Come disse la celebre Coco Chanel: “Una donna dovrebbe essere due cose: chi e cosa vuole”, questa frase diventò un esempio per ogni donna degli anni ’20-’30, sia perché era frutto del pensiero di una delle donne più influenti di quegli anni, sia perché molte donne ne ricavavano forza e speranza. Ancora oggi Chanel rimane una delle donne che contribuirono maggiormente all’emancipazione della donna, si servì del suo lavoro e del suo talento, per liberare la donna dal vincolo dell’uomo, rendendola moderna e all’avanguardia. Ella non volle mai definirsi femminista, ma la sua rivoluzione nell’ambito della moda femminile coincise con l’esplosione del movimento femminista.

Panchina femminicidio

Al giorno d’oggi si sente molto parlare di femminismo, ma spesso si tende ad avere una concezione errata del termine, pensando che questo sia una nuova forma di discriminazione di genere, in cui sarebbe il genere femminile a vessare quello maschile. Si ritiene dunque corretto, porre chiarezza quanto a tale argomento. Il femminismo è un movimento che sostiene la parità dei diritti e delle opportunità delle donne, nasce in un contesto di oppressione secolare da parte del genere maschile, verso quello femminile, il quale per moltissimi anni ha dovuto vivere in una situazione di subordinazione ad esso, vivendo situazioni discriminatorie, di umiliazione ed emarginazione.
Il concetto viene da una sorta di vendetta per la disuguaglianza che regnava nel passato, un fatto che ha motivato la lotta delle donne per raggiungere l’equilibrio -ancora incompleto- affrontato dalle iconiche Olympe de Gouges, femminista rivoluzionaria che finì ghigliottinata, oppure Emmeline Pankhurs, leader delle suffragette, o ancora Angela Davis, famosa attivista afroamericana che fu condannata per omicidio. Quando si parla di donne autorevoli in questo contesto, è impossibile non citare la ex first Lady americana Michelle Obama, che durante la sua intera carriera si è impegnata a rivendicare i suoi diritti di donna usando la sua capacità di influenzare il pubblico. Durante la permanenza alla Casa Bianca, Obama ha introdotto la State of Women, una campagna che tratta tematiche quali la violenza di genere e l’ingiustizia nel mondo del lavoro. A questa iniziativa hanno preso parte anche Oprah Winfrey, Meryl Streep e Kerry Washington.

Lotte femministe nel mondo dello spettacolo

Ad oggi si distinguono diversi personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo, che lottano ogni giorno nel raggiungere la parità, fra questi spicca sicuramente Emma Watson, attrice della famosa saga di Harry Potter, nonché una delle donne attualmente più influenti al mondo, la quale nel 2014 è stata nominata Goodwill Ambassador (ambasciatrice di buona volontà), della sezione delle nazioni unite che si occupa della parità di genere nel mondo. È stata anche sostenitrice di un’iniziativa che consisteva nel lasciare libri di contenuto femminista per la metro di Londra al fine di far prendere coscienza alla popolazione. Durante la sua carriera di attrice ha dovuto affrontare situazioni di disagio durante diverse interviste in cui le venivano poste domande superficiali, inerenti alla sua fisicità, piuttosto che domande inerenti al suo percorso lavorativo, come succede in ambito maschile. Sono situazioni che molte donne nel mondo dello spettacolo affrontano, è il caso di Scarlett Johansson, la quale ha ricevuto domande sessiste durante innumerevoli interviste riguardanti la sua partecipazione nella pluripremiata saga Avengers.

Locandina Pulp FictionPer quanto riguarda il mondo del cinema è da sempre presente una forte disparità salariale, e fu proprio Patricia Arquette, durante il suo discorso di ringraziamento agli oscar del 2015, ad aver chiesto l’uguaglianza di stipendi ad Hollywood fra uomini e donne. Da quel momento, molte sue colleghe come Jennifer Lawrence, Charlize Theron e Meryl Streep, hanno condiviso la sua richiesta. A dare un ruolo importante alla donna nelle proprie opere cinematografiche, è Quentin Tarantino, uno dei registi più famosi al mondo, che è riuscito a far risaltare il ruolo della donna come lottatrice (ruolo attribuito solitamente a personaggi maschili) nei suoi due capolavori “Pulp Fiction&” e “Kill Bill” nei quali la protagonista Uma Thurman incarna il personaggio di una donna forte, capace di vincere ogni sfida e apprendere ogni insegnamento che le veniva fornito. Il suo personaggio diventò una vera e propria icona femminile e un esempio per ogni regista degli anni ’90.

Importante è sottolineare che l’essere femminista al giorno d’oggi non deve essere una scelta o una vocazione, come in molti credono. È eticamente e socialmente scorretto pensare di dover scegliere se doverlo essere, agire in modo femminista deve essere parte della quotidianità di ogni cittadino, e ad affermarlo sono la storia passata e il diritto.

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