’uomo è soggetto alla tentazione. 

Questo fa capire che, a causa della sua libertà, l’uomo è fragile, ecco che si trova un paradosso: ciò che rende sovrani è anche ciò che rende instabili; questo difetto dell’uomo viene consumato, per fini vantaggiosi, dai Social Media Manager che sfruttano ciò ricavando denaro dalle visualizzazioni. Chissà che cosa direbbero oggi Platone o Kant a proposito di un frettoloso e astratto “like” su Instagram o su un semplice “repost” su TikTok.

Nella foto è rappresentato come sarebbe stato l'utilizzo di BeReal negl'anni 50

Mille altre parole

Gli adolescenti non conoscono la differenza tra il mondo prima e dopo l’avvento del digitale, sono talmente abituati a vivere inseriti in questo mondo che a malapena saprebbero distaccarsi.

Ma che cosa ne penserebbero le generazioni passate? ‘Siete più fortunati, ai nostri tempi non era così facile trovare risposte’. 

Sicuramente nel passato era molto più complicato accedere alle informazioni, per cercare semplicemente il significato di una parola dovevi consultare l’enciclopedia, cercando tra mille atre parole, adesso grazie a pochi clic possiamo entrare in un mondo di idee, di conoscenza. 

 

Ma da tutto ciò, come si può dedurre se si è sopraffatti dall’ondata social?

Per rendersene conto i membri della Baylor University hanno stilato una lista di domande, basandosi su sei comportamenti che contraddistinguono le dipendenze: rilevanza, euforia, tolleranza, conflitto, sintomi di astinenza e ricadute. 

      • Rilevanza: l’uso dei social media è profondamente integrato nella vostra vita quotidiana? (Apro applicazioni come Facebook, Twitter, Snapchat, Instagram o Pinterest ripetutamente nel corso della giornata).
      • Euforia: usate i social media tutto il giorno per avere una maggiore euforia? (Quando sono insoddisfatto o da solo utilizzo i social network per far trascorrere il tempo).
      • Tolleranza: avete bisogno di spendere sempre più tempo sui social media per essere soddisfatti? (Non intenzionalmente finisco a passare sempre più tempo sui social).
      • Sintomi di astinenza: siete nervosi quando non potete usare i social media? (Temo di perdermi contenuti interessanti quando non li utilizzo).
      • Conflitto: il tuo uso dei social media sta causando problemi? (Il mio uso spropositato dei social media ha provocato difficoltà nei rapporti con i miei cari/distrazione nel portare a termine un lavoro).
      • Ricaduta: hai provato a smettere di usare i social media ma non ci sei riuscito? (Desidero ridurre il tempo che spendo nei network, ma non riesco).

Se vi siete ritrovati almeno in tre o più di queste domande, e se le affermazioni rispecchiano la vostra idea o comportamento, allora può darsi che dovreste prendere un attimo per voi stessi e ridefinire il vostro impiego dei media.

Si è dato l’ingresso a un mondo infinito che prima ci si poteva solo immaginare, e forse anche tutt’ora molti non hanno la più pallida idea di ciò a cui, se solo volessero, potrebbero avere accesso. 

Il potenziale è immenso: chiamate a chilometri di distanza, intelligenza artificiale, consegne a casa in tempi brevi, pagamenti online e molto altro ancora.

Non dovrebbero essere mai dimenticati i pilastri che hanno portato a questo risultato, non ci si dovrebbe perdere nell’innovativo perché cattura in un vortice dal quale, come tutte le dipendenze, è poi complicato uscirne.

Sei disposto a tutto per allontanarti da questo labirinto?

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