Il pendolarismo tra i banchi

Tra treni in costante ritardo e autobus sovraffollati, gli studenti faticano a trovare un compromesso con i mezzi pubblici.

L’unica certezza, quando si parla di trasporti pubblici, è il loro ritardo.

Si tratta di una delle tante riflessioni di studenti e lavoratori che quotidianamente affrontano quello che sembra un viaggio della speranza verso la propria destinazione. Certezza, o meglio, incertezza è la parola chiave per descrivere l’argomento che andremo ad approfondire in questo articolo.

Foto con treno in velocità al tramonto.

Scuola e automezzi urbani non vanno d’accordo

Quella dei mezzi di trasporto è una giustificazione – oppure, secondo molti professori, una “scusa” – sempre presente sui registri dei ragazzi. Certo, è giusto mettersi nei panni di insegnanti che, giorno dopo giorno, sono costretti a iniziare la lezione con mezz’ora di ritardo perché la classe non è ancora al completo: diventa facile, dunque, puntare il dito verso la negligenza dei propri studenti. Per quanto esistano sempre eccezioni alla regola, noi siamo qui per smentire le accuse.

Secondo il Codacons, 1 treno su 5 in Italia è in ritardo. Spiacevoli incidenti, incendi, guasti alla linea e ai sistemi informatici sono solo alcuni dei motivi tanto frequenti quanto disastrosi che ogni giorno rendono il percorso di milioni di italiani incerto.

Ma i ragazzi cosa ne pensano? L’abbiamo chiesto direttamente a loro.

Su un gruppo di circa 100 intervistati, circa il 70% di questi afferma di usare regolarmente il treno per dirigersi a scuola, a lavoro o in università, mentre poco meno del 15% usa il bus. 

I dati preoccupanti, però, sono quelli a seguire: oltre l’80% riscontra di frequente problemi e ritardi legati ai trasporti pubblici, mentre, del restante 20%, solo una piccola parte dichiara di non averne mai riscontrati. Dunque, è davvero una giustificazione quella di cui parliamo, o forse un problema da sradicare alla radice anziché puntare il dito su chi ne soffre ogni giorno?

Risultati sondaggio “Cime raggiungi l’università, la scuola o il lavoro?”. I, 68% in treno.
Risultati sondaggio "riscontri spesso problemi e ritardi sui mezzi pubblici?" 
L'80% delle risposte è affermativo.

Un problema di efficienza

Ma cos’è, concretamente, l’efficienza?

Viene definita come la capacità di rendimento e di rispondenza ai propri fini (Treccani). La mission di Trenord è “mettere il viaggiatore al centro, migliorarne la qualità della vita attraverso l’offerta di servizi di qualità”, quella della Rete Ferroviaria Italiana “gestire in sicurezza la circolazione ferroviaria, mantenere in piena efficienza l’infrastruttura con il suo fitto reticolo di linee e di stazioni”. 

Come può risultare possibile soddisfare tali obiettivi in modo efficiente se le condizioni del nostro Paese non lo permettono?

Quasi il 90% dei nostri intervistati ritiene che, su una scala da 1 a 10, l’efficienza del sistema dei trasporti italiani sia inferiore a 6, mentre solo l’1% si è spinto ad una valutazione superiore all’8.

Risultati sondaggio “Su una scala da 1 a 10, quanto ritieni efficiente il sistema dei trasporti italiano?” La media è tra il 4 e il 6.

E la sicurezza?

Un altro tasto dolente viene spesso toccato nello scopo fondamentale delle aziende che operano nel settore dei trasporti è quello della sicurezza.

Marco (nome fittizio, su richiesta di anonimato), controllore presso Trenord, ci ha raccontato le sfide che ogni giorno affronta durante il turno di lavoro. 

«Non penso che la sicurezza esisterà ancora per molto. O almeno, non quella che intendono tutti», sono parole che aprono un grande spunto alla riflessione, dato che «i pendolari non sono gli unici ad avere paura a recarsi in stazione oppure ad aprire i telegiornali

Quello che una volta era semplicemente un compito di controllo dei biglietti si è trasformato in una vera e propria corsa per la sicurezza.

«Capita di essere offesi, minacciati e a volte aggrediti fisicamente dai passeggeri. Conosco colleghi che, dopo una qualsiasi giornata di lavoro, sono tornati a casa con fratture

È dunque una realtà distopica che sta prendendo piede nelle stazioni di tutta la regione. 

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