Uno degli oggetti di dibattito più in voga degli ultimi giorni sono le proposte di legge da parte del nuovo governo Meloni che, dopo aver trionfato alle elezioni dello scorso 25 settembre, ora può iniziare il suo mandato quinquennale.
Ma più che dibattere su quelle che ancora non sono vere e proprie proposte di legge (poiché sono ancora ridotte a semplici bozze), merita un’importante spunto di riflessione proprio ciò che si è potuto evincere dalle suddette elezioni.
Queste ultime hanno fornito due primati importanti dei quali parlare; e se il primo si può vedere con positività, infatti Giorgia Meloni rappresenta la prima donna a ricoprire la carica di presidente del consiglio della Repubblica italiana, il secondo primato è di spaventosa negatività, infatti le elezioni del 25 settembre 2022 hanno toccato il picco di percentuali di astenuti al voto da quando è stato dato il diritto di suffragio universale all’interno della penisola italiana.
A preoccupare maggiormente, però, è il dato rappresentato dall’astensionismo giovanile (che ha raggiunto il 37% dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni che hanno deciso di non frequentare i seggi).
Questi dati però, oltre che la legittima preoccupazione, devono essere oggetto di interrogativi da parte di tutti, partendo soprattutto dalla classe politica; il primo di questi dovrebbe essere rappresentato dal perchè così pochi ragazzi hanno partecipato alle votazioni.

 

sicuramente un ruolo più importante dovrebbe essere ricoperto dalla scuola, essa infatti dovrebbe dare più importanza all’educazione civica e non trattare  questa materia  passivamente , inoltre i docenti dovrebbero assumere un comportamento più istruttivo a livello politico senza inluenzare troppo il pensiero critico dei ragazzi ,  anche grazie l’organizzazione di incontri e conferenze che ospitino politici o persone che trattano la materia quotidianamente, i ragazzi avrebbero certamente grandi occasioni per interfacciarsi, approfondire aspetti particolari e complessi che da soli non avrebbero voglia di affrontare.

 

Un altro problema che se risolto porterebbe  più giovani a votare è rappresentato dall’arretratezza di comunicazione da parte dei partiti politici alle classi dei più giovani, infatti se i partiti politici italiani modernizzassero le loro compagne, ad esempio portando  il programma elettorale sui social  in modo da raggiungere quelle fasce di età che a causa di una campagna elettorale ormai obsoleta tendono ad allontanarsi dalla politica .

 

 

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