La manipolazione delle informazioni nel corso degli anni

La libertà d’informazione fa parte dei diritti fondamentali di ogni essere umano, questo perché l’istruzione e l’educazione dovrebbero essere un diritto e un dovere di ogni cittadino, in quanto essa porta alla libertà del singolo.Molti giornali per rappresentare la differenza tra le testate giornalistiche e quindi la libertà di espressione

Oltre alla libertà, l’istruzione e la buona informazione permettono la formazione dello spirito critico e insegnano a rispettare le idee e le opinioni degli altri.

Va da sé che le informazioni e l’istruzione che ognuno dovrebbe ricevere, debbano essere meno manipolate e deviate possibile.

Ogni giorno ci arrivano milioni di notizie, in particolare nell’era tecnologica che stiamo vivendo, ed è molto importante che queste notizie non siano modificate da chi le pubblica. 

L’alterazione delle informazioni nella storia

La manipolazione delle informazioni dirette al popolo non è una pratica tipica solamente dei social, ma fu spesso utilizzata anche nel passato, sotto diverse forme. 

Nel periodo fascista era solita la trasmissione dei cinegiornali prima della proiezione al cinema. I cinegiornali dovevano, da una parte informare, come i nostri telegiornali, e quindi permettere anche ai cittadini analfabeti di ricevere le notizie, ma dall’altra servivano a glorificare il regime e fare propaganda, insieme a numerosi altri metodi.

Un’altra pratica di manipolazione delle informazioni è la censura. Essa fu utilizzata in numerosi regimi come fascismo, nazismo, stalinismo, ma anche messa in pratica dalla Chiesa, a partire dal Medioevo, tramite il Tribunale dell’Inquisizione.Una lettera di un soldato censurata (riprodotta)

La censura altro non è che il divieto ai cittadini di avere, per esempio, un giornale con idee politiche differenti da quelle del regime, leggere libri considerati pericolosi dal governo o dalla Chiesa, ma anche, in caso di guerra, non poter scrivere determinate informazioni nelle lettere alla famiglia.

Queste azioni, la censura o la glorificazione di un regime, servivano appositamente per far sì che i popoli avessero delle notizie filtrate dallo Stato, e che quindi non avessero la libertà di informarsi in modo adeguato su ciò che stavano vivendo. A tutto ciò si aggiungeva il fatto che la diffusione delle notizie fosse un compito relegato a poche persone, generalmente dello stesso ideale. 

Questa disinformazione permetteva di indottrinare i cittadini, in modo tale da far credere loro che le idee del regime o di chi fosse al potere fossero corrette, alimentando così, ad esempio, l’odio verso un popolo. 

Tra fake news e guerra d’informazione 

Al giorno d’oggi, la disinformazione persiste e si vede protagonista in paesi come Russia, Cina e USA. Disinformazione che, purtroppo, incide sulle opinioni di milioni di persone e gli nega il diritto di costruire una propria opinione critica. 

Nei nostri giorni il gruppo Meta si impegna a garantire un livello di informazione adeguato, analizzando i contenuti condivisi dai vari account ed eliminando eventualmente quelli che mirano alla divulgazione di fake news

Il processo consiste nell’individuare account che non sono riconducibili a persone reali e che hanno l’obiettivo di deviare l’opinione pubblica approfittando dei social. 

Da una parte una ragazza guarda il telefono, informandosi tramite i social, dall'altra l'informazione avviene attraverso il giornale.

La verità è che questo non è sempre sufficiente, perché se si vive in paesi oppressivi che controllano minuziosamente l’informazione diffusa al popolo, questa, può essere facilmente manipolata secondo il proprio proposito.

Parliamo per esempio di Guerra di informazione, dove ciò che un popolo conosce è frutto del volere dello stato. Attualmente è ciò che sta succedendo in Russia riguardo al conflitto con l’Ucraina. 

La Russia controlla infatti il flusso di informazioni che entrano ed escono dallo stato in modo che i cittadini sappiano solamente ciò che lo stato stesso vuole, privandoli così della libera informazione.

I giornalisti russi si sono trovati in difficoltà non sapendo appunto cosa poter scrivere e cosa meno. Un caso esemplare è quello del bombardamento dell’ospedale di Mariupol, attacco che è stato più volte rinnegato e considerato come fake news dallo stato russo¹.

Social media e affidabilità

I social, soprattutto negli ultimi anni, hanno acquisito sempre più importanza nel campo dell’informazione. 

Una ricerca condotta dall’università di Oxford afferma che le persone accedono più facilmente alle informazioni attraverso i social rispetto ai siti web o app ufficiali. L'informazione attraverso i social, in particolare una pagina di news su Instagram

Dal 2018 al 2023 la percentuale di persone che accede alle notizie attraverso i social è aumentata del 7%, mentre l’accesso diretto ai siti ufficiali è diminuito del 10%

Questo è dato soprattutto dalla comodità di accesso sui social che supera di gran lunga quella sui siti ufficiali.

Ormai quello che vediamo sui social è diventato ciò che viviamo, è diventato la nostra realtà. In un certo senso è come se ci sentissimo più vicini al mondo reale attraverso i social, e forse è proprio per questo che per noi è più semplice credere alle informazioni che ricaviamo dagli stessi. 

Possiamo definire i social un’arma a doppio taglio. Ogni giorno veniamo bombardati costantemente da milioni di notizie e spesso siamo noi stessi a diffonderle. Le informazioni che riceviamo e diamo possono però essere veritiere, ma anche false. La disinformazione è dietro l’angolo.

Modificare un’informazione a proprio piacimento è diventato ormai facilissimo grazie al progresso tecnologico. Oramai possiamo ritoccare o mutare completamente i contenuti visivi e audiovisivi. Non è nuovo, infatti, che nei social si diffondano foto e discorsi alterati.

Modificare le informazioni, grazie al progresso tecnologico è diventato sempre più facile, nell'immagine due articoli sullo stesso tema ma uno è modificato

Abbiamo visto quindi che falsificare la realtà è una pratica comune. A noi resta però il potere di decidere se un’informazione ha fondamento nella realtà o meno. Per evitare di essere ingannati dalle cosiddette fake news abbiamo il dovere di svolgere una ricerca più approfondita, su ciò che sentiamo e vediamo, facendo attenzione anche all’affidabilità del sito o del giornale a cui facciamo riferimento.

È fondamentale sottolineare quanto sia importante rendere accessibili le informazioni a tutti, informazioni che devono giungere in maniera chiara e senza filtri per permettere alle persone di crearsi un’opinione e renderle così libere dalle imposizioni altrui.

Non permetterlo equivale a privare i cittadini dei loro diritti fondamentali, la libertà di espressione e la libertà di pensiero. Dovrebbe quindi essere obiettivo di tutti cercare di diffondere informazioni veritiere per garantire questo diritto. 

Concludiamo con un consiglio per i nostri lettori: imparate a mettere in dubbio ciò che vedete, non per diventare scettici, ma per approfondire le vostre conoscenze e raggiungere le vostre verità, per intraprendere uno stile di vita libero e consapevole. 

Come diceva Socrate con la sua celebre frase: “So di non sapere” fare ricerca è fondamentale, perché solo ragionando e mettendo in discussione le nostre idee, possiamo indagare sulla realtà e giungere alla verità.

¹https://www.bbc.co.uk/beyondfakenews/trusted-news-initiative/Information-warfare-russia-and-ukraine/

²https://reutersinstitute.politics.ox.ac.uk/digital-news-report/2023/dnr-executive-summary

Leave a Reply