I diritti per le persone della comunità lgbtq+ esistono in Italia, ma è un’esistenza formale che non trova effettiva attuazione. Diverse ricerche e studi dimostrano proprio questo: l’Italia è uno dei paesi meno gay-friendly in Europa, ed in generale meno aperto al “diverso”.

Infatti per le persone omosessuali, bisessuali, transgender…è vietato vivere una vita che agli eterosessuali è scontata: possono sposarsi, adottare bambini e soprattutto non avere paura del mondo esterno. Come esternato da molte ricerche, importanti vittime delle discriminazioni sono le famiglie arcobaleno e l’odio nei loro confronti è sicuramente aumentato a causa di una mentalità chiusa, come quella dei sostenitori delle famiglie tradizionali.

Nel 2019 la Commissione europea svolse un sondaggio per indagare il livello di tolleranza verso la comunità lgbtq: se i dati mostrano apertura e ottimi risultati in stati come Spagna, Olanda e Svezia, l’Italia si dimostra alquanto retrograda rispetto agli altri.

In media nelle altre nazioni europee circa il 76% della popolazione approva la richiesta di uguali diritti per eterosessuali e omosessuali, in Italia solo il 68% ne è favorevole. L’opinione del 32% rimanente è sicuramente influenzata e legittimata dai politici e dal loro linguaggio, altamente discriminatorio, i quali fondano la loro agenda politica sulla discriminazione e sull’odio e non si hanno più paura di essere riconosciuti come in passato ma anzi sperano che ciò gli sia attributo facendosi promotori di avversione e risentimento.

Parlando della situazione sui diritti della comunità lgbtq+ in Italia spicca sicuramente il recente decreto del ddl zan.

DDL Zan, cos’è e cosa prevede?

Il DDL Zan è un disegno di legge che prende il nome dal suo creatore, Alessandro Zan, il quale prevede un aumento delle pene contro discriminazioni e crimini nei confronti di omosessuali, transessuali, donne e disabili.

Il disegno di legge è stato approvato dalla Camera nel novembre del 2020, ma è stato più volte messo in discussione ed è stato al centro di tantissimi dibattiti a causa dell’ostruzionismo da parte della Lega, che affermava che la legge italiana sancisse già pene per reati di questo carattere.

In base al testo, il DDL equipara i reati legati all’omofobia a quelli dell’articolo 604 bis del codice penale che contrasta il razzismo e discriminazioni di carattere religioso.

Esso punirebbe con fino a 4 anni di reclusione l’odio di natura omobitransfobica, religiosa, e quello sull’identità di genere e sulle disabilità.

        

Inoltre il disegno di legge andrebbe ad istituire una giornata internazionale contro omofobia, lesbofobia, bifobia 

e transfobia, questo per diffondere il rispetto e l’inclusione e per contrastare i pregiudizi.

Ancora adesso la legge Zan anima l’opinione pubblica con dibattiti e divisioni.

 

 

 

Perchè la giornata internazionale contro l’omobitransfobia cade il 17 maggio?

La data scelta per la celebrazione della giornata internazionale contro l’omobitransfobia, chiamata anche IDAHOBIT “international day against homophobia, biphobia and transphobia” è il 17 maggio.

È stata adottata questa data perchè il 17 maggio 1990 l’OMS, ovvero l’organizzazione mondiale della sanità, ha tolto l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali “daignostic and statistical manual of mental” (DSM).

A cura di Anna Bollini, Iride Castiglioni, Sofia Cremona e Carla D’Arrigo

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