Marzo 2020: tutta l’Italia si addormenta.

Le strade si svuotano, le scuole si spopolano di scolari, le aziende chiudono i battenti, i bar tirano giù le serrande, i negozi spengono le luci. Risucchiati da questo virus ci rintaniamo nelle nostre case, impauriti e iniziamo così il nostro letargo. Mentre noi ci nascondiamo sotto le coperte come se un mostro volesse attaccarci i piedi scoperti, il suono incessante delle sirene rompe il muro di silenzio quasi assordante. Noi al sicuro, mentre migliaia di persone stanno morendo. Il “come stai” di una chiamata è diventato un simbolo di preoccupazione, di affetto, ma soprattutto di vicinanza. Abbiamo lasciato alle spalle i nostri diverbi, i nostri nemici, perché solo con la forza della solidarietà possiamo sconfiggere quella battaglia. 

Luglio 2020 “il virus è sparito, festeggiamo”

Novembre 2020 zona rossa

L’aria novembrina mi apre i polmoni, assaporo la gioia di non provare la fame d’aria. Gli ospedali si riempiono, sempre di più. La gente muore sola, su una barella lasciata in mezzo al corridoio del pronto soccorso. Ridiamo divertiti dal fatto che l’Italia è divisa per colori rosso, arancione, giallo. Non c’è proprio niente per cui ridere. L’inverno è alle porte, ma quasi non c’è ne accorgeremo poiché rinchiusi nelle nostre camere. Netflix, coperta, tè caldo. La nostra routine consiste nel passare dal frigorifero, al letto per poi passare al divano. 

Sembra di vivere in un incubo, in un giorno che non inizia e non finisce mai. 365 giorni dello stesso giorno. Quando ci sveglieremo? L’incertezza è nostra compagna di vita e la noia nostra unica nemica.

 

Leave a Reply