ITALIA BATTE USA

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.” Questo recita l’articolo 32 della Costituzione Italiana.

Nonostante le fragilità riscontrate nel nostro Servizio Sanitario Nazionale, lo Stato italiano offre assistenza sanitaria indipendentemente dall’appartenenza ad un ceto sociale o dal reddito. Il diritto alla salute è un diritto fondamentale garantito a tutti, dal momento che la salute è intesa non soltanto come bene individuale, ma come risorsa della collettività; infatti tutelare la salute del singolo permette di tutelare l’intera comunità, anche in ottica di prevenzione. 

Gli USA, invece, non prevedono un’ universalità del diritto alla salute, ma garantiscono prestazioni gratuite solo ai cittadini ultra 65enni e a fasce di popolazione con basso reddito. Questo diritto è stato esteso alla popolazione americana solamente nel 1965. Per un’ulteriore estensione della fascia degli aventi diritto si è dovuto attendere il 2010, quando Obama emanò il “Patient Protection and Affordable Care Act”, più comunemente conosciuto come Obamacare. Attualmente circa l’85% dei cittadini possiede una copertura assicurativa che garantisce le cure mediche nel paese. Il 15% della popolazione americana resta ancora privo di assistenza sanitaria. Se la salute è il requisito fondamentale per aspirare alla felicità, significa quindi che questi cittadini sono privati anche del loro diritto alla felicità. Questa condizione emotiva è però  assicurata dalla Costituzione Americana, che afferma:

“Tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca delle Felicità; allo scopo di garantire questi diritti, sono creati fra gli uomini i Governi, i quali derivano i loro giusti poteri dal consenso dei governati; ogni qual volta una qualsiasi forma di Governo, tende a negare tali fini, è Diritto del Popolo modificarlo o distruggerlo, e creare un nuovo governo, che ponga le sue fondamenta su tali principi e organizzi i suoi poteri nella forma che al popolo sembri più probabile possa apportare Sicurezza e Felicità.”

Evidentemente è facile affermare buoni principi ma è difficile realizzarli concretamente. 

Il benessere sanitario è strettamente collegato con la felicità. Come indicano le statistiche del World Record Report, tra gli 84 Paesi presi in considerazione quelli che offrono assistenza sanitaria gratuita hanno un punteggio maggiore (+ 0.4 punti) rispetto a Paesi dove la sanità è privatizzata.

 

Risulta chiaro che negli USA, a causa della loro privatizzazione sanitaria, il tasso di benessere e  di felicità è diminuito in 21 stati nell’anno 2017 rispetto al 2016. Inoltre per la prima volta, nessuno stato ha registrato un aumento di benessere.

 

L’Italia invece si classifica come 15esimo paese con sistema sanitario più accessibile. In moltissimi attribuiscono i meriti alla dieta mediterranea e all’approccio mentale degli italiani – secondo molti – ‘vacanziero’, con conseguenze evidenti sul nostro benessere e sulla nostra salute, che si traduce in un punteggio felicità pari a 6,4. Inoltre, il Servizio Sanitario Nazionale (SNN) totalizza un punteggio di 67 nell’Indice Sanità (Health Care Index). Un altro settore in cui l’Italia totalizza un punteggio molto alto è quello dell’accessibilità e la qualità del sistema sanitario, che registra un indice pari a 88.7, rendendo l’Italia il 15esimo paese con il sistema sanitario migliore e più accessibile. 

In conclusione, le cure sanitarie disposte dal singolo Stato influenzano la felicità e il benessere del cittadino. Come dichiara l’OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) il diritto sanitario è indispensabile in quanto diritto fondamentale dell’individuo. La salute è uno stato complessivo di benessere fisico, mentale e sociale, e non la mera assenza di malattie o infermità. 

 

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