“Pace informativa: Navigando verso l’armonia globale”

La libertà di informazione, al contrario di quello che si potrebbe pensare, non riguarda unicamente i divulgatori delle notizie ,ma coinvolge in generale tutti coloro che ricercano,raccolgono,rielaborano e talvolta diffondono informazioni, è dunque una libertà che accomuna tutti i cittadini e deve essere esercitata.

È una necessità costante nella società, ma lo è ancor di più in questi ultimi anni,considerando tutti gli eventi che stanno scrivendo il seguito della storia :come la pandemia e le tensioni tra i vari stati, che stanno portando la società ad un precario livello di stabilità tanto che il sociologo Marco Lombardi sostiene che : << non siamo mai stati così vicini alla terza guerra mondiale>>.

L’informazione attraverso i giornali risulta essere un mezzo essenziale per garantire libertà e giustizia ,in quanto permette ai cittadini di accedere ad informazioni che coinvolgono spesso e volentieri loro stessi in prima persona.

La libertà di stampa è un tema delicato che garantisce a livello internazionale di informare ed essere informati su piano pubblico, in una società che lo permette senza dover temere conseguenze sfavorevoli. Comprende ogni singolo ramo della comunicazione :

  • giornali
  • telegiornali
  • stazioni radio
  • ad oggi soprattutto giornali digitali, (blog informativi)

che attraverso le proprie pubblicazioni estendono il già presentato accesso alla raccolta di informazioni e di conoscenza popolare.

Qualche accenno storico:

Nel 1948 le Nazioni unite hanno formulato uno scritto sulla libertà di stampa sancito dall’articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani, insieme al diritto alla libertà di espressione: “Ogni individuo ha diritto alla libertà di opinione e di espressione incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo”.

È importate sottolineare questo aspetto dal momento che non si deve dare per scontato che chiunque nel mondo abbia accesso ad informazioni veritiere, si basti pensare alla Korea del nord o l’Eritrea, definiti i paesi più censurati al mondo, qui le autorità controllano e limitano se non addirittura vietano l’accesso alle informazioni e fanno passare solamente quelle da loro prestabilite (spesso anche false).

Ahimè questa realtà non è poi così lontana negli anni neppure per l’Italia, Benito Mussolini infatti attuò la censura fascista che non terminò completamente dopo la fine del suo regime ma fu progressivamente ripristinata e pienamente affermata nella Costituzione repubblicana del 1948. “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

(COSTITUZIONE ITALIANA Art. 21)

Libertà di stampa e di informazione non riguardano unicamente la lettura di informazioni ma anche la libertà di discuterne apertamente, con uno sguardo critico e personale, ed è solamente così che si potrà raggiungere un’autentica libertà individuale che sta alla base di ogni democrazia.

Dunque perché non sfruttare questi mezzi per promuovere valori positivi come pace e libertà,evitando informazioni fin troppo manipolatorie e lasciare piuttosto che ognuno formuli una propria idea e che la condivida con chi vuole senza sentirsi mai in dovere di fornire un insegnamento?

Ma al contrario che sia disposto a cogliere idee altrui e immedesimarsi in altri punti di vista.

Forse così ci sentiremmo tutti un po’ più liberi di dire la nostra senza temere ripercussioni e far prevalere un corretto confronto supportato dal senso civico.

Questo diffondersi di messaggi positivi é in particolar modo affidato alla popolare figura del reporter/giornalista le cui qualità comunicative giocano un ruolo chiave nella trasmissione di informazioni ,infatti se queste non vengono diffuse in maniera consapevole e chiara ,il contenuto potrebbe diffondere principi opposti a quelli originariamente prefissati , allontanandosi da questi validi principi.

Tutti noi siamo inseriti in un contesto sociale e politico in cui l’informazione è fondamentale e la stessa figura del giornalista necessaria.

  • Egli è colui che garantisce la comunicazione essenziale tra i cittadini e lo Stato.
  • Egli per professione si dedica alla stesura di un articolo di giornale, un periodico radio o televisione che utilizza come validi strumenti di comunicazione e scambio, permettendo ai cittadini di essere informati su ciò che li circonda offrendogli i talvolta la possibilità di interagire con lo stesso .

L’obbietto dell’etica giornalistica deve perciò risiedere nel diffondere informazioni VERE al proprio pubblico attraverso rappresentazioni realistiche ed accurate del problema o della situazione”.

 

Questa pratica come già viene ribadito spesso in quest’epoca moderna,conferisce lo svilupparsi di una società organizzata e informata sul proprio contesto non che baluardo e strumento fondante contro la disinformazione.

Sta proprio nella trasparenza dei processi redazionali la buona riuscita della corretta informazione un imperativo morale,a cui tutti siamo chiamati anche al di fuori di questa sfera giornalistica.

Vengono imposte responsabilità e fiducia come pilastri fondanti del rapporto cittadino di cui lo stesso si farà garante della diffusione della nozione appena appresa diventando il secondo membro di questa continua comunicazione .

Sarà proprio questo costante passaggio di ruoli a permettere la diffusione di un clima sociale pacifico e libero nel quale le diverse opinioni contrastanti non diverranno elementi discriminatori ma protagonisti di un sano dibattito tra opposti.

É proprio questo clima favorevole l’abitazione in cui deve risiedere l’etica giornalistica :una dimensione capace di abbattere ogni muro sociale operando attraverso metodologie oggettive e trasparenti promotori e difensori dell’interesse sconosciuto.

Si accoglie a braccia aperte il concetto di libertà e di responsabilità a cui tutti miriamo in un mondo in cui la verità risulta però solo una sciocca considerazione .

“nel paese della bugia la verità è una malattia “Gianni Rodari

 

“Le nuove tecnologie” hanno radicalmente trasformato il panorama della diffusione delle informazioni ,apportando sia benefici che sfide significative per il veicolo di pace e libertà.

La loro capacità di veicolare notizie in tempo reale hanno garantito ,ad oggi,una comunicazione:

  • più veloce
  • facile
  • ed immediata

   permettendo però come conseguente la rapida diffusione della disinformazione.

Questi mezzi mostrano contenuti rilevanti ad ogni singolo individuo e grazie alla loro immediatezza consentono una diffusione istantanea di notizie espanse in tutto il mondo.

Questa rapidità con cui le notizie possono essere condivise agevola la consapevolezza globale verso queste cause giuste alla continua ricerca di pace e uguaglianza .

Posso però essere manomesse,manipolate minando in questo modo sulle più importanti istituzioni alimentando tensioni e dissidi contrari a questi valorosi obbiettivi.

L’online ,amplificato da algoritmi che mostrano contenuti conformi ad ogni personalità,offrono :

  • spazi di condivisione
  • libera espressione
  • connessione globale

attraverso le quali ognuno ha la possibilità di esprimere al meglio se stesso oppure diffondere petizioni e messaggi rivolti verso il prossimo .

É attraverso proprio questo che noi entriamo a far parte di contesti differentissimi e lontani da noi,rendendoci consapevoli e concreti verso l’altrui e il bisognoso ,movimentando, nei casi più estremi ,messaggi di pace e alleanza reciproca ,di sostentamento e di aiuto telematico .

La barriera dell’indifferenza si rompe celando nuovi specchi umanitari in una società ormai pervasa dal senso di superiorità e invidia .

La solidarietà umana vince sul mondo trionfando in questa nuova dimensione .

Le nuove tecnologie sono alcuni dei mezzi con i quali ,ai giorni d’oggi, é possibile garantire la promozione e diffusione di uno dei principali e più validi obbiettivi comuni: la pace .

Non può essere intesa solo come:

  • la condizione di un popolo o Stato che non sia in guerra con altri o che non abbia gravi situazioni di lotta armata al suo interno.
  • É anche consapevolezza e comprensione delle difficoltà che affliggono il mondo identificando proprio nella pace l’obbietto comune per affrontare ,a livello internazionale, l’ingiustizia .

Sono proprio questi nuovi media e apparecchiature a fornire piattaforme aperte al dialogo e confronto sereno delle idee, nel quale, la reciprocità tra gli individui viene promossa attraverso un aperto confronto nel quale le diverse affermazioni possono essere democraticamente confrontate.

Sfortunatamente, come ben sappiamo non è sempre così,dal momento che, essendo piattaforme aperte a tutti,non di rado ci si imbatta in notizie scandalistiche e false o peggio promotori di odio, razzismo e instigazione alla violenza.

Ma se sfruttati in maniera intelligente queste saranno in grado di sensibilizzare il pubblico in merito a problematiche o questioni di conflitto e violenza ,la cui risposta emotiva permetterà una maggiore diffusione di consapevolezza civica ed empatia personale.

I media infatti svolgono anche un importante ruolo educativo  Forniscono informazioni obbiettive in merito ad un determinato problema o conflitto e attraverso riflessioni identificano originali vie per raggiungere la sua risoluzione .

La diversità e l’inclusione diventano le protagoniste della lotta all’indifferenza dell’abbattimento di stereotipi e pregiudizi ,le cui armi trionfanti sono proprio le nuove tecnologie. 

L’apertura al dialogo ,la diffusione di informazioni veritiere al pubblico, la diffusione della pace  sono solo conseguenze di questo,ancora in atto,conflitto al quale ognuno di noi é richiamato affinché possa garantire alla creazione di un mondo consapevole e libero nel quale nuove generazioni di cittadini possono vivere e progredire

 

LINK VIDEO INTERVISTA:https://youtu.be/Yc3tzb_bFRU?si=veWibR25Nq4anNMw

 

 

 

 

Leave a Reply