Il turismo ai tempi delle nuove tecnologie: la parola chiave è “fiducia”

La rivoluzione del turismo tra Sharing Economy e pasta fatta in casa

Nel 2018 oltre 19 milioni di persone hanno organizzato e prenotato le proprie vacanze on-line (bilancio trattato da Coldiretti/Ixè).

Nella scelta della meta perfetta sempre più viaggiatori preferiscono affidarsi alla rete, programmando il viaggio in autonomia, possibilmente seduti con un pc appoggiato sulle ginocchia.

Ma la domanda è: questo sistema potrà mai eguagliare i consigli accorati degli amici o le proposte degli impiegati delle agenzie di viaggio? La risposta è sì, a patto che non manchino sincerità e fiducia.

 

Oggi le piattaforme lavorano secondo il concetto di “democratizzazione del turismo”: tutti possono confrontarsi ed accedervi.

I portali devono essere famigliari, permettendo lo scambio di esperienze, proprio perché si sostituiscono o meglio integrano il lavoro degli impiegati delle agenzie di viaggio, che sono presenti fisicamente davanti al cliente.

“L’importante è non barare”, sottolinea Luca Natale, responsabile comunicazione del Parco delle Cinque Terre, intendendo che ovviamente le informazioni e le recensioni reperibili su Internet devono essere le più sincere e realistiche possibili.

Il continuo rinnovamento delle tecnologie in questo campo è fatto per garantire migliori servizi alle persone, sia produttori che consumatori; tanti piccoli imprenditori (allevatori, agricoltori,…) aggiungono al loro lavoro l’aspetto turistico, sia per migliorarsi che per mostrare al mondo le loro professioni. Professioni che, molte volte, essendo inserite in contesti locali veramente piccoli, rimangono all’ombra delle principali mete turistiche.

Questo è permesso in primis dalla Sharing Economy, che consente di valorizzare luoghi che in origine non sono turistici ma che lo diventano per una singola qualità; Matteo Frigerio, Country Manager Italy per AirBnb, porta l’esempio di Palombara Sabina: piccolo centro urbano a 40 chilometri da Roma, solo dall’inizio di luglio è stato raggiunto da oltre 300 persone, giunti per conoscere i segreti della pasta della Signora Nerina, una nonna di 81 anni che si è inventata un progetto di Pasta Sharing, portato avanti con il sostegno di AirBnb.  In questo caso l’effetto “palla di neve” è generato da una persona.

Le nuove tecnologie portano a nuovi modi di viaggiare, nuove mete e nuovi tipi di viaggio.

Grazie ai social e alla Sharing Economy le persone vedono quanto sia bello dedicarsi a cose che altri potrebbero considerare banali, come fare la pasta, scontato per un italiano ma affascinante per uno straniero.

Sicuramente il turismo fa muovere l’economia, ma come in tutte le cose c’è anche il rovescio della medaglia: per esempio lo snaturamento del territorio e il danneggiamento dell’integrità del luogo (alcuni ristoranti in Italia accolgono clienti parlando solo in inglese e servono patatine fritte e hamburger a tutte le ore).

Attenzione anche all’over tourism (il sovraffollamento turistico di una città- come può essere Venezia-) e al contrario alla desertificazione. Un obiettivo può essere quindi quello di trovare un modo per far respirare le città che subiscono turismo eccessivo e far risplendere le mete meno conosciute ma cariche di potenziale.

In conclusione: a che livello siamo arrivati in questa Rivoluzione? “A una presa di coscienza”, risponde Alessandra Favano, giornalista e blogger di viaggi.

Tanto si è fatto, ma la strada è ancora lunga: siamo solo all’inizio del percorso che ci porterà a scoprire un innovativo tipo di turismo, e forse qualche nuova meta tutta da esplorare.

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