Nati per fare la storia

PERCHÈ SI EVITA LA PARTECIPAZIONE 

In primis non se ne ha sempre la possibilità, essere liberi è un privilegio di cui non tutti possono godere. Eppure molte persone ancora scelgono di non partecipare, perché si sentono giudicate dalla società, o hanno paura di sbagliare. I giovani soprattutto sviluppano numerose insicurezze a causa del continuo confronto sui social media con standard impossibili da raggiungere.

In politica poi ci sono moltissimi cittadini delusi, che quindi preferiscono non partecipare a questo aspetto del nostro paese, invece che riporre fiducia nei candidati, sapendo che molto probabilmente porterà solo un’ulteriore delusione. Oltretutto numerosi giovani sono vissuti in un ambiente famigliare in cui la mentalità è sempre stata di questo tipo e normalmente crescendo avranno sviluppato idee simili.

C’è sempre in politica anche la considerazione del proprio voto come irrilevante, inutile. Questa ipotesi non può però essere valida, perché se tutti la pensassero così non ci sarebbe nessuna votazione. La partecipazione quindi è importante anche quando pensiamo di non avere potere.

LA PARTECIPAZIONE È UN DIRITTO DI TUTTI, MA NON SEMPRE FACILE DA OTTENERE 

La cittadinanza Italiana ancora nel 2022 si acquisisce con il principio  iure sanguinis, cioè o si nasce o si viene adottati da cittadini italiani. Esiste una possibilità residuale di acquisto iure soli, se si nasce sul territorio italiano da genitori immigrati o se i genitori sono ignoti o non possono trasmettere la propria cittadinanza al figlio secondo  la legge dello Stato di provenienza. Molti ragazzi 18+ figli di immigrati di seconda generazione non possono votare, perché l’Italia è uno degli unici paesi in Europa in cui la cittadinanza va richiesta al compimento dei diciott’anni anche se nati e cresciuti in Italia non sono considerati tali. Ciò ostacola anche la loro vita di tutti giorni, ad esempio certi bandi certi concorsi universitari si possono fare solo se si è cittadini italiani , diventa così una limitazione a tutti gli effetti. Anche le gite all’estero che si fanno alla fine del compimento del ciclo di studio liceale e superiore, dove di solito si va all’estero per chi non ha la cittadinanza italiana è solo un sogno, perché se il permesso scade non si può più uscire dal paese che si è andati a visitare. La cittadinanza come ho già detto va richiesta al compimento dei 18 anni ma non finisce lì perché li aspetta una lunga lista di attesa di solito stiamo intorno ai 5 anni di attesa, con infiniti controlli e documentazioni. Una sola multa in più un reddito insufficiente può eliminare il sogno di avere la cittadinanza italiana.

 

Se partecipare è libertà, allora tutti dovrebbero poterlo fare, perché non si può negare la libertà personale. Questo però diventa complicato quando si tratta di persone con cui è molto difficile comunicare, che dovrebbero potersi esprimere e partecipare come tutti, ma spesso non sono capite. Eppure si parla di libertà, un diritto fondamentale e inviolabile in Italia; per spiegarci come viene affrontato questo tema a Varese, abbiamo potuto intervistare il presidente Paolo Bano di Anffas a Varese, l’associazione nazionale che si occupa di difendere i diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

PARTECIPAZIONE A SCUOLA 

Gli insegnanti sottolineano sempre quanto sono contenti delle classi che partecipano attivamente alle lezioni. Si ricordano i nostri nomi quando facciamo tante domande e rispondiamo alle loro e questo aspetto influisce talvolta anche sulle valutazioni che ci danno. Questo per farci capire proprio che in questa società saranno le persone che parlano e agiscono a raggiungere i loro traguardi, quindi che attraverso la partecipazione possiamo essere liberi di arrivare ai nostri obiettivi.

Il solo fatto che ci sollecitino a questo tipo di comportamento a scuola già fa capire quanto sia importante il livello di partecipazione per riuscire ad inserirsi in contesti sociali, lavorativi, scolastici. Non solo permette di inserirsi, ma di far sapere a più persone come la pensiamo, una delle libertà più grandi, anche se nel nostro paese è quasi sempre data per scontata.

COSA NE PENSANO I POLITICI

Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare il punto di vista della vice presidente del consiglio regionale della Lombardia, Francesca Brianza, che ha ancora una volta confermato la mancanza di partecipazione degli italiani in politica, specialmente da parte dei più giovani. Ha espresso però il disappunto in questa situazione, perchè senza il voto delle generazioni più lontane dai politici, loro non sono sempre in grado di accontentare pienamente e nel modo corretto le necessità di questa fascia d’età. Ha evidenziato molto la disponibilità delle persone che lavorano in politica, che non sono distanti come possono sembrare e che hanno sempre voglia di ascoltare le proposte e le domande di tutti. Ci siamo confrontati con lei esponendo alcune delle problematiche che ci interessano quotidianamente, come il sistema scolastico e il servizio ferroviario e si è dimostrata disposta a rispondere a tutti i quesiti, discutendo dei vari punti di vista in modo aperto e sincero, seppure alle volte si trovava ad avere opinioni contrastanti con le nostre.

FONTI : Sito ministero dell’interno , Wired la storia di ordinaria ingiustizia di 3 italiane senza cittadinanza

SCRITTO DA  :  Sofia Sahnane , Lucia Luna Torri , Rahida Osumani , Lavarda Fabrizio

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