DOLOMITI, PATRIMONIO DELL’UNESCO


Le Dolomiti esistono  da sempre. Tuttavia la loro storia inizia con la loro “scoperta”, avvenuta verso la fine del XVIII secolo, un’epoca fondamentale per lo sviluppo della scienza e della cultura occidentale. Due possono essere considerate le date principalidella loro scoperta scientifica: la prima è il 1789, quando DeodatDolomieu identificò le particolarità del minerale che compone queste montagne, chiamate pochi anni dopo in suo onore “Dolomite”; la seconda è il 1822, anno in cui Leopold von Buch e Alexander Von Humboldt,importanti scienziati e figure culturali di maggior spicco, iniziarono  a studiare  la “strana” stratigrafia di queste montagne. Essi furono i primi a cogliere nelle particolarità geologiche e geomorfologiche l’intrinseca bellezza delle Dolomti. Proprio perché esse raccolgono sia l’interesse scientifico che quello estetico la loro iscrizion nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, avvenuta il26 giugno 2009, è stata proposta contemporaneamente sia per i valori geologico-geomorfologici che per quello estetico-paesaggistici, rappresentando un bene seriale, poiché si configura come un insieme, seppur articolato e complesso, unitario per entrambi gli aspetti

Le Dolomiti sono state riconosciute Patrimonio dell’Unesco poiché soddisfano non uno ma due criteri, tra i quattro complessivi, necessari per farne parte, poiché è un sito naturale che contiene fenomeni superlativi con aree di bellezza e di importanza estetica eccezionale ed anche perché rappresentano un esempio straordinario delle principali  fasi della storia della terra.

Per meglio esplicitare il criterio VII si può dire che le Dolomiti sono largamente considerate tra i più bei paesaggi montani del mondo. La loro bellezza si evince dalle conformazioni verticali, come pinnacoli, guglie e torri, che contrastano con superfici orizzontali, come balze e altipiani e che s’innalzano bruscamente da estesi depositi di falda detritica. La grande diversità di colorazioni è provocata dai contrasti di roccia nuda con pascoli e foreste.  Alcune scogliere rocciose superano i 1500 metri e sono fra le più alte pareti calcaree al mondo.

Il criterio VIII viene ampiamente soddisfatto se si analizzano dal punto di vista geomorfologico.Le Dolomiti racchiudono un’ampia gamma di morfologie connesse all’erosione, al diastrofismo e alla glaciazione.  Le sue cime e le sue torri includono varie formazioni carbonatiche, così come sono di importanza internazionale le piattaforme carbonatiche del Mesozoico, che rappresentano un’importante testimonianza dell’evoluzione dei bio-costruttori nel periodo tra il Permiano ed il Triassico, determinanti per la costruzione delle scogliere e dei bacini circostanti. Le Dolomiti comprendono svariate sezioni per la stratigrafia del periodo Triassico.

L’UNESCO, inoltre, richiedeva la preesistenza di chiari vincoli di protezione ed è per questo che non tutti i complessi montuosi che costituiscono le Dolomiti sono potuti rientrare in questa lista. Ne fanno parte, invece, nove gruppi dolomitici che interessano i territori di cinque province (Belluno, Bolzano, Pordenone, Trento, Udine), interessando un’area di circa 142.000 ettari qui sotto elencati :

 

-Pelmo, Croda da Lago (Belluno)

– Marmolada (vetta più alta 3343 ghiacciao più esteso)

-Pale di San Martino, San Lucano, Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine

– Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave

-Dolomiti Settentrionali

– Puez-Odle

– Sciliar – Catinaccio- Latemar

– Bletterbach

– Dolomiti di Brenta

La formazione delle Dolomiti può essere riassunta in breve, partendo dal dato di fatto che non sempre sono state montagne. Nel Permiano erano una pianura, solcata da fiumi. Nel Triassico erano un ampio mare tropicale, con piccoli atolli e qualche vulcano

Col tempo le isole crebbero di dimensioni diventando simili alle attuali isole coralline.

Quest’area sprofondò quando si formò l’Oceano Atlantico; poi le Dolomiti emersero dal mare, innalzandosi per migliaia di metri, solo quando l’Africa si staccò dalla Pangea e ruotando verso l’Europa si formarono le Alpi.

Tre processi hanno generato le Dolomiti:

  • la litogenesi, cioè la trasformazione dei sedimenti marini e terrestri in roccia;
  • l’orogenesi, legata al sollevamento della catena alpina;
  • la morfogenesi, che ha scolpito le valli e le pareti di roccia attraverso l’azione degli agenti atmosferici.

L’emozione visiva delle Dolomiti è amplificata dall’enrosadira, un fenomeno naturale peculiare di queste montagne. Durante l’arco  ella giornata le pareti rocciose, per la specifica struttura e composizione della dolomite,  reagiscono in modo particolare ed unico ai cambiamenti della luce: cariche di colori caldi all’alba e al tramonto, pallide nella luce meridiana, mentre il crepuscolo e il chiaro di luna conferiscono a queste montagne un aspetto freddo e ultraterreno.

È stata istituita dalle Province e dalle Regioni coinvolte in questo prestigioso riconoscimento la fondazione “ Dolomiti-Dolomiten-Dolomites – Dolomitis Unesco”,che si pone come referente unico e garante nei confronti dell’Unesco per quanto riguarda la strategia di gestione generale e il mantenimento dei valori universali.

La strategia di governance del Bene Dolomitiè incentrata sulla conservazione, comunicazione e valorizzazione intorno a cui sviluppare il piano di coordinamento delle gestioni locali che dovranno lavorare per conseguire i seguenti obiettivi :

  • conservazione del paesaggio e del patrimonio geologico;
  • gestione dei flussi turistici, con particolare attenzione alle aree dove questi hanno raggiunto o superato i limiti di tolleranza;
  • comunicazione,informazione e formazione rispetto ai valori del Bene;
  • svilupposostenibile, educazione ambientale e ricerca scientifica

 

Questa strategia pone le basi per poter garantire efficacia e adeguatezza delle misure di protezione delle Dolomiti, con lo scopo di prevenire eventuali possibili rischi che possano minacciare la loro integrità.

 

Marco Favetti 5F

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