Al giorno d’oggi reperire informazioni è molto più facile grazie all’avvento di Internet e dei social media ma questo a cosa comporta?
I social media sono un grande mezzo di comunicazione che sembra quasi aver sostituito le pubblicità cartacee o addirittura i quotidiani. Per cui, la diffusione delle notizie è velocissima e alle volte, capita che in rete le notizie arrivino prima rispetto ai mezzi di comunicazione ufficiali.
Prendiamo in considerazione il caso della “primavera araba”: il 17 dicembre 2010, in Tunisia, si diffonde in modo rapido la notizia di un giovane, di nome Mohamed Bouazizi, che a causa delle sue condizioni di vita senza un preciso futuro, compie un gesto estremo: si diede fuoco davanti alla sede del governatorato.
È avvenuta su Twitter l’immediata diffusione della notizia provocando nei giovani un senso di connessione con le condizioni sociali di Mohamed; la disoccupazione giovanile, infatti, era in costante aumento e i cittadini hanno voluto dire basta manifestando in piazza le loro volontà! Le manifestazioni compiute portarono ad uno stato di caos e pericolosità e un tasso di quasi 300 morti.
Ciò fa capire quanto una notizia d’impatto diffusa in questo modo possa provocare una reazione così imponente e in alcuni casi anche tragica.
Questo boom di messaggi consente alle notizie di arrivare in modo più efficace oppure è solo un modo “nuovo” di ostacolare le vere informazioni, portando la nascita di concetti sbagliati o addirittura falsi?
Con l’avvento delle nuove tecnologie infatti, circolano sempre di più le cosiddette “fake news”, un tema molto diffuso soprattutto tra i giovani. viene da chiederci allora:
Come riconoscere le fake news?
Con l’avvento delle nuove tecnologie è molto più facile la diffusione delle notizie di tutti i giorni, infatti molto spesso accade, che su internet o sui social possiamo trovare foto o video che documentino una vicenda senza che i giornali ne abbiano ancora parlato.
Per cui, come citato in precedenza, navigando in Internet corriamo il rischio di inciampare in queste notizie false, e che quindi portino con loro un messaggio sbagliato.
A tutti noi ormai, sarà capitato di incontrarne una e i più esperti le sapranno riconoscere ad occhi chiusi, cercando di:
- individuare le fonti: bisogna sempre verificare le fonti di una notizia che ci insospettisce, proprio per non cascarci.
- verificare l’attualità: è sempre meglio verificare l’attualità di una fonte usando siti veritieri ed è molto importante fare attenzione alla grammatica usata nell’articolo sospetto.
- capire il target: il target è la fascia d’età nella quale un messaggio è indirizzato. è importante capire a quale pubblico è rivolta una notizia per poter captare la veridicità.
Ad esempio: nel corso di quest’ultimo periodo si sente parlare sempre più spesso di guerre e conflitti in alcune parti del mondo e spesso diamo per veritiere tutte le notizie che ne riguardano… é davvero così?
Beh, no, le fake news girano anche attorno a temi delicati proprio come la guerra, insediandosi tra gli schermi degli utenti per portare disinformazione.
Basta citare il conflitto ancora in corso tra Russia e Ucraina, sicuramente ci capitano molto spesso notizie a riguardo che ci permettono di informarci e crearci una nostra opinione personale e quindi viene spontaneo pensare cosa possa esserci di strano nelle notizie di questa guerra.
In un recente studio di New Guard sono stati rilevati oltre 400 siti falsi, sui quali circolavano queste informazioni sbagliate su questo conflitto ma solamente in seguito ai vari aiuti e compassioni che sono avvenute da chi le ha ricevute.
E come mai, allora, si sente parlare di pace tra social?
Nonostante i diversi lati negativi emersi dall’uso delle tecnologie, i social media hanno abbattuto molte barriere annullando le distanze e consentendo l’aumento in modo esponenziale della velocità con cui le informazioni raggiungono ogni individuo in qualsiasi parte del mondo. In questo modo molti utenti si impegnano a influenzare e incitare gli altri individui diffondendo contenuti che hanno l’obiettivo di creare:
- dialogo e confronto tra diverse etnie, religioni e politiche
- reciproca comprensione e/o compassione
- tolleranza di chiunque ci circonda
Tutto ciò parrebbe impossibile se non ci fossero i social. Grazie ad essi quindi, si ha la possibilità di conoscere le abitudini, le situazioni e le caratteristiche altrui abbattendo ogni limite temporale e spaziale.
Si tratta dunque di un vero e proprio legame tra social media e la cosiddetta “Generazione Z” siccome è la piú tendente a farne un uso spesso sproporzionato… perché?
Semplicemente perché essi è considerato un “luogo” sicuro in cui è difficile provare disagio e timidezza così da sentirsi liberi di esprimere qualsiasi giudizio (ovviamente nei limiti) che crediamo sia giusto senza avere timore di ricevere aggressioni da chi non è d’accordo.
In merito a quanto appena scritto, abbiamo chiesto al professore di teoria della comunicazione Giovanni De Salvo dell’istituto Don L. Milani di rispondere a qualche domanda.