Sconosciuto ai più, questo termine è divenuto una delle espressioni imprescindibili al fine di comprendere la realtà sociale contemporanea.

Cosa s’intende per ecumene globale? Dal punto di vista antropologico, esso indica la progressiva perdita di confini delle realtà locali al fine di divenire permeabili le une con le altre. Ciò significa che l’uomo contemporaneo vive in un mondo i cui confini interni non sono perfettamente marcati ed inviolabili, bensì è parte di un insieme collettivo in cui gli elementi culturali sono sempre più condivisi e riformulati in una prospettiva globale.

Spesso si pensa che questo fenomeno concerna solamente i confini intesi come “delimitazioni tra diverse nazioni”, applicabile esclusivamente in ampia scala e senza che riguardi le singole realtà locali in modo concreto; nella realtà, invece, è proprio la dimensione locale a permettere la formazione dell’ecumene globale.

Ed è proprio in questo contesto che s’inserisce un altro termine, elaborato dal sociologo Zygmunt Bauman: la glocalizzazione. Esso nasce dalla fusione di “globalizzazione” e “localizzazione” ed intende indicare quei casi in cui globale e locale agiscono in perfetta sintonia, aprendosi l’uno nei confronti dell’altro.

La glocalizzazione ritiene che il fondamento della società, in qualsiasi epoca storica, è stata la comunità locale, attraverso la relazione tra individui presenti in un determinato territorio. Questa organizzazione diviene un vero e proprio insieme di sistemi, che a sua volta si relaziona con un sistema più complesso: il globale.

Economia, cultura, lavoro, politica e sociale, ovvero i diversi ambiti in cui la realtà territoriale si sviluppa, divengono di fondamentale importanza al fine di creare una cultura globale permeata di tradizione locale.

Ecco quindi che le città rappresentano il simbolo stesso del pool culturale rappresentato dall’ecumene globale: tener conto delle peculiarità e particolarità storiche che una città detiene consente di porre in sintesi perfetta il globale ed il locale. Ciò permette che la città stessa possa perpetuarsi e proiettarsi nel futuro, in una dimensione di sintonia all’interno della glocalizzazione.

Leave a Reply