UNA PANORAMICA SUL VOLO A VELA

Gli alianti rappresentano una delle forme piĂą pure e affascinanti del volo. Senza l’ausilio di motori, questi velivoli leggeri sfruttano le correnti d’aria per mantenere e guadagnare altitudine, permettendo ai piloti di sperimentare una connessione unica con il cielo e la natura.

STORIA

Il volo senza motore ha radici profonde, risalendo ai sogni antichi di Leonardo da Vinci e alle osservazioni dei primi scienziati. Tuttavia, fu Otto Lilienthal, ingegnere tedesco e pioniere dell’aviazione, a portare la pratica del volo a vela nella realtĂ . Lilienthal costruì e volò con numerosi alianti tra il 1891 e il 1896, effettuando oltre 2000 voli documentati, immolandosi al punto di perdere la vita nei suoi esperimenti, nonostante vivesse in un periodo storico in cui la maggior parte degli sperimentatori sul volo venivano additati come folli, come dimostrano testi scritti appositamente per screditare il volo, come ad esempio “Darius Green and His Flying Machine” una poesia comica scritta da J.T. Trowbridge, narrante la storia di un ragazzo, Darius Green, che tenta di costruire una macchina volante con risultati comici e catastrofici, quasi un parallelo della storia di Otto, nonostante la poesia fosse stata scritta 20 anni prima.  In ogni caso, gli esperimenti di Lilienthal posero delle basi per lo studio del volo, influenzando fortemente anche coloro che si possono definire i padri dell’aviazione, i fratelli Wright.

(Otto Lilienthal a bordo di una delle sue invenzioni)

Con la nascita dell’aviazione e la prima guerra mondiale gli aerei furono utilizzati nel conflitto, ciò portò poi nel 1919, alla fine della guerra, a inserire nel Trattato di Versailles severe restrizioni all’aviazione motorizzata in Germania, stimolando così un’intensa attivitĂ  nel volo a vela, creando dei centri di interesse in Germania, come il Wasserkuppe, utili per incoraggiare la sperimentazione nel settore. Gli alianti furono utilizzati anche nel secondo conflitto mondiale come mezzo di trasporto delle risorse, basti pensare al DFS 230, utilizzato dalla Luftwaffe.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale si progettarono  alianti per scopi sportivi e di ricerca, con associazioni ed enti sportive che guardano al volo a vela come una attività da diporto.

Fisica del Volo in Aliante

La fisica di base che riguarda il volo non si differenzia da velivolo con o senza motore, e riguarda principalmente 4 forze:

Portanza (Lift): la portanza si definisce come la componente della forza aerodinamica perpendicolare al vento relativo, ed è ciò che permette alla macchina di volare. Il flusso d’aria che investe il profilo alare resta attaccato ad esso, generando una pressione maggiore sul ventre del velivolo rispetto al suo dorso.

Peso (Weight): la forza peso è quella esercitata dalla gravitĂ  nei confronti del velivolo, si oppone alla portanza. Per mantenere il volo livellato, la portanza deve essere uguale al peso dell’aliante.

Resistenza (Drag): La resistenza è la forza che si oppone al moto dell’aliante attraverso l’aria. Ci sono tre componenti principali della resistenza: la resistenza di forma, che dipende dalla forma del corpo, la resistenza d’attrito, che dipende dalle irregolaritĂ  della superficie del corpo, e la resistenza indotta, che è generata dalla differenza di pressione tra dorso e ventre del velivolo.

Trazione (Thrust): la trazione è la forza che deve essere applicata per vincere la resistenza aerodinamica, nei velivoli a motore è data dalla rotazione dell’elica, mentre per un aliante, che è privo di un motore, tale spinta risulta superflua, in quanto il movimento dell’aliante nell’aria non è ostacolato da una resistenza in grado di mandarlo in stallo per via delle sue particolari caratteristiche.

Principi di Volo in Aliante

L’aliante è manovrabile attraverso barra e pedali, che regolano rispettivamente beccheggio e rollio ( ovvero la rotazione sull’asse trasversale e longitudinale) per la barra, attraverso l’equilibratore e gli alettoni, e imbardata ( rotazione sull’asse verticale) per i pedali, attraverso il timone. Il movimento di virata è basato sulla corretta coordinazione tra pedali e barra, in modo più specifico tra imbardata e rollio.

Il volo in aliante è basato sulla ricerca in planata della correnti ascensionali in grado di portare il velivolo nuovamente in quota, per poi proseguire con la planata.

La conoscenza della meteorologia diventa quindi una base fondamentale,  specialmente il riconoscimento delle correnti.

Le correnti ascensionali possono essere:

Termiche, ovvero colonne o bolle di aria calda, spesso caratterizzate dalla presenza sopra di esse di una nube cumuliforme, formate dal riscaldamento solare.

Onde di montagna, ovvero il vento che, scontrandosi su una catena montuosa, prosegue verso l’alto fino alla cresta montuosa, permettendo ai volovelisti di raggiungere tali creste.

Per portare un aliante in quota da una zona piana è necessario il traino da un velivolo a motore, che procederà a portare l’aliante ad una quota prestabilita per poi sganciarsi dal cavo di traino. Per l’atterraggio invece sarà necessario seguire un circuito e sfruttare i freni diruttori per perdere velocità e portanza.

(flaps e diruttori, usati per acquisire e perdere portanza)

Il volo in aliante permette a chi lo pratica di avere un rapporto un rapporto più vivo con la natura: i grandi silenzi e il suono del vento sono caratteristici di una profonda immersione nel cielo, e rappresentano la forma di volo più pura, anche a livello ambientale. Infatti l’efficienza della forma dell’aliante, con la sua forma affusolata e le ali lunghe e sottili, hanno ispirato ingegneri nella ricerca di un mezzo dalla maggiore sostenibilità ambientale, in grado di usare meno carburante grazie a una diminuzione della resistenza aerodinamica.

(Prototipo di aeroplano piĂą efficiente)

Il volo in aliante è inoltre facilmente praticabile in Italia per la presenza di diversi club e associazioni che lo riguardano.

(scatto personale della cittĂ  di Como da un aliante)

Fonti:

-“Nuovo manuale del volovelista” di Guido Enrico Bergomi

-“Volare per diporto” di Angelo Raffaele Bibbo

-“I fratelli Wright” di David McCullough

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