Durante l’aggravarsi della pandemia in questi ultimi mesi, un settore molto criticato e in difficoltà è stato quello dei trasporti.
Gli studenti che affrontavano lunghi viaggi sui mezzi pubblici, i quali spesso erano affollati e ben oltre la capienza massima, hanno sollevato molteplici lamentele, che però non sono state prese molto in considerazione dall’azienda che offre il servizio.
Le colpe però non sono da imputare solo ai mezzi pubblici, perché sebbene non fosse presente il distanziamento, alle volte era anche il buon senso di ragazzi e non, a venire meno, poiché, stufi di averla indosso, irresponsabilmente si toglievano la mascherina incrementando notevolmente le possibilità di contagio.
Si pensa infatti che l’alto contagio riscontrato in ambito scolastico sia scaturito dalla scarsa organizzazione dei mezzi pubblici che in alcuni casi sono stati ridotti invece che essere incrementati.
Effettivamente la scuola si è rivelata essere un ambiente sicuro e conforme alle regole emanate dall’istituto superiore di sanità agli inizi del nuovo anno scolastico che sta procedendo virtualmente.
Ma questa istituzione non è tuttavia esente da colpe, basti pensare agli assembramenti venutasi a creare dinanzi le porte degli istituti di gran parte d’Italia generati dalla mancanza di corse ad orari ripetuti nel corso della mattinata per iniziare le lezioni negli orari scaglionati prestabiliti dai dirigenti scolastici.
Questo settore non concerne però solo l’ambito scolastico; molte infatti sono state le proteste portate avanti da trasporti privati come è avvenuto in tutta Italia venerdì 6 novembre in cui i taxisti hanno dato voce al proprio pensiero scioperando nel corso di tutta la fredda giornata autunnale per la mancata attenzione da parte del governo nei confronti di questo settore fortemente colpito dalla pandemia globale.