Riscopriamo la tradizione guardando al futuro

Non è detto che Kublai Kan creda a tutto quel che dice Marco Polo quando gli descrive le città visitate nelle sue ambascerie, ma certo l’imperatore dei tartari continua ad ascoltare il giovane veneziano con più curiosità e attenzione che ogni altro suo messo o esploratore.” L’incipit de Le città invisibili di Italo Calvino introduce un aspetto cruciale dell’essere cittadini: sentirsi tali, sentire così tanto di far parte di quel luogo da raccontarlo come l’unico degno di memoria. Una concezione che noi forse non abbiamo ancora imparato: quante volte ci lamentiamo di Varese? Eppure noi cittadini dovremmo essere i promotori della nostra città; la cultura passa attraverso ciò che noi raccontiamo della nostra città. La città cresce grazie a noi e noi diventiamo grandi quando riusciamo a spiegare noi stessi attraverso i luoghi della nostra memoria; attraverso la valorizzazione della nostra città noi possiamo rileggere il nostro passato e la nostra storia. Diventiamo adulti e andiamo via dalla nostra città per poi tornare e vedere con occhi diversi tutti i luoghi che ci hanno aiutato ad essere noi stessi.

Il fatto che la città sia raggiungibile da ogni angolo della provincia permette che qui si concentrino centri dediti a qualsiasi attività. La maggior parte degli studenti della provincia frequenta le scuole superiori a Varese dove, da vent’anni, sono presenti corsi universitari. Questo fa sì che ognuno riceva un’educazione idonea, base per un’esperienza lavorativa solida, offrendo vaste possibilità future. 

L’istruzione è uno degli ambiti più sviluppati di Varese: sono innumerevoli le scuole che offrono agli studenti una vasta scelta di indirizzi da seguire. I ragazzi sono guidati, attraverso l’orientamento, alla selezione della scuola giusta per realizzare i loro sogni. Come attestano i dati delle ricerche della Camera di Commercio, la disoccupazione varesina è sotto la media nazionale.

La provincia di Varese, nonostante la grave crisi degli anni passati, resta una delle aree più industrializzate d’Italia: i dati del 2017 della Camera di Commercio di Varese riportano che l’80% dei cittadini lavora come dipendente nelle imprese private e nella Pubblica Amministrazione, perciò negli indirizzi di studio più richiesti troviamo al primo posto amministrazione e finanza, segue meccanica e meccatronica, infine turismo ed enogastronomia.

La realtà di oggi mostra che Varese, come ieri, potrebbe rilanciare il lavoro manuale, riprendere quegli ambiti che sembravano sostituiti dalle nuove tecnologie e sono invece i lavori più necessari. I settori lavorativi una volta definiti “umili” sono invece i più richiesti: con l’avvento delle nuove tecnologie sono indispensabili i tecnici che studiano nuovi modi di impiegare l’energia.

I genitori non tengono quasi più conto delle passioni che crescono dentro i loro figli, obbligandoli a seguire di malavoglia e con scarsi risultati una scuola che non li entusiasma. Se ogni ragazzo potesse scegliere la propria scuola seguendo le proprie passioni e senza alcun condizionamento, non solo la frequenterebbe con maggior dedizione, ma troverebbe molte offerte lavorative.

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