• 12 Novembre 2021

In Afghanistan i diritti delle donne sono sempre stati un argomento di accesa discussione, ma l’apice della tragedia è stato raggiunto con l’ultimo avvento dei talebani.

 

Il diritto di avere diritti – Hannah Arendt

Sessantanove anni fa Hannah Arendt scriveva una frase che è diventata una delle sue più citate e interpretate: “The right to have rights”. La frase riassumeva il suo scetticismo sul concetto dei diritti umani, che, in teoria, dovrebbero appartenere ad ogni persona: “il diritto ad avere diritti, il diritto di ogni individuo ad appartenere all’umanità, dovrebbe essere garantito dall’umanità stessa” e ha aggiunto “non è affatto certo che ciò sia possibile”. Qualsiasi meccanismo internazionale, diceva, dipende ancora dalla volontà delle nazioni di farlo rispettare, di proteggere le persone più deboli che, perdendo le loro affiliazioni nazionali, non sono più protette. Da allora le cose sonno peggiorate. L’Afghanistan ne è uno dei tanti esempi.

 

 

I talebani tra passato e presente

immagine talebani al tempo dell'assedio nel 1996

Il passato

Il gruppo dei talebani si creò nel 1994 a Kandahar, in Afghanistan, con lo scopo di riportare pace e sicurezza dopo la guerra combattuta contro i sovietici che assediarono il Paese dal 1978 al 1989.

Gli estremisti islamici nascono come guerriglieri formatisi nelle scuole coraniche del Pakistan, quindi soldati non governativi oppositori del movimento sovietico in Afghanistan, predicando una forma di religione islamica di tipo sunnita.

Tra il 1995 e il 1996 hanno vinto la guerra civile, scoppiata tra gruppi interni al paese, imponendo un regime teocratico seguendo la sharia, con punizioni pubbliche per coloro che violavano la legge.

Molte furono le imposizioni che misero in atto. Dalle più semplici, come per gli uomini l’obbligo di frequentare le moschee e le scuole coraniche, alle più drastiche per le donne come non poter studiare e lavorare, oppure l’obbligo di comparire in pubblico solo nascondendo viso e corpo sotto il burqa.

Nel 2001 vengono rimossi dal potere con l’intervento degli Usa, che nel giro di poche settimane sottomettono il regime talebano.

 

 

Il presente

La guerra in Afghanistan si è chiusa dopo vent’anni dall’attacco alle Torri Gemelle.

Lo scorso 31 Agosto, è stato completato il ritiro delle truppe americane con la partenza dell’ultimo aereo, con conseguente ritorno del regime talebano.

In un video postato sui social, il presidente afghano Ghani, ha dichiarato di aver lasciato il paese per evitare ai cittadini “un bagno di sangue”.

I terroristi a soli 24 giorni dal loro assedio, hanno trovato un accordo sulla composizione del nuovo governo, a capo del quale c’è Mohammad Hassan Akhund.

Gli integralisti islamici hanno già fatto parlare di sé reprimendo le proteste con botte e cinghiate contro donne e uomini. Il pugno di ferro è stato usato anche contro giornalisti e reporter, soppressi dalle forze terroristiche con inaudita violenza.

Donne e diritti: due mondi opposti

Brutali omicidi. Torture. Minacce. Sono solo alcune delle azioni messe in atto dal governo afghano nei confronti delle donne.

In poco tempo, i talebani hanno imposto alle donne una lunga serie di divieti: non possono più accedere all’istruzione secondaria; non possono più frequentare l’università; non possono svolgere la maggior parte dei lavori esterni all’ambito familiare,  né  ricoprire ruoli precedentemente assunti poiché rimangono attualmente di esclusiva competenza degli uomini. Il loro posto è tra le mura domestiche, dove anche i rapporti familiari sono resi impossibili  risentendone del clima di tensione portato dai “nuovi” governanti.

La caccia alle collaboratrici Nato-Usa

Un documento delle Nazioni unite avverte che i talebani stanno intensificando la caccia a tutte le donne che hanno collaborato con la Nato e le forze statunitensi. L’articolo fornisce informazioni di intelligence e afferma: “i talebani stanno arrestando e minacciando di uccidere i familiari di donne che hanno collaborato con tutto ciò che riguarda l’associazione umanitaria e gli Stati Uniti”.

Inoltre, si cita che le persone particolarmente a rischio siano quelle con incarichi nell’esercito, nella polizia e nelle unità investigative. I terroristi sono già un passo avanti poiché “hanno condotto una mappatura dettagliata degli individui, prima di prendere il controllo su tutto il Paese”.

 

Chi è riuscito a scappare in tempo: una testimonianza

La testimonianza è quella di una donna 28enne che è riuscita a fuggire dal Paese poco prima che i talebani salissero al potere. Il suo nome così come il suo volto non sono stati rivelati per tutelarne la sicurezza.

“Quando abbiamo visto i talebani arrivare nel nostro quartiere siamo fuggiti” è ciò che la donna dichiara all’inizio dell’intervista. Lavora da anni con agenzie di comunicazione e ong e proprio per questo è un soggetto particolarmente a rischio. Lei è nata in un Afghanistan diverso, senza terroristi: aveva otto anni nel 2001, quando i fondamentalisti se n’erano andati, perciò è come se fosse cresciuta in un altro luogo, ora non ci sono diritti per le donne, nemmeno di parola.

Alla domanda se si fidasse di quello dicono i talebani sul fatto che le donne vivranno normalmente, risponde: “No, hanno appena cominciato. Vogliono rassicurare voi, assicurarsi di essere accettati da voi e dell’opinione pubblica. Sono certa che appena si sentiranno sicuri di questo cambierà tutto.”

40 Responses
  1. Giovanna

    Bell’articolo semplice, chiaro e completo. Riepilogare eventi storici di soppressione dei più deboli che perdura nel tempo ci fa rammentare quanto in realtà è debole l’essere umano e la paura di chi è più forte e potente..

  2. Francesca

    Bravi ragazzi: è importante che una ragazza di fede islamica parli di tutto ciò, facendo capire che religione e fanatismo sono due cose molto diverse. Complimenti!

  3. Adriano

    Che argomento “difficile” e che situazioni al limite del “nostro” comprendere.
    Avete fatto un bel lavoro, BRAVI RAGAZZI.

  4. Maria Frassati

    Articolo semplice e diretto, ma estremamente esplicito e con una chiara e ferma posizione. Complimenti per l’ultima foto, davvero coraggiosa. A tutti gli autori un grande applauso. So proud of you….

  5. Dia

    Bravi ragazzi avete fatto proprio un bel lavoro l’argomento che avete scelto e veramente toccante perché nei tempi d’oggi la donna deve avere i propri diritti e non stare nel ombra
    Siamo nel 2021 e una donna deve essere libera di scegliere lei il proprio destino e le se sue
    decisioni e chi è vicino a lei si e pregato di rispettare le loro volontà

  6. Cristina

    Grazie alla sensibilità,
    coinvolgimento e partecipazione attiva di voi giovani, l’umanità potrà fare un passo avanti nel riconoscimento dei diritti umani. Renderete il futuro migliore! Non mollate! Bravi ragazzi!

  7. Roberto

    Argomento molto complesso trattato in maniera chiara e appassionata, davvero un ottimo esempio di divulgazione e di Giornalismo con la G maiuscola. Complimenti!

  8. Roberta Cortese

    È commovente vedere una così grande e attenta sensibilità da parte di ragazzi nei confronti di situazioni così complesse. Complimenti e non fermatevi qui. Siete stati capaci con semplicità e delicatezza di parlare di un argomento complicato. Grazie

  9. Camilla Camotti

    Che dire? Eccellente lavoro: avete saputo ricordarci la tragedia del Popolo Afgano senza cadere nella solita retorica che spesso affolla la stamps nazionale.

  10. Moira

    Tema purtroppo ancora attuale e personalmente sono stata felice di apprendere che anche tra i più giovani l’argomento festa interesse e il fatto di parlarne e divulgare questa triste realtà può solo essere utile affinché la coscienza collettiva si sensibilizzi.
    Davvero un bellissimo articolo. Bravissimi

  11. Della Bella Sonia

    Complimenti ragazzi un ottimo articolo, commovente e molto attuale “purtroppo”, speriamo che aiuti a sensibilizzare il più possibile…. BRAVI!!!

  12. Luce

    Articolo commovente e molto riflessivo ….
    Ci fa riflettere sul quanto sia difficile per noi donne lottare per la nostra libertà e per la parità dei nostri diritti…
    Penso che tutti debbano avere dei diritti e tutti dovrebbero avere una mentalità più aperta

  13. Iolanda

    Siete un esempio x tutti con intelligenza sapete descrivere una tremenda realtà della quale purtroppo non si vede via d’uscita!!!

  14. Pietro

    Articolo ben documentato e con chiara individuazione dei nodi piú critici della situazione. Non manca la necessaria attenzione alla dimensione dei diritti, in questo caso calpestati.

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