COLPI DI FREESTYLE: a scuola di Hip-Hop con Tormento e Kaso

 

GLI ALBORI

Appare chiaro fin da subito che di certo ne Kaso ne Tormento, artisticamente nati e cresciuti a Varese e adesso artisti acclamati, potessero immaginare che proprio partendo da qui sarebbero arrivati dove sono ora.
Ricordano Varese Dischi, i portici, le scalette, i vestiti larghi che si usavano rigorosamente per fare break-dance con gli amici, il freestyle e il desiderio di sperimentare.
Tutte attività comuni importate dall’America e riprese da numerosi ragazzi di tutto il mondo capaci di sfruttare il movimento come valvola di sfogo personale.
“L’Hip-Hop ha avuto una potenza comunicativa tale da avere dato una possibilità diversa ai giovani: quella di avere una porta di ingresso nel mondo, di rivendicare la propria libertà d’espressione” dice Kaso.
Entrambi ci tengono a sottolineare che non è stato facile seguire il movimento, sia per i pregiudizi e l’ostruzionismo italiano verso il genere, sia perché allora i mezzi di comunicazione erano davvero pochi.
La musica oltreoceano, tra i pochi mezzi capaci di unire un mondo non ancora social, è stata d’aiuto durante carriera di Tormento.
L’ascolto di moltissimi album della West Coast, donatigli dal fratello maggiore Esa, ha infatti influito per tutta la sua carriera musicale nei Sottotono.

 

    (Fonte: Google Immagini)

1994: L’ANNO DELLA SVOLTA

E’ nel 1994 che la carriera di Tormento prende una piega inattesa: esce infatti “La mia Coccinella”  , traccia contenuta nel primo album dei Sottotono, composti oltre che da Tormento stesso dal producer Big Fish.
“In quegli anni c’erano pochi dischi, pochi imput dall’America e i social erano praticamente inesistenti. Per questo motivo il genere andava inventato da zero, portando innovazione e capacità espressiva” ammette Tormento.

PRODUZIONE E COMUNICAZIONE SOCIALE 

“Nel giro di pochi anni c’è stato un cambiamento molto, forse troppo, veloce” afferma il titolare della casa discografica, sottolineando come allora, per produrre una base per un testo di una canzone rap, fosse necessario selezionare brani già esistenti e reinventarseli.
Nulla di vietato? “Dipende”, risponde lui, “la proprietà intellettuale di un artista va rispettata ma nulla vieta a un altro di modificare una base in maniera tale che anche ascoltandola, difficilmente si possa dedurne la sua origine. Anche affermarsi allora era un’impresa ardua.”
E ‘necessario soffermarsi sulla vera rivoluzione: l’avvento di Internet.
Se allora infatti un’artista aveva come mezzo la propria etichetta e festival che riunivano grande pubblico (come Sanremo o il Festivalbar), con Internet ci si è trovato improvvisamente catapultati in un mondo capace di rendere disponibile un album in modo gratuito.

 

      (Fonte: Google Immagini) 

IL DECLINO 

“Qualcosa non ha funzionato. Potrei dire che eravamo scomodi e davamo fastidio ma più probabilmente non raccontavamo bene le cose” afferma Kaso,“Eravamo demonizzati dai media. Siamo arrivati al punto dove loro dicevano che non ci avrebbero mai trasmesso in radio e noi eravamo tranquilli, infondo non ci avevano mai passato prima, cosa sarebbe cambiato?” replica Tormento.
Ecco come questo genere musicale è imploso.
Nel 2001 infatti, il rap è declinato in contemporanea con la carriera dei Sottotono, a seguito dell’accusa di plagio per la canzone “Mezza Verità”.
Con la stessa forza dirompente e la medesima cattiveria che caratterizzano i brani di questi rapper, si scrive oggi la musica trap, da lui definita una semplice continuazione “naturale” dell’hip-hop di vent’anni fa, in cui i giovani urlano i loro dissapori sociali.
Di conseguenza viene poi citato Massimo Pericolo, definito da entrambi come “un ragazzo di talento, con una vita incasinata e una storia da raccontare”.
E’ palese che, sia Tormento che Kaso, siano estremamente emozionati al pensiero di avere un nuovo rappresentante del “rap di provincia” come lo sono stati loro e che costui sia proprio di Varese, città che ha sempre avuto in ambito musicale la voglia di affermarsi come realtà a parte rispetto a Milano, li rende orgogliosi.
Chiude la conferenza Tormento con una frase malinconica che fa riflettere: “la musica di allora era più impegnata di oggi ma tocca a noi dover fare dei passi indietro per poter parlare a più persone”.

 

E’ dunque chiaro quanto un territorio possa influire nella formazione artistica, culturale e umana di una persona, come di generazione in generazione avvenga il cambiamento e che l’ambito musicale sarà sempre animato da scontri generazionali tra passato e futuro.
Da una realtà di provincia come la nostra basta davvero poco per “viaggiare” e toccare orizzonti così distanti: la globalizzazione è un processo in continuo movimento.

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