“La grandezza e il progresso morale di una nazione si possono giudicare dal modo in cui tratta gli animali”

Ripetendo oggi questa frase di Gandhi ci rendiamo conto di come l’Italia, sotto questo punto di vista, non li tuteli.

L’Italia è il paese con la più alta biodiversità d’Europa: oltre alle 5.600 specie vegetali presenti nella penisola, si distinguono anche 57.000 specie di animali. Notiamo però come questa ricchezza non viene valorizzata a sufficienza quando si va ad osservare come il nostro paese tratta gli animali e come li priva di molti dei loro diritti. 

Le strutture che si dovrebbero occupare dell’educazione alla biodiversità sono gli zoo, e in Italia ce ne sono circa un centinaio. Queste attività sono regolate dalla direttiva europea del 2005 relativa alla custodia degli animali selvatici in queste strutture. Gli stati hanno recepito queste indicazioni, eppure, non tutti le rispettano.

 

La situazione italiana

L’inchiesta della rivista “Vanity Fair” svoltasi nel 2016 ha dimostrato, grazie alla collaborazione di associazioni come la ONG britannica Born Free e i gruppi della NGO coalition, le numerose criticità riguardo le condizioni di vita degli animali all’interno degli zoo europei. In particolare, in Italia, secondo lo studio, solo 16 giardini zoologici su 98 rispettano le norme vigenti. Questo avviene sia per una scarsa conoscenza dell’argomento che per una mancanza di coordinazione tra le figure governative che hanno il compito di gestire queste attività.

Questi poveri animali si trovano a vivere in condizioni completamente incompatibili con le loro naturali abitudini e bisogni.  Gabbie strette, climi freddi per animali esotici, vicinanza con animali antagonisti in natura, sono solo alcune delle terribili circostanze nelle quali vivono queste creature.

 

Il pensiero degli italiani

La popolazione italiana è fortunatamente sensibile a questo tema, infatti, un sondaggio EURISPES del 2016 ha rivelato come il 54% degli italiani sia favorevole alla chiusura degli zoo. I contrari, invece, usano come argomento comune la tutela delle specie in via di estinzione che sono all’incirca 6000. In realtà solo 130 di queste sono oggetto di programmi di conservazione e solo 16 di questi progetti hanno ottenuto il reinserimento delle specie in natura.

A questo punto ci chiediamo: “Siamo davvero autorizzati a trattare gli animali in questo modo? Possiamo davvero privarli dei loro diritti?”. Occorre che tutti riflettiamo su questo tema e ci impegniamo a combattere contro queste attività puramente speculative, così da restituire agli animali la libertà che a loro spetta e come dice Gandhi diventare “un grande paese”.

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