Ogni giorno un reporter si sveglia: sa che dovrà finanziare più campagne crowdfunding rispetto ai suoi colleghi se non vorrà risvegliarsi a breve nell’epoca della pietra.
Zaino con battery pack e sim incoroporata, microfono Bluetooth, software iperprofessianali, ECC…
Oggi rappresentano l’essenzialità del reporter di domani: Una figura che per primeggiare è costretta ad affiancare alle proprie competenze giornalistiche una valida dotazione tecnologica.
Ne giova la qualità del servizio proposto, siamo sicuri però che sia un valore aggiunto in grado di esaltare il talento e che non rappresenti concretamente le abilità stesse del giornalista?
In questo modo il mestiere del reporter diventa una lobby alla quale solo i più facoltosi possono accedere. Questa barriera preclude spesso l’ingresso anche ai più talentuosi, privati però delle risorse necessarie per emergere.
Questa non vuole essere un’avversione all’evoluzione tecnologica, bensì un tentativo di esaltare capacità comunicative ed espressive di coloro che lo meritano.