Roma sembra aver perso il titolo di capitale, Atene non è più l’ombelico del mondo, si cercano nuovi piccoli-grandi “centri di gravità permanenti” per colmare il vuoto delle certezze precedenti. Dal globale al locale: Varese è il centro di uno scenario futuristico.

Da scatole di metallo arancio a nuovi autobus argentei che sfrecciano più efficienti dei loro predecessori. Tirati a lucido come i cervelli dei ragazzi che portano a scuola, non sono altro che l’esordio della nuova tecnologia e delle nuove generazioni.

Da una parte ci sono innovazioni che aumentano la qualità della vita, dall’altra menti fresche, che otterranno presto buone opportunità lavorative. L’intreccio generazionale che osserviamo oggi è il catalizzatore per il futuro, un tempo moderno che unirà le prospettive di lavoro, la comunicazione nel territorio e la concentrazione sui giovani.

I giovani sono la chiave del futuro, ma come è arrivata Varese a questo punto?

Tra le generazioni più anziane che hanno gettato le basi – binari solidi, sicuri, che ancora reggono – e la fascia media d’età che si occupa di apporre nuove modifiche che migliorano il primo tentativo di contributo alla società, i giovani hanno il mondo davanti a loro. Grazie al supporto di chi è venuto prima hanno molteplici possibilità, infinite variabili che li conducono a un unico, brillante futuro: il successo. Sostenuti dagli strumenti offerti e guidati dal proprio ingegno daranno luce a nuove tecnologie, mai viste prima.

Forse perfino il teletrasporto, chi lo sa.

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