Con lo scoppiare di una guerra la prima vittima è la verità

Una prova attuale di ciò è l’interessante caso di Tik tok: recentemente, il social network ha affermato di aver rimosso quasi un milione di contenuti inerenti il conflitto israelo-palestinese a causa della larga diffusione di account falsi creati per invadere il social con notizie non attendibili sulla guerra. Le scorse settimane erano emersi su Twitter dei dati che vedevano come sconfitto Israele nella guerra sui social: gli hashtag filoisraeliani infatti avrebbero ricevuto solamente 207 milioni di visualizzazioni, un numero ridicolo in confronto alle 2.9 miliardi di visualizzazioni degli hashtag filopalestinesi. Tik tok ha però smentito le accuse di favorire la diffusione di contenuti a sostegno di Hamas, evidenziando come le visualizzazioni sopra riportate fossero analizzate su un periodo di tre anni: infatti, nell’ultimo mese, i contenuti con hashtag a sostegno di Israele hanno ricevuto 46 milioni di visualizzazioni negli ultimi 30 giorni, contro i 29 milioni degli hashtag pro Palestina.

Inerente a questo conflitto sono interessanti i fatti accaduti il 17 ottobre, quando dei missili hanno colpito un ospedale di Gaza uccidendo un centinaio di persone. Subito molte testate giornalistiche come il New York Times si sono affrettate a riportare la notizia, basata su narrazioni di parte, che l’ospedale fosse stato bombardato da Israele; poco dopo la pubblicazione di questi articoli, l’intelligence israeliana ha fatto cadere questa accusa rivelando che i missili erano stati lanciati da un gruppo armato di Gaza allineato con Hamas contro Israele, ma che spesso agisce indipendentemente. Subito allora i giornali hanno modificato i loro titoli riflettendo la smentita di Israele.

Un altro esempio è il recente operato di NewsGuard, un centro di monitoraggio di siti inaffidabili, che ha identificato 421 siti che fomentano false notizie sul conflitto russo-ucraino. Tra questi ci sono siti ufficiali dei media statali russi, alcuni dei quali sono stati censurati da molte piattaforme fin dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina. Nonostante ciò, sono molti i siti web che non sono armi di propaganda ufficiale del governo russo che promuovono contenuti falsi a sostegno del governo di Putin. Queste fonti comprendono siti web anonimi gestiti con finanziamenti non chiari, che potrebbero avere collegamenti non dichiarati con il governo russo.

Insomma, notizia falsa su notizia falsa, e il rischio che si corre spesso è quello di fermarsi alle prime fonti senza verificarle. La generazione Z è una generazione veloce, che è abituata a vedere tutto nel tempo di un click, di conseguenza è facilissimo essere raggirati da finte notizie.

Sitografia:

https://www.wired.it/article/tiktok-rimosso-video-israele-hamas/

https://www.wired.it/article/gaza-ospedale-esplosione-disinformazione-israele-hamas/

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