Il coronavirus è ormai parte integrante della vita di tutti noi.

La pandemia ha destabilizzato il pensiero degli italiani, che fino a poco tempo prima non consideravano il coronavirus come una minaccia vicina e tangibile. Il virus infatti ci ha colpiti così inaspettatamente che la gente, colta impreparata davanti a questo problema, si è fatta sopraffare dalla disinformazione che regnava sovrana tra la popolazione. I vari telegiornali e le trasmissioni televisive non facevano altro che moltiplicare le idee, riportando opinioni discordanti e confusionarie nelle famiglie italiane. A seguito di un elevato numero di contagi l’8 marzo il nostro governo ha deciso attraverso un decreto di intervenire apportando delle misure di sicurezza valide su tutto il territorio nazionale: poi, il 10 marzo, lockdown.

Il lockdown ha portato nelle nostre case incertezza e apprensione, privandoci delle normali attività commerciali e dell’istruzione scolastica in presenza. Con la chiusura delle scuole infatti la didattica viene tuttora svolta a distanza, attraverso videolezioni e riunioni di classe rigorosamente online; tuttavia restare in casa ci ha anche ricordato quanto sia importante passare del tempo con i propri cari divertendosi, valorizzando maggiormente le piccole cose come l’amicizia e il contatto quotidiano, che la malattia purtroppo si è portata con sé. Ci ha inoltre fatto capire come si possa facilmente evitare la noia in modi molto semplici e che fino a prima di questa strana occasione non avevamo forse mai avuto il tempo di affrontare, come ad esempio imparare a cucinare o guardare un film con i nostri cari, leggere, allenarci.

La quarantena è stata per molti un momento di crescita personale che ha permesso di riflettere sul proprio futuro, cercare di migliorarsi e accrescere le proprie competenze. Tuttavia, non per tutti è stato così: per molti è stata solamente un’attesa infinita per poter tornare a vedere i propri amici e fare le cose che si facevano prima di trovarsi chiusi dentro casa. Sebbene sia complesso a livello psicologico essere racchiusi sempre tra le stesse quattro mura, non uscire era un dovere civico da rispettare. Vedere le persone che ci circondano e quelle con le quali abbiamo passato momenti speciali con indosso una mascherina coprente una buona parte del volto è sicuramente sconvolgente e bizzarro. Questa è diventata parte della nostra quotidianità, un requisito fondamentale per poter circolare in qualunque ambiente esterno. Allo stesso modo, è molto strano vedere vie solitamente molto trafficate, città completamente deserte e senza automobili o persone in circolazione. Da ricordare è lo spaventoso e assordante silenzio che si poteva udire nel periodo di isolamento. Non una macchina, non un aereo; soltanto silenzio. Questo ci ha fatto riflettere sulla difficile e pericolosa situazione che stava affrontando il nostro paese durante quei mesi, e che si sta ripetendo in maniera pericolosa al giorno d’oggi.

 

Le strade delle città completamente vuote a causa del virus
Le strade delle città completamente vuote a causa del virus

 

Molto difficile è provare il coronavirus sulla propria pelle.

Essere portati in ospedale pensando di non aver contratto la malattia per poi ritrovarsi dopo qualche ora nel reparto di terapia intensiva respirando a stento grazie a dei tubi. Un vero e proprio shock. Una situazione come questa è capace di creare panico e ansia fra la persone che fino a pochi attimi prima convivevano con l’ammalato, e che così velocemente si sono visti inondare dalla paura di perdere una persona cara; ciò vieta inoltre alle persone entrate a contatto con il suddetto di uscire di casa anche solo per buttare la spazzatura o reperire da mangiare. I medici che si occupano dei pazienti in terapia intensiva sono sotto stress per via dell’eccessivo numero di malati di COVID-19, molto superiore rispetto a quello delle persone con altre patologie. Questo obbliga di conseguenza tutte le persone a prestare molta attenzione a non infortunarsi in alcun modo per paura di non ricevere l’assistenza che ci si aspetterebbe nelle normali condizioni o contrarre il virus. Gli specialisti dunque si trovano di fronte a una doppia difficoltà, poiché i posti nell’ospedale sono ovviamente limitati e perché tra due malati in fin di vita sono ovviamente imparziali e non possono scegliere quindi se aiutare uno o l’altro. Le comunità scientifiche stanno continuandola loro ricerca nella speranza di diffondere e rendere disponibile un vaccino il prima possibile, assicurandosi che sia sicuro per chi sceglie di farlo e garantirgli l’immunità verso questa malattia. Il virus ci ha altresì privato della possibilità di vedere i nostri nonni, persone più anziane e quindi più vulnerabili e a rischio. L’esperienza delle persone che hanno vissuto sulla propria pelle questa patologia serve da esempio a tutte quelle persone scettiche della sua esistenza, dimostrando che anche solo con un semplice gesto come mantenere la distanza sociale, indossare la mascherina o restare a casa si possa salvare la propria vita e quella del prossimo.

La situazione oggi

Ad oggi questo virus è ancora in corso in quasi tutti i paesi del mondo e non è certo fino a quando ci terrà in allerta: ciò potrebbe dare inizio a quello che potrebbe essere un imminente secondo lockdown. Non è sicuramente facile convivere con qualcosa di invisibile ma che colpisce così forte. Ciononostante, ci sono paesi che hanno saputo combattere ed eliminare quasi completamente la pandemia, azzerando il tasso dei contagi e tornando a circolare per le città, facendo così ripartire l’economia del proprio paese. Al momento in Italia stiamo vivendo una situazione difficile dato che molti settori lavorativi sono stati colpiti dalla crisi ed è quindi stato necessario l’intervento del governo, il quale ha dovuto dare ai proprietari di queste attività dei contributi in denaro nella speranza di farli tornare a vivere. Di certo una malattia del genere non si può sconfiggere senza il contributo di tutti, perché nessuno ne è immune e il vaccino non è ancora reperibile. Molti personaggi di una certa fama sono stati colpiti dal COVID-19, dando ancora una volta la dimostrazione che tutti possiamo esserne preda.

Da quei paesi dunque dobbiamo trarre insegnamento ed esempio, prendendo spunto dalle loro azioni in modo responsabile. Grazie a due note aziende sanitarie sono stati effettuati dei grandi passi in avanti riguardo al vaccino anti-coronavirus, battendo fortemente le tempistiche dei 18 mesi previsti per mettere il vaccino in commercio. Negli ultimi giorni l’Unione Europea ha prenotato 300 milioni di dosi, di cui 27 milioni destinate all’Italia. Le aziende che si occupano della distribuzione hanno dunque rassicurato la nostra nazione comunicando che il vaccino sarà spedito agli ospedali per la somministrazione. I test per questo vaccino sono già stati svolti anche su persone più anziane, dimostrando un’efficacia di oltre il 90%.

Concludendo, il fatto che questo virus ci lasci in sospeso e non sia ancora debellato ci costringe a sperare che tutto si risolva il prima possibile, in modo da risultare finalmente vincitori sul “fantasma” che ci ha tormentato per tutto il corso di questo difficile 2020.

 

 Articolo di: Borroni Riccardo, Cacciapuoti Giampaolo, Danci Alessandro, Di Costanzo Riccardo
Fotografie: Di Costanzo Riccardo

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