L’inizio di tutto

Era un giorno qualunque dei primi del 2020, avevamo appena riiniziato la scuola rimpiangendo la fine delle vacanze natalizie, quando la sera i telegiornali annunciarono la comparsa di un nuovo virus in Cina. Ancora non sapevamo che avrebbe condizionato così  tanto la nostra vita.

Gabriele Maledì

 

Inizialmente prendemmo questa situazione in modo superficiale e con indifferenza, poiché pensavamo che non ci riguardasse. Le preoccupazioni iniziarono a nascere quando vennero individuati dei casi positivi al virus sul nostro territorio nazionale e poco dopo le scuole chiusero. Fu proprio da quel momento che iniziammo a prendere tutto più sul serio.

 

Questi siamo noi e qui vi racconteremo come abbiamo vissuto la nostra quarantena

VIRGINIA

Partiamo col dire che per me la quarantena non è stata un’esperienza così tragica, anzi in fondo non mi dispiaceva. Appena diedero la notizia di dover rimanere a casa, rimasi un po’ stupita perché non pensavo che questo strano virus sarebbe arrivato anche in Italia.

Dopo la chiusura delle scuole iniziammo a fare le lezioni a distanza, la cosiddetta DAD; rimpiangevo il fatto di non essere in classe dato che era molto difficile riuscire a seguire quattro ore di fila di spiegazione dietro a uno schermo. Col passare dei giorni ci feci l’abitudine, anche perché non sapevamo effettivamente quando saremmo tornati alla normalità.

La malinconia non mancava mai, ero triste perché non potevo vedere i miei amici, né uscirci assieme. A volte riguardavo tutte le foto; le feste in casa, gli eventi in discoteca, i pomeriggi al bar, tutti ricordi che mi sembravano ormai fin troppo lontani

Nonostante questo capii che non potevo passare la quarantena a deprimermi e pensare a quando saremmo tornati alla normalità, ma dovevo affrontarla con occhi diversi, infatti riuscii a divertirmi ugualmente.

L’attività fisica individuale era consentita infatti andavo quasi sempre a camminare nei boschi o nelle campagne. Era la parte della giornata che preferivo, le passeggiate erano tranquille e riuscivo a immergermi completamente nella natura, senza essere disturbata dai rumori urbani che prima erano frequenti.

Quando tornavo a casa dalla camminata mi dedicavo al pianoforte, suonando e imparando nuove canzoni; infatti anche quest’ultimo mi riempiva il tempo senza farmi annoiare.

A volte alcune giornate risultavano più pesanti di altre, perciò dovetti inventarmi qualcosa per passare nuovamente il tempo e diventai una parrucchiera professionista.       

Una mattina decisi di tagliarmi i capelli da sola e non contenta abbastanza andai a comprare una tinta di colore blu. Questo nuovo passatempo mi piaceva molto tanto che ogni mese cambiavo colore di capelli e quando mi andava li spuntavo un poco.

Adesso, purtroppo ci ritroviamo nella stessa situazione a causa dei contagi aumentati dopo l’estate, ma non sono affatto disperata, aspetterò che questa situazione finisca perché come ho affrontato la prima quarantena in modo positivo, riuscirò ad affrontare nella medesima maniera anche questa.

 

SILVIA

È stato bruttissimo vedere pian piano come la vita di ognuno di noi si spegneva, vedere i negozi chiudere, le strade svuotarsi e tutto diventare sempre più triste. Il periodo della quarantena è stata una delle cose più difficili che ho affrontato durante la mia vita.

Sono stata tanto tanto male, ogni giorno piangevo e non sopportavo l’idea di dover restare chiusa in casa. Sono sempre stata una ragazza a cui è sempre piaciuto da morire uscire, stare con gli amici, andare a cavallo e in generale ho sempre odiato passare il mio tempo chiusa in camera a non fare nulla.

Ho sofferto molto, mi mancava ogni cosa della mia normalità. Mi mancava andare a scuola, prendere il pullman la mattina con tutti i miei amici, mi mancava passare i pomeriggi ridendo e scherzando tutti insieme, mi mancava abbracciarci, fare le foto insieme, divertirci senza paura, mi mancava andare da mio nonno, quella persona che è per me fondamentale, mi mancava galoppare con il mio cavallo nei campi enormi, mi mancava solo sentire il profumo della natura. Mi mancava da morire il mio ragazzo, stare insieme a lui come succedeva ogni giorno prima che fossimo costretti a rimanere in casa.

Non avevo minimamente idea di cosa fare durante le mie giornate, mi annoiavo. Passavo il tempo studiando, guardando netflix mentre abbracciavo un pupazzo gigante, scrivevo, scrivevo come stavo, come mi sentivo, cosa provavo e piangevo.

Ogni tanto uscivo e andavo nel campo vicino a casa mia per portare la mia cagnolina a fare un giretto. In quel momento, appena uscivo di casa, il mio più grande desiderio era di essere libera, volevo correre e scappare, fare quello che ho sempre amato senza avere paura di nulla. Purtroppo non potevo farlo, nessuno di noi poteva. Le strade erano vuote, non c’era nessuno a parte chi come me aveva il cane e aveva la necessità di farlo uscire. Non c’era nessun rumore, era tutto così malinconico.

 

Mi sentivo sempre più vuota, sempre più a pezzi, mi sembrava che nulla avesse un senso. Appena tornavo a casa mi sdraiavo sempre sul divano, sotto le coperte a guardare la tv mentre mangiavo qualcosa con affianco la mia cagnolina. Lei mi è stata tanto vicina, quando piangevo veniva da me e mi leccava tutta la faccia, mi guardava con quegli occhioni che mi facevano sentire subito un po’ meglio. Sapeva che avevo bisogno di lei più che mai.

Ora siamo di nuovo nello stesso incubo e questa cosa mi sta distruggendo sempre di più, vorrei solo che tutto tornasse alla normalità.

 

GABRIELE

D’inverno la mia vita extrascolastica si riduceva a qualche uscita e un paio di allenamenti in palestra a settimana. Il tempo restante, anche se non era molto, lo dedicavo a vari hobby: provavo a disegnare, spesso con scarsi risultati, mi concedevo qualche mezz’ora ai videogiochi, qualche volta guardavo la televisione.

La scuola fu il primo ente a essere bloccato per via del virus; non che mi dispiacesse rimanere per qualche settimana a casa, anzi utilizzai i primi giorni, di quelli che sarebbero diventati mesi, per rilassarmi, prendendo tutto con calma. La scuola non si era ancora attivata riguardo alle modalità di insegnamento e di conseguenza incrementò improvvisamente il mio tempo libero. 

Mi accorsi che diventai più pigro, non potevo uscire, la mia fantasia scarseggiò e per questo abbandonai il disegno, le palestre vennero chiuse e perciò non mi rimase altro che giocare ai videogiochi. Il motivo per cui divennero la mia attività principale non credo fosse correlato al mio aumento di pigrizia. Il fatto è che la rete fu l’unico luogo in cui potei tenermi in contatto con gli amici, ma nonostante questo dovetti congelare molti contatti.

Con il trascorrere delle giornate mi ritrovai alla conclusione del mio secondo anno scolastico delle superiori, svolto per una buona metà tramite didattica a distanza (DAD).

Durante le vacanze estive mi riattivai completamente, con l’annullamento del lockdown fu come se avessi riscoperto una parte del mondo. Anche se qualche palestra riaprì, preferii non iscrivermi. Documentandomi su internet creai i miei allenamenti da svolgere a casa. Rimpiansi di aver smesso di fare esercizio fisico durante la quarantena e ne dovetti pagare le conseguenze, rincominciando dalle basi.

Quasi ogni giorno uscii con il mio gruppo di amici e ripresi a disegnare, facendo notevoli progressi. Le mie giornate furono così piene che nemmeno mi accorsi che abbandonai completamente i videogiochi.

L’estate del 2020 mi lasciò veramente soddisfatto di come sfruttai il tempo a mia disposizione. Come tutti gli anni sono stato felice di riiniziare la scuola, ho rivisto molti compagni con cui avevo tagliato i rapporti. Purtroppo dopo poche settimane il nostro paese ha ristabilito il lockdown per via dell’aumento dei contagi. Sono fiducioso che la situazione verrà gestita bene, con le dovute precauzioni e con l’esperienza acquisita in precedenza.

 

DAVIDE

Un’esperienza sicuramente singolare e talvolta inverosimile è stato questo periodo iniziato il 9 marzo del 2020 e non ancora terminato. Un periodo dove non abbiamo avuto più la possibilità di spendere tempo in compagnia di amici e familiari, un periodo dove l’unico modo per chiacchierare erano le videochiamate, un periodo complesso, buio e difficile per tutti.

Nella mia esperienza personale, questo “evento” mi ha concesso di scoprire degli interessi, di spendere tempo con la mia famiglia e di conoscere un po’ meglio me stesso.

Io sono un ragazzo tranquillo, figlio di genitori separati, vivo con  mia madre e il suo compagno, un medico che ha lavorato in tutta questa pandemia. Mio padre, un soccorritore dell’ospedale Niguarda, vive proprio dall’altra parte della mia città, ma non ho avuto la possibilità di abbracciarlo per molti mesi. L’unico modo per vederlo era dietro uno schermo, ma la tristezza, la malinconia e la nostalgia non passavano.

In casa, invece, il compagno di mia madre non era mai presente a pranzo, mentre mia madre era sempre in smartworking, ed è per questo che iniziai a sperimentare di tutto e di più in cucina: tra frittate e paste al sugo ero diventato un cuoco stellato; ed è proprio da qui che scoprii la mia passione per la cucina e la mia voglia di rendere felici gli altri anche solo tramite un bel e buon piatto.

Dopo la mattina passata in didattica a distanza e dopo un bel pranzetto ristoratore iniziò a farsi sentire la noia, e quale modo migliore di passare del tempo se non studiando musica?  Suono il sassofono contralto da 6 anni e la musica ha la capacità di infondermi sempre felicità e gioia: tra il Jazz degli anni ’60 e il Rock degli anni ’70 la mia quarantena è sempre stata colma di Freddie Mercury e John Coltrane.

Tra canzoni, spadellate e lezioni a distanza le giornate sono passate e siamo arrivati all’estate, un’estate con pochi contagi, morti minime e con una grande voglia di rivedere tutti coloro che non ho potuto abbracciare nei mesi passati: cene con i parenti, feste con gli amici e viaggi dal mio vecchio Trentino alla mia amata Calabria.

Ed eccoci qua, di nuovo in questa situazione drammatica e strana, con la speranza di tornare alla normalità il prima possibile.

 

IL NOSTRO CONSIGLIO

 “Rimaniamo distanti oggi, per abbracciarci più forte domani…”

 

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