Il giornalismo musicale sta MORENDO? Tocca a noi giovani rivoluzionarlo…

Come afferma il giornalista musicale Franco Zanetti (Direttore di Rockol) il mondo della cronaca musicale cartaceo in Italia si trova in seria difficoltà sia dal punto di vista economico, sia come seguito.

Zanetti, appoggiato dai colleghi presenti, spiega come le aziende decidono di investire direttamente sull’artista o addirittura apparire in un loro videoclip musicale; lasciando così le riviste musicali in cerca di finanziamenti in aziende che non rappresentano pienamente un nesso con il mondo della musica.

Ma allora perché magazine musicali come la neo-rivista online italiana di grande successo ESSE MAGAZINE (chiamata in precedenza STO MAGAZINE, gestita dall’etichetta discografica STO RECORDS, fondata dall’affermato rapper italo-tunisino GHALI) riescono ad avere un pubblico così ampio rispetto magari a una rivista cartacea?

Principalmente perché la rivista cartacea deve contare una maggiore spesa dal punto di vista della pubblicazione; per di più i giovani, futura generazione di punta nel panorama musicale in termine di vendite e numeri non ama leggere molto su carta, sono pochi i lettori accaniti ad una rivista, che ogni mese acquistano il loro fascicolo musicale preferito. 

Come afferma il giornalista Rossano Lo Miele (Direttore di Rumore) il giornalismo musicale è il settore che ha subito più di tutti la digitalizzazione.

I giovani apprezzano di più gustarsi un video intervista/documentario sul loro artista preferito rispetto a leggerlo su carta. Qui emerge tra tutti uno dei canali più conosciuti in Italia, overo TOPSHOW TV che conta in questo momento su YouTube circa 75.000 iscritti e più di 5 milioni di visualizzazioni totali.

Ciò che rende difficile creare contenuti di cronaca riguardo artisti e musica sono i social network che hanno creato un legame molto intimo tra artista e fans. Riuscire a sapere in ogni momento dove si trova una artista specifico, conoscere tutte le date dei suoi concerti, le imminenti uscite di singoli o album ora è facilissimo, ad esempio con le storie di Instagram. Stessa cosa per l’artista che può promuovere i suoi lavori in modo semplicissimo senza adottare metodi pubblicitari di terze parti.

Quindi in conclusione non bastano più le classiche recensioni di album o singoli, fondamentali quando non esistevano le piattaforme streaming come Spotify che ci permettono di ascoltare un qualsiasi album appena uscito in ogni momento e decidere se ne vale la pena comprare il CD vero e proprio.

Bisogna cercare una nuova ondata di originalità che permetta al pubblico di ritrovare quel piacere di leggere storie e interviste su vari artisti della nuova generazione che sono riusciti a portare il valore musicale italiano ad un livello europeo.

Forse la nuova musica va scritta dai giovani giornalisti? E’ questa la chiave della risoluzione? Creare un legame tra musica e un argomento di nicchia (come ad esempio lo sport o l’abbigliamento) può essere certamente un punto a favore per stravolgere questo modo ormai vecchio e poco seguito di scrivere.

Non dimentichiamo però di scrivere sempre il giusto e in modo informato perché i rischi sono sempre dietro l’angolo.

 

A cura di Gianluca Ruscitto

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