Durante la quarantena ho fatto una grande scoperta: la mia famiglia.
Non so se tu sia figlio unico o membro di una numerosa comitiva, in questo caso penso che tu possa capire la giostra continua, da cui io non scenderei mai, che è una famiglia numerosa.
E, se pensavo di sapere già tutto sulla mia sfera domestica, questa quarantena è stata un faro che ha messo sotto una nuova luce aspetti della mia vita con cui convivo da sempre.
Se dovessi fare un paragone, la famiglia è stata come un salvagente: sicuramente avrei preferito un mare calmo dove poter nuotare libera, ma quando si è presentato un periodo di così grande difficoltà la famiglia è stata la mia salvezza. Convivere in sei sotto lo stesso tetto ha da sempre avuto tanti pro e contro, e questa quarantena è stata come un megafono che ha amplificato alla massima potenza ogni aspetto positivo e negativo.
Dopo poco più di una settimana la mia camera, che normalmente era il mio rifugio e il mio posto preferito in casa, è diventata uno scrigno di solitudine ed è iniziato il mio vagabondare per casa, prima per piccoli periodi di prova, ma dopo poco ho scoperto il prezioso valore di una compagnia che solitamente davo per scontata. I miei fratelli non sono diventati solo i miei confidenti, giorno dopo giorno diventavano i membri di una squadra di pallavolo, gli avversari in una gara di cucina, degli sfidanti in una partita a carte, dei lottatori per delle faide. E mia mamma, l’imperatrice, come la definisce papà, col suo spirito creativo non si è lasciata sfuggire l’occasione per mettere in atto le sue bizzarre quanto coinvolgenti idee: una bella cena di gala al sabato sera, un Karaoke durante il pomeriggio, un gioco di squadra maschi contro femmine, e perché non aggiungere anche una bella stirata o “stendata” di gruppo.
Ecco, ti vedo già sorridente all’immaginare questa scena idilliaca di una famigliola felice e unita più che mai, ma forse è giunto il momento di riportarti alla realtà. Immagina la lezione al mattino, sei computer connessi e nessuno di essi funzionante, tutti che reclamano il primato convincendo gli altri, con le buone o con le cattive, a liberare il Wi-Fi e passare ai dati mobili. Pensa alle urla durante le numerose liti e soprattutto alla frustrazione di non poter lasciare casa per scaricare la rabbia. E per ultimo, ma non per importanza, pensa ai nostri poveri vicini, le vere vittime della nostra famiglia