Lunedì 16 luglio. Ore 11. Torino, stazione di Porta Nuova.
Comincia proprio così la mia settimana estiva al Campus di Matematica, Fisica e Astrofisica tenutosi a Bardonecchia.
In casa mi era stato proposto di partecipare a questa iniziativa, sapendo dell’interesse per le materie scientifiche che mi accompagna fin dalle scuole medie, in particolare proprio per la fisica. Da principio, ammetto, sono stato un po’ combattuto: da un lato il desiderio di prendere parte a una settimana di lezioni mirate ad argomenti davvero accattivanti, dall’altro però anche il timore di non essere in grado di coglierne pienamente i contenuti. “ Vedila come un’occasione per confrontarti con altri ragazzi che, come te, si pongono domande e sono curiosi, e con docenti con i quali, libero dai soliti comprensibili imbarazzi, sarà più semplice relazionarsi”. Convinto da questo incoraggiamento familiare mi sono iscritto.
Il punto di raccolta è proprio lì, in stazione. Mi ritrovo in mezzo a una vera e propria massa di ragazzi e ragazze che, capisco immediatamente, provengono davvero da tutta Italia. La maggior parte si riconosce e si saluta, altri sono alla prima esperienza come me, però “Beati loro” –mi viene subito da pensare – “almeno sono in gruppetti di due o tre, io invece non conosco nessuno”. Ad attenderci sei pullman che ci porteranno al villaggio Olimpico di Bardonecchia, dove appunto alloggeremo e seguiremo i corsi.
E’ il momento dei saluti di benvenuto; timido scambio di convenevoli con chi mi siede accanto, mentre mi guardo un po’ intorno: in effetti, a ben vedere, c’è davvero poco di convenzionale. Intanto i discorsi che si sentono sono tutt’altro che superficiali, del tipo gossip estivi: droni, parabole, integrali…. e, sorprendentemente, nessuno indossa capi griffati, rari sono i “look modaioli o eccentrici”. L’apparenza vale poco, conta la sostanza e in fondo in fondo inizio a sentirmi un po’ meno a disagio.
Il villaggio Olimpico, costruito in occasione dei campionati invernali del 2006, è una struttura moderna, ampia e confortevole. Alle 15.00 si svolge la cerimonia inaugurale, un’ora dopo inizia la Lectio Magistralis di Matematica e, a seguire, iniziano i corsi prescelti da ciascun partecipante. Come anticipato, la mia preferenza è caduta prevalentemente su fisica. Le lezioni sono suddivise in sezioni e per ciascuna di esse è possibile selezionare due dei quattro corsi offerti.
Vediamo nel dettaglio i miei corsi.
Per la sezione A (PARTICELLE DELLO SPAZIO) ho partecipato a lezioni sugli acceleratori rilevatori di particelle, focalizzato sulla struttura e la collocazione degli stessi, e sul modello standard, ovvero un’introduzione ai modelli fondamentali della materia esistente e ai meccanismi di interazione.
Per la sezione B (COSMOLOGIA) ho seguito gli interventi di fisica atomica, volti a descrivere sia la composizione degli atomi (dai quark ai leptoni), sia le condizioni necessarie allo sviluppo della vita (acqua liquida, aria, campo magnetico).
La sezione C (PARTICELLE DALL’UNIVERSO) è indubbiamente stata tra le mie favorite. Ho preso parte infatti ad un esperimento e ho apprezzato il fatto di aver dovuto entrare in campo e aver operato in modo più concreto. Ci è stato chiesto di porre l’oscilloscopio (un rilevatore di particelle) in posizioni e ad altezze differenti in modo da comprendere la direzione delle particelle. Abbiamo svolto numerose rilevazioni nel corso di alcuni giorni per giungere alla conclusione che le particelle provengono dall’alto, inoltre tramite gli esperimenti abbiamo avuto prova che la soletta di un palazzo riesce a filtrare fino al 15% delle particelle cosmiche.
Infine, all’ interno della sezione D (RELATIVITÀ EINSTENIANA) sono state presentate una serie di dimostrazioni matematiche delle leggi. Quest’ultima, assieme alla sezione A, sono state per me le più difficili, sia per l’uso di un linguaggio estremamente specifico, sia perché, devo ammettere, ho faticato ad afferrare argomenti di cui ero del tutto a digiuno, proveniendo da un terzo anno di liceo scientifico, mentre la maggior parte dei miei compagni di corso aveva già frequentato il quarto, se non addirittura il quinto, anno.
L’unica iniziativa che, mio malgrado, ho dovuto saltare è stata l’osservazione notturna del cielo, impedita dalle cattive condizioni del tempo.
Insomma, un bombardamento di nozioni, spiegazioni, dimostrazioni da parte di docenti di altissimo livello, per lo più provenienti dall’università e dal Politecnico di Torino, 24 ore su 24, nel vero senso della parola.
Sveglia alle 7, colazione alle 7.30, lezione dalle 8.30 alle 13. Ripresa alle 14.30 fino alle 19.30. Cena alle 20. Una vacanza davvero mpegnativa!
Assalto al buffet a parte, i pasti erano anche un momento di scambio di idee e anche i docenti spesso si univano alle nostre conversazioni. Credo di esprimere un sentimento condiviso da tutti noi ragazzi dicendo che ci siamo sentiti orgogliosi di essere coinvolti da studiosi di livello accademico così importanti.
Quanto a me, in particolare, sono contento di essermi misurato con altri, consapevole che la strada che intendo perseguire è impervia e, soprattutto, che la “concorrenza” sarà serrata: perché di ragazzi in gamba ce ne sono, e ce ne sono anche tanti!
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