Stampando una notizia in grandi lettere,

la gente pensa che sia indiscutibilmente vera.

-Jorge Luis Borges

Nella nuova era digitale è ormai difficile, se non impossibile, restare immuni alla miriade di informazioni di cui siamo bombardati senza sosta. Ogni giorno il mondo è diverso, e chi si prende un’ora d’aria resta indietro. Perché il mondo non ci aspetta, si volta e continua a camminare, anzi, a correre.

In quest'immagine viene mostrato un uomo con un giornale, nel quale l'unica notizia riportata è che "il mondo sta cambiando"

Come succubi di una sorta di fiumana del progresso alla Verga, ma in tempi recenti, ci troviamo sommersi da un flusso incessante di notizie. Ma come diceva il nostro famoso connazionale ottocentesco, “è grandioso nel suo risultato, visto nell’insieme, da lontano.” perché dietro quest’apparente abbondanza si cela un fenomeno che ci rende inquieti: la diffusione massiccia di informazioni non verificate oppure addirittura false. In questo contesto così caotico, la sfida sta nel distinguere la verità dalla menzogna… facile a dirsi.

Un piccolo aiuto, tuttavia, potrebbe essere leggere il nostro Manuale Pratico di Libertà Informativa (cliccalo!)

 

La nostra indagine

“C’è talmente tanta informazione che scorre che a volte è difficile filtrare il tutto.” ci conferma anche Helin Yildiz – consigliera comunale di Varese – in una delle nostre interviste che trovate qui di seguito.

E i giovani? (clicca qui!)

 


I social media: alleati o nemici?

In una realtà così complessa come quella odierna, dove il drammatico crollo della soglia dell’attenzione ci ha distanziati sempre più dai mezzi d’informazione tradizionali, i social media sono diventati fondamentali non solo per condividere la nostra vita quotidiana, ma anche per capire cosa succede nel mondo. 

Tuttavia, a seguito delle vicende di importanza mondiale che stanno attraversando la nostra epoca, ci poniamo una domanda: potrebbero, i social, essere parte fondamentale per la costruzione della pace?

Uno studio condotto dall’università di Udine afferma che l’utilizzo di questi mezzi è fondamentale per creare un senso di vicinanza e fratellanza tra la popolazione mondiale: contribuendo a diminuire le “differenze” e le discriminazioni, se utilizzati in modo corretto i social potrebbero essere un alleato fondamentale per la lotta alla guerra, tuttavia, spesso non accade. La “guerra”  di cui parliamo è una, e si chiama guerra di informazione.

La strumentalizzazione dell’inganno

Per guerra dell’informazione s’intende una tattica utile per disumanizzare il nemico, utilizzando l’informazione come arma. Nascono, si diffondono e si sedimentano notizie storpiate, talvolta false, che incriminano il nemico e favoriscono la propaganda a discapito di terzi.

Questo brutto vizio esiste da sempre, ma con i social si è esteso in larga scala creando una confusione abissale. Prendiamo come esempio il conflitto russo-ucraino, in cui entrambe le nazioni coinvolte hanno cercato di condividere informazioni diverse da ogni lato, storpiate a loro vantaggio. Quante volte ci è capitato di non sapere più a chi credere? 

La Russia utilizza le minacce come fonte essenziale delle proprie notizie, mentre l’Ucraina punta sull’emotività del lettore. Spetta proprio a noi capire se crederci o meno. 

Comunicazione di parte la chiamiamo noi, una recita volta a proteggere i propri interessi, trasformando protagonisti e spettatori in marionette comandate dai fili dei giornalisti corrotti. Cercare di informarsi superficialmente è sinonimo di non essere informati. Gli unici paladini della giustizia in questo mondo di inganni sono le fonti obiettive e imparziali, e il nostro dovere di cittadini del mondo è utilizzarle.

Di fronte alla disinformazione sono numerosi i giovani che si lanciano nella sua denuncia. Vediamo cosa ne pensano gli influencer nel nostro approfondimento.

 

Clicca qui per le nostre fonti!

Articolo a cura di Bardo Elisa, Eguaglia Martina, Iametti Giorgia, Palazzo Giulia.

Leave a Reply