L’Italia è un paese straordinario da molti punti di vista, un mix di cultura, tradizioni e sviluppo scientifico ed economico, ciò ci porta a pensare che sia uno dei paesi più all’avanguardia del pianeta, ma è davvero così?

Alla base di ogni stato moderno c’è una costituzione che deve tutelare e garantire ai propri cittadini i diritti.

In questi mesi abbiamo sentito questa parola in numerose occasioni, citata in argomentazioni che passano da temi sociali, come il Ddl Zan, a temi sanitari, come il Green Pass.  Parlando di quest’ultimo è necessaria una ponderata riflessione.

Il Green Pass ci dà l’opportunità di svolgere tutte le attività che amavamo fare prima della pandemia, il diritto di stare in un bar con gli amici, di guardare una partita allo stadio, andare ad un museo o guardare un film al cinema: il diritto alla libertà

Bisogna anche far notare come la misura del green pass ha aiutato ad aumentare la percentuale della popolazione vaccinata, e ci sta anche aiutando ad uscire dalla pandemia, inoltre la vaccinazione non è solamente una misura di protezione verso se stessi ma va a difendere anche gli altri, arrivando perfino a ridurre la diffusione e pericolosità del virus.

Le obiezioni contro la certificazione verde ci sono state fin dalla sua ideazione ed hanno trovato realizzazione nelle varie manifestazioni che sono scoppiate in tutta Italia.

Quelle che all’inizio prendevano forma in proteste pacifiche sono pian piano diventate sempre più concitate fino a raggiungere l’apice nel momento in cui il governo, con il Decreto Legge del 21 settembre 2021, ha reso obbligatorio il green pass per andare a lavorare.

Ai manifestanti, a cui è stato attribuito il nome di no-vax, la necessità del green pass per il lavoro è sembrata solamente un modo indiretto per andare a renderlo obbligatorio a tutti e ciò ha portato a manifestazioni ancora più vivaci, talvolta cadendo anche nella violenza.

Manifestazione no green pass, Milano, 30 ottobre 2021

L’argomento green pass è molto delicato ed il dibattito continua incessantemente dalla sua ufficializzazione.

Ma quando questo diventa una limitazione dei diritti? 

Lo Stato dà la libertà sulla scelta di vaccinarsi, ma rende obbligatorio il Green Pass per non morire di fame: è chiaramente una contraddizione e finchè il vaccino non sarà approvato per la sua obbligatorietà, continuerà ad essere tale.

Molte persone venivano sfruttate in periodo di pandemia, con il rischio quotidiano di ammalarsi, ma adesso devono avere il Green Pass per fare ciò che facevano prima dell’invenzione di questa misura anti-covid: per loro è sicuramente contestabile. Il diritto di manifestare è alla base di ogni cittadino libero, e quando lo si fa in maniera pacifica (come nella maggior parte dei casi) è la massima espressione del dissenso popolare, ma nel momento in cui la manifestazione diventa un’occasione per distruggere le opere pubbliche e creare disordini, si perde il significato essenziale della protesta, come nel caso di Roma nei giorni precedenti alla norma del Green Pass sul lavoro. 

In conclusione il Green Pass e il suo utilizzo in vari contesti è razionalmente corretto e funzionale per la definitiva e lenta uscita dalla pandemia Covid-19, nonostante vengano sottratte alcune libertà a chi, per libera scelta, decide di non vaccinarsi.

 

Articolo di Federico Vincenzo, Manuel Clivio, Filippo Annoni.

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