Potrebbe sembrare, eppure non stiamo parlando di una fiaba. Ne La bella addormentata, Aurora, ferendosi con un arcolaio, cadde in un sonno profondo che solo il bacio del vero amore riuscì a spezzare. Nella nostra storia, invece, Aurora si chiama in realtà Francesca Chiara ed è stata in grado di risvegliare da un lungo sonno la comunità gallaratese. A differenza della fiaba, il lungo sonno di cui parliamo non è un sonno fisico, bensì mentale e culturale. Difatti, quanti di noi conoscono effettivamente le origini economiche del nostro territorio?

 

Durante la prima lezione del corso di filatura (tenutosi al museo MAGA di Gallarate, Venerdì 8 Novembre 2019), Francesca ha in realtà spiegato come, fino ai primi anni del duemila, l’economia varesina girasse particolarmente attorno all’industria tessile e manifatturiera. Città come Gallarate, Busto Arsizio e Legnano addirittura fanno risalire le proprie origini dell’industria tessile alla seconda metà del 1800. L’utilizzo di telai a pettine liccio proprio del museo MAGA non è comune, anzi, tutt’altro. Già all’epoca di Leonardo DaVinci, infatti, l’innovazione tecnologica aveva permesso lo sviluppo anche nel campo della tessitura, facilitandone il processo. Ciò significa che le tecniche apprese dai partecipanti al corso -e in primis da Francesca- appartengono a un’epoca assai lontana, al 1400, periodo proprio del Medioevo.

 

Saltando temporalmente si giunge alla seconda metà del secolo scorso. Proprio in questi anni infatti, si vedono sorgere le prime grandi case di moda sul nostro territorio, come ad esempio Missoni, fondata nel 1953 da Ottavio Missoni per produrre maglieria. Solamente più tardi, nel 1971, la moglie Rosita Missoni cominciò a occuparsi di ciò che in un futuro non troppo lontano sarebbe diventato Missoni Home, tramite la creazione di arazzi e tappeti ricavati dai ritagli preziosissimi di tessuto di scarto. Ad oggi, Missoni è in stretta relazione con il Museo MAGA, tanto da aver tenuto una mostra nel 2014-2015 (Missoni: l’arte, il colore) ed  essere sponsor del corso. Altri nomi noti sono quello di Zegna Baruffa, esperti nella tessitura, e quello di Orsini-Zibetti, maestri nel ricamo.

 

Attualmente, la tradizione della tessitura tramite telaio permane solamente in alcune zone della Penisola, come in Campania, Calabria, Toscana e Sardegna, ma come dimostrano i sedici telai a pettine liccio presenti nel museo, l’attaccamento al patrimonio culturale ed ereditario è molto forte anche nella nostra provincia. L’interessamento dei cittadini a un’iniziativa di stampo prettamente culturale e tradizionale è da intendersi come un qualcosa di veramente notevole poichè rappresenta il legame che intercorre fra la nostra, seppur piccola, civiltà e le origini che ci accomunano.

 

Contrariamente alla principessa Aurora, addormentatasi dopo essersi ferita con un fuso, la speranza -nostra in quanto cittadine e di Francesca in quanto portatrice di tradizione- è quella di risvegliare l’interesse comune per le origini e di ridestare l’attenzione su ciò che un tempo ha garantito alle nostre famiglie una vita tranquilla, attraverso uno strumento noto a tutti: il telaio.

 

 

 

 

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