I diritti umani sono i diritti inalienabili dell’uomo, ossia quei diritti che devono essere riconosciuti
ad ogni persona per il solo fatto di appartenere al genere umano, indipendentemente dalle origini,
appartenenze o luoghi ove la persona stessa si trova. Nonostante l’idea di diritti umani risalga a
tempi antichi, il concetto moderno è emerso soltanto dopo la Seconda Guerra Mondiale con
l’adozione della Dichiarazione universale dei diritti umani nel 1948 da parte delle Nazioni Unite.

Diritti umani e cambiamento climatico: che legame c’è?

“Il cambiamento climatico è una questione di diritti umani non solo perché i suoi impatti devastanti
incidono sul godimento dei diritti umani, ma anche perché è un fenomeno creato dall’uomo che
può essere mitigato dai governi“ (Kumi Naidoo, Segretario Generale di Amnesty International).

Innanzitutto per capire il legame tra i diritti umani e il cambiamento climatico, è importante
conoscere il significato di quest’ultimo.
Per cambiamento climatico s’intende qualsiasi alterazione dell’atmosfera globale che sia
direttamente o indirettamente riconducibile all’azione umana. Da anni ormai la Terra è soggetta al
cambiamento climatico e la causa è stata messa in relazione con l’elevata presenza di gas serra
nella nostra atmosfera. Sono numerose le attività umane che liberano questi agenti nell’aria; basti
pensare all’utilizzo di vetture, di impianti di riscaldamento, alle attività agricole e industriali e a
tutto ciò che ha a che fare con la produzione di elettricità e calore da fonti di energia non
rinnovabile. Una volta nell’atmosfera i gas serra trattengono parte delle radiazioni infrarosse
originate dal sole e riflesse dalla superficie terrestre, dall’atmosfera e dalle nuvole. Più la
concentrazione di questi agenti è elevata, più radiazioni e calore vengono trattenuti, causando
così l’innalzamento delle temperature e il cosiddetto riscaldamento globale.

Il riscaldamento globale

I cambiamenti climatici sono fortemente collegati ai diritti umani a causa del loro effetto
devastante, non solo sull’ambiente, ma anche sul nostro benessere. Oltre a mettere in pericolo la
nostra stessa esistenza, i cambiamenti climatici stanno avendo effetti dannosi sui nostri diritti alla
vita, alla salute, al cibo, all’acqua, all’alloggio e ai mezzi di sussistenza. Gli scienziati hanno
indicato come principale minaccia per i diritti umani il surriscaldamento globale, lo sfruttamento
intensivo dei terreni agricoli e l’innalzamento del livello dei mari.

Diritto alla vita: “tutti abbiamo il diritto alla vita e a vivere in libertà e sicurezza”; ma i
cambiamenti climatici stanno ostacolando questo diritto, in quanto compromettono ogni giorno
la sicurezza di miliardi di persone su questo pianeta. L’esempio più lampante è rappresentato
da eventi meteorologici estremi, come tempeste, inondazioni e incendi. Il tifone Yolanda nelle
Filippine ha causato la morte di quasi 10.000 persone nel 2013.

Tifone Yolanda

L’ondata di caldo estivo in Europa nel 2003 ha provocato la morte di 35.000 persone. Tuttavia, ci sono molti
altri modi meno visibili in cui i cambiamenti climatici minacciano la vita. L’Organizzazione mondiale della
sanità prevede che i cambiamenti climatici causeranno 250.000 morti all’anno tra il 2030 e il
2050, a causa di malaria, malnutrizione, diarrea e stress da calore.
Diritto alla salute: “tutti abbiamo il diritto di godere di un alto livello di benessere fisico e
mentale”. I maggiori impatti del cambiamento climatico sulla salute degli individui
comprenderanno un aumento del rischio di malattie, lesioni e morte dovute a ondate di calore e
incendi più intensi, a un aumento del rischio di malnutrizione a causa della riduzione della
produzione alimentare nelle regioni povere, l’aumento dei rischi di malattie trasmesse da cibo e
acqua e disturbi post traumatici da stress specialmente nei bambini esposti a eventi come
catastrofi naturali.
Diritto all’acqua e a servizi igienico-sanitari: “tutti abbiamo il diritto all’acqua potabile per uso
personale e domestico e a servizi igienico-sanitari che assicurino la nostra salute”. Ma una
combinazione di fattori (come lo scioglimento della neve e del ghiaccio, la riduzione delle
precipitazioni, le temperature più elevate e l’innalzamento del livello del mare) mostrano come i
cambiamenti climatici stanno influenzando e continueranno a influenzare la qualità e la quantità
delle risorse idriche. Già oltre un miliardo di persone non ha accesso all’acqua potabile e il
cambiamento climatico peggiorerà le cose. Eventi meteorologici estremi (come alluvioni e
cicloni) influenzano le infrastrutture idriche e igieniche, lasciando dietro di sé acque
contaminate e contribuendo così alla diffusione di malattie trasmesse dall’acqua. Anche i
sistemi fognari, specialmente nelle aree urbane, saranno a rischio.
Diritto all’alloggio: “tutti abbiamo diritto a un livello di vita adeguato, incluso un alloggio”.
Eppure, eventi meteorologici come inondazioni e incendi stanno già distruggendo le case delle
persone. Le siccità, le erosioni e le inondazioni possono cambiare nel tempo l’ambiente, e
l’innalzamento del livello del mare minaccia le case di milioni di persone in tutto il mondo. Una
delle conseguenze della minaccia al diritto all’abitazione, è la migrazione climatica. Infatti solo
lo scorso anno, secondo l’Internal Displacement Monitoring Centre, 17,2 milioni di persone
sono state costrette a fuggire a causa di fenomeni distruttivi e di rischi meteorologici. Si tratta
di enormi movimenti di uomini e donne all’interno del loro stesso paese o in quelli confinanti
come molto spesso è capitato in questi anni in Africa e in Sud America. L’Organizzazione
internazionale per le migrazioni prevede che entro il 2050 il numero di migranti climatici salirà a
200 milioni.

Le migrazioni climatiche nel mondo previste entro il 2050.

Sebbene i cambiamenti climatici riguardino tutta la popolazione mondiale, sono stati individuati
dei soggetti che ne saranno maggiormente colpiti, ed è per questo motivo che si rendono
necessarie misure urgenti per impedire che la situazione peggiori. Tra le categorie troviamo:
i Paesi sviluppati e Paesi in via di sviluppo, i quali hanno un sistema economico molto fragile,
interamente basato sullo sfruttamento di limitate risorse naturali.
le etnie; infatti nei Paesi sviluppati i soggetti più toccati dall’inquinamento sono persone
provenienti da classi sociali più povere, dal momento che spesso vivono in condizioni di disagio,
magari vicino a plessi industriali molto inquinanti e non si possono permettere le spese sanitarie.
le nuove generazioni; tant’è vero che il cambiamento climatico sarebbe alla base di una
“discriminazione intergenerazionale”. Le generazioni che verranno si troveranno a fronteggiare
pericoli ed incognite che quelle attuali non conoscono. Diventerà problematico spostarsi, a causa
dell’intensificarsi delle tempeste, resistere alle ondate di calore, trovare una sistemazione sicura,
accedere ad un sistema sanitario in grado di fronteggiare l’emergere di nuove patologie legate al
cambiamento del clima.

Per esprimere al meglio il nostro pensiero vorremmo condividere con voi lettori questa citazione:

“difendere i diritti degli altri è il fine più alto e nobile di un essere umano” (Khalil Gibran).

Ognuno di noi deve agire non solo per il proprio bene ma anche per quello delle persone che ci
stanno attorno. In questo contesto, anche nel nostro piccolo, ogni gesto come la raccolta differenziata, comprare
alimenti con meno imballaggio possibile o spegnere semplicemente l’acqua e la luce quando non
la stiamo utilizzando diventa un grande passo per la salvaguardia del pianeta e dunque per la
difesa dei diritti dell’intera umanità.

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