Il vero protagonista, o meglio antagonista, di questo terribile 2020 è senza dubbio il Covid 19, un nuovo virus che ha messo in ginocchio tutto il mondo e che in Italia ha messo piede verso la fine di Gennaio, tanto che il 23 Febbraio il governo ha trovato necessario chiudere le

scuole e imporre l’uso della mascherina affinché la diffusione del virus rallentasse. Non conoscendo ancora quanto questo virus potesse essere pericoloso tutti noi abbiamo ingenuamente appreso questa notizia con felicità, infatti uscivamo con gli amici, andavamo al campetto a giocare a basket, quindi nelle nostre teste era quasi come una vacanza. Dopo circa due settimane, il 9 Marzo, con un nuovo DPCM, il governo ha imposto un lockdown nazionale, dove tutti noi siamo stati costretti a stare chiusi in casa senza la possibilità di uscire, giocare a basket e soprattutto vedere i nostri amici. Nel mentre, non avendo la possibilità di andare a scuola, facevamo le videolezionicon la didattica a distanza, ovvero un nuovo metodo di fare lezione da casa.

Gli Slime

 

Io, come la gran parte delle persone, ho appreso la notizia della chiusura delle scuole con estrema contentezza e all’inizio ho preso decisamente sotto gamba questo virus, uscivo con i miei amici come se fosse vacanza. Ad essere sincero la vita della quarantena il primo mese non mi è pesata minimamente, anzi, stare sempre in casa l’ho trovato molto rilassante, giocavo con i videogiochi, guardavo tantissimi film e facevo, per quanto possibile, esercizio fisico per tenermi in forma. Ho iniziato addirittura a cucinare, ho scoperto che fare torte è fantastico soprattutto perché mentre faccio l’impasto ne mangio la metà e, se non fosse per mia madre, si potrebbe anche mangiare cruda. Dopo circa un mese ho iniziato a sentire la necessità di uscire di casa perché mi mancava l’aria, ma soprattutto mi mancavano i miei amici che non vedevo l’ora di poter rivedere. Il mio stato d’animo si è completamente ribaltato quando, per la prima volta da quando sono nato, sono stato costretto

a non festeggiare il mio compleanno il 7 Aprile, ed è stato per me un colpo al cuore perché io amo festeggiarlo e aspetto con ansia il suo arrivo.

Da quel momento fino alla fine del lockdown, il 18 Maggio, che mi sono letteralmente sentito in prigione, è stato veramente un periodo difficile, pieno di noia, tristezza per ciò che si sentiva alla televisione e rabbia per non poter varcare la soglia di casa, basta dire che trovavo fantastico buttare la spazzatura, era diventato un momento cruciale nelle mie giornate perché era l’unico momento in cui avevo la possibilità d

i uscire e questo fa abbastanza ridere. Durante questi due mesi abbondanti mi sentivo tutti i giorni con i miei amici e devo dire che avere la possibilità di videochiamarci e sentirci via messaggio è stato fondamentale per trascorrere quelle giornate lunghissime che sembravano interminabili. Trovavo anche difficile percepire lo scorrere dei vari giorni della settimana perché risultavano tutti uguali. La situazione che si era creata era veramente paradossale e sembrava di vivere all’interno di un film.

Riki

 

All’inizio della quarantena, tra la fine febbraio e inizio marzo, io e i miei amici non avevamo preso davvero seriamente il virus. Ci trovavamo quasi ogni giorno e pensavamo che la chiusura delle scuole fosse solo temporanea e che presto saremmo ritornati a lezione. Abbiamo passato così le prime settimane tra ozio e relax perché, non andando a scuola, non avevamo alcun compito. In realtà avremmo  dovuto prendere immediatamente in considerazione il pericolo del Covid più seriamente, evitando inutili rischi, però sul web, sulla tv e su tutti i media arrivava la notizia di un malattia poco più grave di un’influenza e noi eravamo ancora più felici di poterci godere quei giorni senza scuola. Le prime avvisaglie del lockdown arrivarono quando le prime zone fortemente contagiate e purtroppo il momento di non poter uscire arrivò presto. Dopo due o tre settimane dalla chiusura della scuola infatti, le restrizioni cominciarono ad aumentare fino a che non potevo più uscire neanche per strada. Ora, per un ragazzo tra i 15 e i 16 anni non poter vedere amici, ragazze, compagni di classe e parenti dovrebbe essere un trauma, ma per me non lo è stato, almeno inizialmente. Penso di essere stato così tanto investito da queste novità da aver perso la concezione di ciò che accadeva attorno a me e di cosa mi stavo perdendo rimanendo chiuso in casa ma, purtroppo, nelle settimane successive cominciai a rattristarmi, come tutti del resto. Fortunatamente, ho trovato il modo di impiegare il mio tempo. Credo che non sarei riuscito a superare il lockdown e, nello stesso momento, a mantenere un buono stato di salute mentale  se non fosse stato per l’esercizio fisico. Ho cominciato ad allenarmi tutti i giorni di sera, e sono riuscito a montare un canestro nel cortile di casa mia dove facevo tutti i giorni 2 tiri per tenermi allenato.  La mattina invece svolgevo le videolezioni in DAD, con un orario ridotto rispetto al normale. Purtroppo con la didattica a distanza è molto più difficile stare attenti o prendere appunti piuttosto che stando in classe: io mi distraevo tantissimo e, mio malgrado, ho perso un paio di argomenti importanti.

Comunque, tornando a noi, dopo le lezioni, nel pomeriggio ancora non sapevo che fare. Ho iniziato così a riprendere in mano la mia chitarraIo ho iniziato a suonare alle elementari con un corso di musica nelle scuole del mio paese. Ho fatto successivamente un anno in una scuola più seria e ho deciso poi di iscrivermi alla banda musicale suonando il sassofono per passare il tempo. Ho abbandonato infine la mia attitudine musicale con l’inizio del liceo per paura di non riuscire a conciliare la scuola, la musica e lo sport. Durante la quarantena, così, ho ripreso a strimpellare e ora mi diverto a suonare Bob Marley. Purtroppo non so cantare e evito di farlo ma cerco di compensare suonando al meglio. La musica mi ha avvicinato anche al mondo della produzione musicale.  Ascoltando io hip hop di tutti i generi, ho cominciato a interessarmi ai diversi programmi per creare canzoni e sono finito per appassionarmi all’ingegneria del suono che si nasconde dietro ad ogni brano.

Ecco una base musicale che ho fatto durante la quarantena

La quarantena intanto continuava e noi chiusi in casa non sapevamo mai quando sarebbe finita, il governo continuava a posticiparne la fine e io continuavo a sperare che finisse il prima possibile. Non ne potevo più e non vedevo l’ora di rivedere i miei amici. Finalmente, a Maggio, il governo ha cominciato a alleggerire le restrizioni poco alla volta fino a che è iniziata per tutti l’estate

Miki

Era da un po’ di tempo che sulla televisione e sui social girava la notizia di questo nuovo virus simile alla polmonite, sinceramente ho subito pensato che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi e che tutti erano fin troppo agitati, ma ben presto avevo già cambiato idea…

Come prima precauzione il governo italiano aveva deciso di chiudere le scuole per una settimana dopo i primi contagi nel nostro paese, verso la fine di febbraio. Come la maggior parte dei ragazzi della mia età, avevo subito colto questa sospensione delle lezioni come una piccola vacanza per staccare un po’ dalla scuola, infatti mi ricordo benissimo che sono venuto a conoscenza di questa fantastica notizia mentre ero in macchina con la mia famiglia durante il ritorno dalla casa in Valle d’Aosta ,che affittiamo tutti gli anni. Sia io che mio fratello avevamo fatto quel viaggio con un enorme sorriso in faccia perché non vedevamo l’ora di tornare a casa per uscire con i nostri amici per festeggiare.

La prima settimana è stata fantastica perché ogni giorno vivevo il sogno che ogni studente desidera dall’inizio della scuola. Mi svegliavo, facevo colazione, pranzavo e più o meno dopo le 15 scappavo di casa e ci mettevo piede solo la sera per mangiare qualcosa(cosa che non capitava molto spesso perché non appena avevamo l’ok dai nostri genitori ci si organizzava per andare a prendersi una pizza insieme)e poi subito fuori ancora. Ma non tutte le cose belle sono infinite, infatti arrivò domenica, e tutti eravamo consapevoli che la settimana paradisiaca che avevamo appena trascorso sarebbe finita… Ma la sera di quel giorno ci venne comunicato che saremmo stati a casa per un’altra settimana, ed ancora una volta io e i miei amici eravamo al colmo della felicità. La seconda settimana è stata molto simile alla prima, soltanto con qualche mascherina in più. Ma verso la fine di questa settimana c’erano già più restrizioni, non così stringenti come quelle di adesso ma comunque “fastidiose” per un ragazzo di 16 anni.

Personalmente ho iniziato a sentirmi rinchiuso tra la fine della terza e l’inizio della quarta settimana dove si poteva uscire solo per svolgere attività fisiche o  per motivi necessari, in questa settimana le lezioni a distanza erano cominciate già da quella passata ,ma sinceramente non mi appesantivano più di tanto essendo di orari ridotti, mentre i pomeriggi li passavo un po’ a fatica andando a correre , oppure, avendo la fortuna di avere un piccolo canestro davanti al garage di casa mia, li passavo tenendomi allenato sullo sport che amo, ovvero il basket. Nel giro di poche settimane sono passato a voler che i pomeriggi e le sere non finissero mai, al voler risvegliarmi soltanto quando avrei potuto rivedere i miei amici. Quando ci tolsero anche la possibilità di poter uscire all’interno del nostro comune per una passeggiata, iniziai veramente ha sentirmi come in una cella di una prigione. L’unico mezzo per poter rivedere i miei amici era quello della tecnologia, infatti grazie a i messaggi e videochiamate potevo rivedere, anche se solo attraverso uno schermo, i miei amici, che, mai come in quel momento, ne avevo la necessità.

Simo

Leave a Reply