Lockdown…probabilmente per te questa parola  non significa niente,  ma a me sanguinano le orecchie solo a sentirla, perché è lei che ha cambiato la mia vita dai tempi di marzo. È stata detta quella parola magica e bidibi bodibi bu, mi sono ritrovata alla scrivania, davanti a me un computer e dietro lo schermo il mondo intero, ma soprattutto i miei amici. Ovviamente già da prima della pandemia la preistoria era finita da tempo, e il virtuale era già qualcosa a cui si guardava con interesse e stupore, tra giochi, serie tv e amicizie, una possibile valvola di sfogo dai momenti di noia e dalla nostra routine.

Ma in uno di quegli ambiti che noi e lei ci contendevamo, la tecnologia si è resa indispensabile: i nostri legami da allora li controlla egemone lei.

Dopo aver acquisito una certa consapevolezza della situazione tra noi ragazzi è iniziata una caccia al tesoro, ossia il metodo migliore per rimanere in contatto con le altre persone, come  le videochiamate con gli amici, anche quelli più lontani, gli aperitivi online, fino alle feste di compleanno e progetti e sogni di eventi che non so bene quando potranno realizzarsi.

 

Piano piano ho capito che quel telefono sarebbe stato il mio sguardo, per vedere ciò, ma soprattutto chi, stava al di fuori della mia cameretta, i miei passi per raggiungere le persone lontane da me, e il mio calore e il mio affetto da donare in una situazione in cui chiunque ne ha bisogno. Ho impiegato poco tempo a capire che questi miei sentimenti erano condivisi, si è venuta presto a creare una grande comunità in cui condividere opinioni, informazioni, paure e speranze.

Mostrando una reciproca solidarietà, insieme siamo riusciti a organizzare eventi via web come concerti online, flash mob dai balconi delle nostre case, assistere a musicisti che si esibiscono sul tetto e molto altro.  Cose che magari ai tuoi occhi appaiono  insignificanti, ma che mi hanno fatto sentire parte di un insieme, mi hanno fatto sentire viva.

Ora non so dirti se questa esperienza ha tracciato una linea di confine tra passato e futuro, se ha cambiato radicalmente il modo di creare e vivere i legami, anzi sicuramente tra i due sei tu quello più informato sul futuro.

Però so per certo che quella solitudine, l’unica a cui non è stato vietato di accompagnarci in ogni angolo della casa, ci ha portato una grande fame di vedersi di nuovo, di ritrovare il supporto da parte dei nostri amici che a quest’età consideriamo fondamentale.

E se prima i nostri genitori mi riprendevano invitandomi a lasciare da parte il telefono e fare un giro all’aria aperta, ora vorrei solo correre fuori, stringere forte i miei amici, innamorarmi, conoscere e viaggiare.

Mi mancano gli sguardi, quelli che comunicano quando le parole non collaborano con me, gesti inaspettati, l’invito giusto al momento giusto.

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