Social: divertimento o informazione?

“I progressi tecnologici ci hanno semplicemente fornito mezzi più efficienti per regredire.” (Aldous Huxley)

 

Con l’arrivo delle nuove tecnologie e i social media la diffusione delle informazioni e la divulgazione di esse è diventata molto più facile veloce e immediata, mutando le abitudini delle persone nelle loro azioni quotidiane .

Al giorno d’oggi la tecnologia si sta diffondendo sempre di più e sempre più in fretta a differenza di 30 anni fa, dove gli strumenti tecnologici erano pochi e costosi, destinati solo a un certo ceto sociale, perciò le informazioni venivano tramandate tramite giornali, telegiornali, radio e passaparola soprattutto nelle città poco sviluppate per cui spesso la popolazione doveva aspettare del tempo per ricevere le notizie del mondo. Nel 1990 solo lo 0,072 utenti ogni 100 persone, quindi meno di una persona su 100 aveva la possibilità di usufruire delle tecnologie messe a disposizione in quel tempo.

                

Nell’ultimo decennio  la tecnologia è migliorata soprattutto nelle quantità ovvero aumentando i dispositivi e dando più accessibilità  diminuendo il costo e rendendoli agibili a gran parte della popolazione; questo portò cambiamenti nella comunicazione di massa riducendo lo scambio di informazioni collettivo, acquisto di giornali e l’ascolto del telegiornale; aumentando lo scambio di informazioni tramite i social: dal 2023 le persone che utilizzano internet sono 5,9 miliardi messe a confronto con le 4,88 degli anni precedenti, mentre gli utenti che utilizzano i social sono aumentati del 3,7% diventano così il 60% della popolazione mondiale. https://www.youtrend.it/2020/05/06/italia-digitale-levoluzione-degli-ultimi-10-anni/

 

 

Perché i social?

Uno dei primi “social” è Sixdegrees e nasce nel 1997 da che sviluppa questa app con lo scopo di creare una rete di comunicazione tra le persone di tutto il mondo realizzando il proprio profilo, aggiungendo i propri amici e permettendo di cercare gli amici degli amici…un po’ come il conosciuto Facebook. Weinreich basa la sua idea sulla “Teoria dei 6 gradi di separazione” di Stanley Milgram che afferma che tutti gli uomini sulla terra sono connessi tra loro attraverso una catena di conoscenze.

Quest’app non viene mai definita social perché all’epoca ancora non esisteva questo termine, bensì questo verrà utilizzato solo nel 2002 con la piattaforma Friendster che raggiunge immediatamente un’importante popolarità e 90 milioni di iscritti, fino al 2015, anno in cui l’app verrà chiusa definitivamente. L’idea iniziale dei “social” eraquella di avvicinare le persone permettendogli di conoscerne altre non vicine a loro in maniera più semplice e veloce. https://www.onuitalia.it/media-e-social-tra-conflitti-e-cultura-della-pace-webinar-imap/

 

                                   

I social che hanno cambiato l’uomo 

Dal 2003 inizia la vera e propria era dei social con la nascita di MySpace, un’app che offre agli iscritti la possibilità di creare blog, profili, l’accesso a gruppi e la visualizzazione di foto, musica e video diventando così in poco tempo il social network più conosciuto a livello mondiale.  Da qui si da il via al social come “quotidiano” con lo sviluppo delle più grandi piattaforme: Facemash ovvero la conosciuta Facebook ideata da Mark Zuckerberg, nel 2006 Twitter sviluppato da Jack Dorsey  con l’intenzione di permettere agli utenti di condividere tweet con i propri pensieri a tutti gli iscritti avente la particolarità di contenere gli stessi caratteri dei famosi sms;  nel 2005 Hurley, Chan e Karim danno vita a Youtube, una piattaforma che consente la condivisione e visualizzazione di video online. Dal 2010 in poi vengono fabbricate ulteriori app tra cui: Instagram, Linkedin; pinterest, Twitch, Tiktok, Tumblr e una delle più giovani BeReal.

https://www.archimedia.it/blog/quali-sono-i-social-network-italiani-pi%C3%B9-famosi-perch%C3%A9-usarli

Social: divertimento o informazione?

Con l’avanzare degli anni i social sono aumentati sempre di più e hanno cambiato il loro modo di associarsi. Guardandosi intorno si può notare come le persone qualunque cosa stiano facendo  abbiano il telefono in mano: che stia camminando da solo o in compagnia, che stia rispondendo ad una chiamata, chi sta giocando o chi sta solo passando il tempo.

               

             

I social così assumono diversi compiti ma quelli più importanti sono due: il divertimento e l’informazione. Maggiormente negli ultimi anni si associa la parola social a spassa tempo che equivale a scrollare post e storie su Instagram e Facebook, guardare o fare video su Tik tok, divertirsi vedendo video su Youtube…insomma cose che un po’ tutti facciamo nell’arco della giornata, ma i social sono solo questo? o possono offrire anche informazioni serie sulle problematiche del mondo o della propria città? Tramite l’intervista fatta a due persone di età 35 e 63 anni possiamo notare come il loro pensiero cambia:

“I social sono solo una piattaforma di divertimento o anche mezzo di informazioni?”

Jessica, 35 anni “I social possono essere entrambe le cose, va in base alla persona che ne fa uso, è normale che dei bambini  utilizzeranno i social come youtube solo come mezzo di passatempo mentre delle persone di maggiore età lo utilizzeranno con uno scopo informativo”

Luigi, 63 anni “I social a mio parere vengono utilizzati troppo come divertimento e poco come mezzo di informazione e ciò porta soprattutto nei giovani che ormai non leggono più un giornale o non guardano mai la tv, ad una non conoscenza di ciò che accade intorno a loro.”

“Le informazioni presenti su internet sono veritiere o sono sempre fake news, e se lo sono queste possono contribuire a favorire o ostacolare la pace?”

Jessica 35 anni  “Su internet sono presenti entrambe le informazioni, bisogna sempre controllare di utilizzare sempre siti veritieri come Ansa o la Repubblica e di stare attenti a quelli che non conosciamo. Essendo uno strumento di comunicazione ampiamente utilizzato, può contribuire a divulgare messaggi/stili di vita positivi. In ogni caso dipende sempre dal soggetto che divulga le informazioni e quale messaggio vuole trasmettere attraverso i social.”

Luigi, 63 anni “Io essendo ormai non giovanissimo non so utilizzare bene internet e i social perciò non mi fido a leggere qui le informazioni e non saprei rispondere se sono vere o no, preferisco accendere la televisione e aspettare il telegiornale che a mio parere riesce a far comprendere a tutti ciò che accade e far trasmettere un messaggio positivo favorendo sempre la pace”

“Come i social media influiscono sulla nostra vita?”

Jessica, 35 anni “Più che i social in sé, sono i contenuti che vengono pubblicati/condivisi, attraverso di essi, l’uomo viene influenzato. I social per me sono strumenti che, in base a chi li utilizza e come, possono influenzare in maniera positiva o negativa le persone che accedono ai contenuti. Sicuramente, come strumenti, hanno ridotto molto la comunicazione verbale e l’interazione fisica tra le persone aumentando la comunicazione virtuale.”

Luigi, 63 anni “Penso che i social influiscono troppo nelle nostre vite, soprattutto in quelle dei giovani che a causa di questi non riescono più a pensare con la propria testa”

Dott. Resemini Matteo, 30 anni  https://youtu.be/4F_btHfbkl4

La verità è che non si ha una risposta corretta, se si seguono le pagine giuste i social trasmettono informazioni veritiere, e questa è una buona cosa per i giovani perché tramite un solo click possono leggere tutto ciò che accade, soprattutto in un momento delicato come in questi ultimi mesi con queste due guerre che stanno stravolgendo la vita delle persone: Russia contro ucraina e Palestina e Israele. Al contrario della tv, i social e internet ci portano all’occhio anche guerre di cui non eravamo a conoscenza o di cui al telegiornale si parla poco se non raramente come le guerre in Afghanistan, Myanmar, Perù, Yemen e Etiopia. https://www.italiachecambia.org/2022/04/guerre-nel-mondo/

Internet e i social possono favorire o ostacolare la libertà e la pace?

 

Queste due fonti hanno una grande importanza in tutto il mondo e queste possono sia favorire che ostacolare la pace e la libertà, in base a ciò che si sceglie di dimostrare. Per ostacolare la pace i leader politici dovrebbero togliere le connessioni internet così da bloccare il circolo di informazione e privi di ciò, la popolazione non sarà mai informata di ciò che accade e non potrà mai sapere la verità corretta bensì solo una verità fittizia dettata dal presidente della nazione. Un esempio lo è la Corea del Nord che per oltre 25 milioni di persone è vietato accedere ad internet e chi lo fa è colmo di restrizioni e censure, ma soprattutto da controlli immediati da autorità assunte dal loro presidente. https://www.wired.it/article/corea-del-nord-accesso-internet-sorveglianza/

La rete internet utilizzabile è chiamata Kwangmyong, sviluppata negli anni 2000, che permette alla popolazione di accedere ad un numero ristretto di siti controllati. Nel mondo ben 10 nazioni non possiedono la libertà di navigazione in internet,  e se c’è e per poco tempo e limitata, oltre alla Corea si trova: Etiopia, Cina, Cuba, Bielorussia, Arabia saudita, Siria, Iran, Vietnam e Uzbekisten.

https://www.wired.it/internet/web/2019/09/23/internet-censura/

Per favorire la pace bisogna mostrare a entrambe le città “protagoniste” dello scontro ciò che realmente accade dando una visione totale e mostrando la vera verità all’uomo. I social nella sua disponibilità possono garantire la pace perché dando informazioni si può aiutare chi vive in situazioni di guerra a uscirne e a capire come la stanno vivendo altri nella stessa situazione; cosa non fattibile se alla città viene tolto internet. Un esempio lo troviamo con Facebook, che ha sviluppato una notifica che arriverà solo a coloro che si troveranno in situazione di guerra o terremoto con lo scopo di avvisare i propri amici e utenti di star bene pubblicando un post. Questo è un grande sviluppo per i social che con il tempo stanno iniziando sempre di più a garantire sicurezza, libertà e pace.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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