Sulle scrivanie le agende piene di impegni gridavano vendetta. Cercavamo di incastrare gli appuntamenti di lavoro con quelli dal parrucchiere, telefonare e nel frattempo fare da mangiare, tanto che lasciavamo il fuoco acceso sotto la pentola mentre facevamo la doccia e così mandavamo a fuoco la casa. 

E poi, nulla. I telefoni che squillavano ogni cinque minuti ora tacciono, abbandonati sul tavolo della sala. I clienti annullano gli appuntamenti presi settimane prima. 

I diari prima pieni di verifiche, interrogazioni, lavori di gruppo, scadenze, ora sono dimenticati nel fondo della cartella, insieme ai residui di tempera delle matite. Le pagine sono vuote come le nostre giornate. Quel bianco monotono ricorda il cielo coperto di nuvole fuori dalla finestra. 

Sfoglio le pagine bianche freneticamente come se cercassi invano una macchia di penna blu. 

Trovata. Ore 18.00 di venerdì sera: aperitivo su zoom con le girls. Rido ma in realtà mi vien l’angoscia.

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