Dichiarazione dei diritti umani
Eleanor Roosevelt che tiene in mano la Dichiarazione dei diritti umani.

La Dichiarazione Universale Dei Diritti Umani

Settantatre anni fa, l’Assemblea delle Nazioni Unite si è riunita e ha stilato la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani per evitare ulteriori atrocità come quelle avvenute negli anni precedenti. Infatti, il preambolo afferma che “L’ignoranza e il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità” e ciò ha portato a dover cercare di tutelare in modo giuridico tutti indiscriminatamente.

Gli stati membri lavorarono insieme per promuovere la dichiarazione, e con ciò per la prima volta i diritti vennero riuniti in un unico documento, e molti di essi sono riusciti a diventare parte integrante delle costituzioni dei paesi democratici.

L’obiettivo è ovviamente quello di tutelare qualsiasi persona senza prendere in considerazione la religione nella quale credono, la cultura che posseggono, il colore della pelle o il loro orientamento sessuale.

Cosa ne pensano i Varesini

Ci siamo posti la domanda “Ma i diritti vengono effettivamente tutelati e rispettati in Italia?” Abbiamo deciso di chiederlo a chi ci circonda, quindi ci siamo recati in centro Varese per chiederlo direttamente ai Varesini.

Tra i trenta articoli ne abbiamo scelti cinque, quelli che per noi erano i più significativi e li abbiamo sottoposti al commento di alcuni passanti.

Pensieri a quattro teste 

In questo periodo più che mai la parola “diritto” è sulla bocca di tutti. Dopo un periodo di quarantene e restrizioni alla libertà,  molti hanno pensato che questi diritti siano stati in parte limitati per un motivo di preservazione della vita umana data la pandemia. Ovviamente esiste anche un altro modo di vedere la situazione: ossia come una privazione insostenibile e che non andrebbe fatta.

In qualunque caso è giusto poter protestare per i propri diritti e in ciò che si crede, però bisogna farlo nel modo corretto. Infatti spesso si finisce in situazioni nella quale le proteste degenerano in violenza, portando in secondo piano il messaggio della protesta.

Noi viviamo in un paese libero dove le nostre idee possono idealmente essere espresse nel modo più libero e protetto, ma allo stesso tempo dobbiamo riconoscere che molte volte ci sono persone “più uguali” di altri e a questi viene chiuso un occhio e non si ha modo di tutelare tutti, rimaniamo sempre un paese libero ma con una netta separazione tra debole e forte e questo fattore ci continuerà a bloccare la crescita sociale del paese.

Nonostante abbiamo intervistato soltanto tre persone, tutti quanti hanno dato idee generalmente simili, osservando che nonostante dovremmo essere tutelati da diritti scritto nero su bianco, si tende sempre ad avere problemi a  proteggere i diritti di tutti in maniera effettiva. La società in cui viviamo è tutt’altro che perfetta, sia per la natura umana e per l’avidità radicata in essa,  che impossibilita di avere non tanto l’eguaglianza tra gli individui ma l’equità tra essi. 

Ma di una cosa siamo certi, se continueremo a combattere, anche con delle piccole azioni, riusciremo a far diventare quella lista di 30 diritti non solo delle parole su un foglio di carta ma dei simboli delle azioni quotidiane che rendano il nostro mondo meno grigio.

Foto fatta durante la prima quarantena per un progetto fotografico di Lorenzo Sgarriglia.
Foto fatta durante la prima quarantena per un progetto fotografico (scolastico) di Lorenzo Sgarriglia.

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