“Vita di uno studente: lotta per la sopravvivenza in autobus”

L’utilizzo dei trasporti pubblici è molto diffuso tra i giovani che vanno e tornano da scuola. Utilizzare i mezzi, infatti, risulta molto più comodo sia per i ragazzi, in quanto occasione per socializzare ed essere maggiormente autonomi, sia per i genitori, che possono più facilmente conciliare orari lavorativi ed impegni familiari.

Secondo gli ultimi dati rilevati dalla Regione Lombardia, più del 50% degli studenti raggiunge la scuola utilizzando i mezzi pubblici. Nello specifico caso di Tradate (VA) si parla, quindi, di circa 1500 ragazzi tra i 14 e i 19 anni che ogni giorno utilizzano treni e autobus per raggiungere la sede scolastica. Sì, ma a che prezzo? Vige ormai da anni una tale condizione di sovraffollamento e disagio su treni e in particolar modo pullman, che il nuovo motto di tutti i giovani studenti, ormai già atavici e stressati pendolari, è diventato una moderna versione di mors tua vita mea: “O spingi o vieni soppresso”.

Nonostante la richiesta sia così elevata, infatti, l’efficacia di questo servizio, in particolare degli autobus, non è sempre ottimale. Molto spesso i pullman sono in ritardo o nel caso fortuito in cui passano sono così pieni che alcuni ragazzi sono costretti a viaggiare in piedi, in condizioni di non assicurata sicurezza

Immaginate ora voi di trovarvi nei panni di un ragazzo di 14 anni, i cui genitori hanno pagato 70 euro di abbonamento mensile, che gli è impossibile tornare a casa, perché una corsa è stata cancellata e il prossimo pullman, ormai sempre di più come una chimera, non passerà prima di un’ora?

A causa di questa costante incertezza che rende sempre dubbio sia l’arrivo a scuola che il ritorno a casa, la maggior parte degli studenti, moderni Ulisse, appena vede il pullman arrivare alla fermata, si accalca alle porte, creando caos, scompiglio, spintoni e diverbi. Nel momento in cui, poi, si riesce a compiere la malagevole impresa di salire su un autobus, le sfide continuano, per trovare un posto dove sedersi, senza il rischio di cadere ad ogni curva. Dato che le possibilità di trovare un posto sono più basse di quelle di prendere un treno in orario, non resta altro che rimanere in piedi. Anche questo, però, risulta difficile: i pullman sono stracolmi e molto spesso viene bloccata anche la possibilità di raggiungere una maniglia o un punto dove aggrapparsi. 

Le nuove generazioni sono notoriamente più sensibili ed informate sui temi dello sviluppo sostenibile. I giovani, a partire dalla rivoluzione culturale di Greta Thunberg, hanno modificato sempre di più la loro quotidianità, condizionata da un nuovo senso civico, derivante dalla consapevolezza dell’irreversibilità del cambiamento climatico. Tuttavia, i loro ideali sono destinati a restare lettera morta, perché non trovano realizzazione in un mondo creato dagli adulti ed ancorato ad un passato ormai sempre più anacronisticamente pericoloso.  

Una soluzione sarebbe quella di, in relazione alla statistica degli abbonamenti venduti ed al parere degli autisti, aggiungere alcuni pullman per le tratte più affollate, in modo da rendere più efficiente il servizio, e spingere anche parte del 50% dei ragazzi che ancora raggiunge la scuola in auto ad iniziare a utilizzare i mezzi pubblici, diffondendo così ancora di più la mobilità sostenibile. Tutto ciò, però, potrà essere possibile soltanto se la sfida per un futuro migliore sarà effettivamente accolta da tutti, grandi e piccoli!

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