Italiani al voto: la libertà di scegliere

Lo scorso 25 settembre 2022, tutti i cittadini italiani sono stati chiamati a votare. Le votazioni, svolte per rinnovare la Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, hanno messo in movimento l’Italia, ponendo davanti ai cittadini diversi interrogativi: perché votare? Chi votare? Come voglio che sia il mio paese in futuro? Quali sono gli ideali che mi ispirano e mi guidano?

Le recenti votazioni hanno portato anche i giovani a porsi delle domande per riflettere e mettersi alla ricerca di risposte e pareri. L’obbiettivo è una visione più nitida di quello che ci circonda, a partire proprio dalle scuole e dalla propria città.

Osservando i dati raccolti durante le elezioni, l’aspetto che colpisce di più è sicuramente il grande numero di persone che si sono astenute; quasi più del 36% dei cittadini è infatti rimasto a casa, rinunciando al voto. Per capire meglio questo fenomeno e, in generale, il fenomeno delle votazioni stesse, l’unica soluzione è quella di chiedere proprio alle persone circostanti le loro esperienze personali con le recenti votazioni. Le loro storie e i loro punti di vista saranno nuovi stimoli per comprendere meglio cosa hanno veramente rappresentato le ultime elezioni nella storia dell’Italia e degli italiani.

Il sondaggio e le diverse interviste sotto riportate hanno permesso di aprire una finestra su quella che è la realtà di una città come Busto Arsizio.

Da ieri a oggi: un lungo cammino

Le elezioni del 25 settembre 2022, hanno visto come vincitrice delle votazioni Giorgia Meloni, primo Presidente del Consiglio donna. Politica e giornalista, la sua candidatura come premier non è stata di certo inaspettata; la sua attività all’interno del partito di centrodestra “Fratelli d’Italia” non è sicuramente passata inosservata, rendendola nel corso degli anni una delle figure politiche più di spicco del paese.

La storia del voto in Italia, d’altro canto, è intricata e piena di cambiamenti. Partendo dallo Statuto Albertino del 1848, dove il voto era riconosciuto agli uomini di età superiore di 25 anni, alfabetizzati e agiati, e arrivando fino ad oggi, si può riconoscere che la strada fatta è molta. Oggi, grazie ai numerosi decreti legislativi emanati nel corso di quasi due secoli, siamo riusciti ad arrivare ad una condizione di parità nel diritto del voto, accessibile a tutti i cittadini maggiorenni.

È da notare comunque quanto l’affluenza ai seggi votivi sia diminuita nel corso dei decenni, riducendosi drasticamente di circa il 20%. Questi dati, forniti dal Ministero dell’Interno, danno risposte, ma fanno sorgere molte più domande: perché gli italiani stanno progressivamente rinunciando al voto? Chi sono gli italiani che non votano? È un problema che si collega solo all’individuo o c’è una problematica più grande, che forse coinvolge la complessità dello Stato?

Gli italiani votano?

Una delle prime domande che sorgono spontanee quando si parla di votazioni, è indubbiamente la seguente: “Gli italiani, in fin dei conti, vanno a votare?”. Una domanda complicata e contorta, che richiede un’attenta analisi dei comportamenti dei cittadini negli ultimi ottant’anni di libero voto.

Come accennato prima, col passare del tempo, gli italiani che vanno a votare diminuiscono sempre di più, pur rimanendo una percentuale inferiore rispetto a coloro che esercitano il diritto di voto. Perché, quindi, accade questo fenomeno? L’affluenza dei votanti nei seggi è senza ombra di dubbio un evento che non va isolato, ma abbinato al periodo storico e alla situazione economica e politica che lo circonda.

Alle origini della Repubblica Italiana, il voto è esercitato ampiamente e ciò è dovuto in particolar modo alla fine della Seconda Guerra Mondiale, alla voglia di sentirsi uniti di fronte ad un Italia ridotta in macerie e dilaniata; si vuole far sì che la Repubblica nasca su basi economiche solide e che ponga delle fondamenta durature nel tempo. L’unità diventa quindi una necessità di fronte al cambiamento e all’apertura del nuovo mondo, di fronte al disperato bisogno di identità e non di dispersione.

Già negli anni Ottanta si può però notare un graduale cambiamento, l’Italia inizia a non votare più al fine di creare un’identità solida e compatta per il paese, ma si affida a scelte più razionali e non legate ai sentimentalismi che vedevano un Italia risorgere dalle ceneri della guerra.

Questo andamento di decisioni e votazioni razionali si porteranno poi avanti nel tempo, accompagnate da boom economici, da enormi scandali come Tangentopoli (1992) e dall’avvento di nuove e significative forme di comunicazione, come programmi tv, internet e social.

Si arriva così all’Italia moderna, mancante dei vecchi partiti del dopoguerra e circondata da un Unione Europea che fa perdere fiducia. Un Italia in equilibrio tra il passato e il futuro, incerta nel suo presente. Forse è proprio per questo che l’astinenza al voto aumenta, accompagnata dalle insicurezze e preoccupazioni dei cittadini. Forse è proprio colpa dell’Italia, incapace di stare al passo coi tempi, insicura in questo nuovo mondo che ha molto da offrire e molto da togliere. Sono proprio gli italiani a sentirne il peso, di questa insicurezza; sono proprio gli italiani, forse, a non sentirsi più parte di una collettività che sembra averli dimenticati, troppo impegnata a pensare in piccolo e non in grande.

Questa incertezza nel votare si può ritrovare anche nei dati riportati dal sondaggio presente in questo articolo, dove si evidenza una grande percentuale di esercitanti del voto e una piccola, seppur insistente, percentuale di non votanti. In questo caso, anche la piccola realtà rispecchia quella che è la grande realtà dello Stato.

grafico complessivo delle risposte dei 90 intervistati, illustra l'affluenza al voto del 25 settembre 2022 da parte delle varie fasce d'età

I motivi dell’astensionismo

Ma chi sono gli italiani che non votano? Quali sono, nel concreto, le motivazioni che li portano ad astenersi dal voto?

Come detto precedentemente, una percentuale di italiani non va a votare, spingendo a chiedersi quali siano effettivamente i motivi dell’astensione. Statisticamente, la maggior parte degli italiani (circa il 40%) dichiara di non votare a causa della sfiducia creatasi verso i partiti attuali. La problematica maggiore sembra infatti proprio quella della rappresentanza. La colpa è forse proprio dei partiti, incapaci di mantenere una linea di pensiero uniforme e invariata, sostituendola con promesse che non tardano ad essere gettate al vento, pensando solo al proprio bene e non a quello dei cittadini che dovrebbero servire e rappresentare.

Ma è solo questa la causa dell’astensionismo? Le cause in effetti sono molteplici e di natura differente. Se una maggioranza non si sente rappresentata adeguatamente, vi è un’altra parte di italiani che è impedita nel  voto dalla distanza. Sono moltissimi gli italiani, in particolare gli studenti fuori sede, che non riescono tornare a casa per esercitare il loro voto. È infatti un problema non indifferente quello dei giovani che si istruiscono all’estero, spesso isolati e tagliati fuori. Ma il problema non riguarda solo l’estero, sono molte le persone che, all’interno dell’Italia stessa, non riescono a raggiungere il luogo di residenza per motivi economici. Dai dati raccolti nel sondaggio presente in questo articolo, emerge una grande quantità di astenuti a causa proprio di questo problema.

Ma sono anche altre le persone che si sentono escluse dalla vita politica del nostro Paese. A molti stranieri, infatti, pur vivendo in Italia da moltissimi anni, è vietato il voto a causa del mancato riconoscimento della cittadinanza italiana, un problema che fa sentire molti esclusi e lasciati indietro. È quindi giusto che coloro che fanno parte della vita economica e sociale dell’Italia, non siano considerati quando si tratta di votare per la prosperità e l’avanzamento che loro stessi hanno contribuito e stanno contribuendo a formare?

Poste quindi le principali problematiche dell’astinenza al voto, non rimane che da chiedersi qual è la fascia d’età che più delle altre si astiene. Secondo i dati raccolti durante le recenti elezioni dello scorso 25 settembre, coloro che più di tutti si astengono sono proprio i giovani dai 18 ai 35 anni. L’Italia sembra sempre di più un paese per vecchi, sia demograficamente che a livello elettivo. Forse toccherà proprio al nuovo Governo il compito di fare un passo in più verso i giovani, stendendo una mano in segno di inclusione, o saranno i giovani stessi ad allontanarsi sempre di più dalla vita politica?

Nel sondaggio presente in questo articolo si può notare, ancora una volta, una realtà in miniatura che gemella quella più grande. Secondo i dati raccolti, sono i giovani a restare a casa quando il dovere li chiama al voto, seguiti poco dopo dagli over cinquantenni e, infine, dalla fascia intermedia dei trenta e quarantenni.

grafico che illustra, secondo il sondaggio effettuato dalle 90 persone intervistate, quale sia, secondo loro, la fascia d'età che si astiene di più dal votare

Come si informano gli italiani?

Dai dati raccolti nel sondaggio presente nell’articolo, arriva la risposta all’ultima delle domande che vengono subito alla mente: come la politica ci raggiunge e ci influenza nelle nostre decisioni?

Con l’avvento di internet e dei social, le campagne elettorali hanno assunto tutto un altro sapore. Come si è potuto notare soprattutto nelle ultime elezioni del 25 settembre, l’utilizzo di social come TikTok e Instagram all’interno delle campagne dei vari partiti ha avuto un’importanza notevole. Certamente è stato un modo per raggiungere anche i più giovani, coinvolgerli e renderli partecipi della vita politica del paese. È così che, con alti e bassi, si è potuta notare la presenza dei maggiori esponenti dei partiti italiani sulle home page dei social più svariati, chi più impacciato e chi meno.

Nel sondaggio dell’articolo è infatti elevato l’utilizzo dei social come mezzo di informazione da parte dei più giovani. Non manca comunque l’utilizzo dei programmi televisivi e di internet più in generale come fonte di informazioni sulle campagne elettorali.

È chiaro che ormai è il mondo digitale ad avere sulle spalle l’onere dell’informazione dei cittadini, a guidarli nelle loro scelte e ad informarli sulle iniziative politiche del paese. Non è più possibile chiudere gli occhi di fronte al mondo che sta cambiando sempre più velocemente, costringendo la politica a adeguarsi per sopravvivere.

grafico che illustra come i 90 intervistati si sono informati sulle campagne elettorali

 

L’articolo ha cercato di rispondere a quelli che sono stati ritenuti i principali interrogativi riguardo le elezioni e l’esercitazione del voto in Italia. Ovviamente le domande sono ancora molte e il futuro incerto. Probabilmente, la cosa migliore da fare è passare da spettatori ad attori, mettersi in gioco per migliorare l’Italia, un voto alla volta.

 

Fonti:

https://www.ipsos.com/it-it/elezioni-politiche-risultati-elettorali-analisi-post-voto-ipsoshttps://dait.interno.gov.it/documenti/dossier-elezioni-politiche-2022.pdfhttps://www.orizzontipolitici.it/il-comportamento-di-voto-degli-italiani-cosa-ce-dietro/https://www.astrid-online.it/static/upload/protected/Ital/Italiani-che-non-votano.pdf

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