Diritto allo studio, ce ne parla l’ex ministro Bussetti

Il diritto allo studio è, senza discussione, di fondamentale importanza per ogni individuo in quanto gli permette di avere delle opinioni, di fare delle scelte consapevoli e di garantire la sua uguaglianza agli altri. Come sancito dall’articolo 26 della carte dei diritti dell’uomo, “Ogni individuo ha diritto all’istruzione”. Quest’ultima deve essere gratuita almeno per la formazione elementare, che deve essere obbligatoria. L’insegnamento deve focalizzarsi sul “pieno sviluppo della personalità umana” e sul “rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”. L’educazione va concentrata su valori come amicizia e tolleranza tra popoli e nazioni.

 

In Italia questo diritto viene sancito da due articoli della Costituzione; in particolare l’articolo 33 e l’articolo 34.

Art.33
L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.

Art. 34
La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

Nonostante la Costituzione affermi l’assoluta necessità di garantire il diritto allo studio a tutti, nel nostro paese persistono difficoltà che non consentono a tutti di ricevere una completa istruzione; un sistema scolastico ormai datato, che causa disinteresse nei ragazzi che dovrebbero seguire le lezioni, associato alle difficoltà economiche delle famiglie, ci portano ad essere uno tra i paesi con il tasso di abbandono scolastico più alto d’Europa, pari al 13,1% nel 2020, a fronte di una media europea del 9,9%.

La recente pandemia Covid-19 ha contribuito ad aumentare le disuguaglianze, rendendo difficoltoso l’accesso alla formazione scolastica anche a chi, per i motivi più vari, non è dotato di una buona connessione internet o di mezzi tecnologici avanzati. Anche con il recente rientro in presenza, i “soggetti fragili” non hanno avuto la possibilità di accedere agli istituti scolastici, venendo penalizzati da un sistema di apprendimento, la DAD, che si è dimostrato inefficace.

Anche noi crediamo fermamente nella necessità di garantire il diritto all’istruzione in tutto il mondo perché, come detto all’inizio dell’articolo, garantisce pari opportunità a ogni individuo, garantisce la capacità di avere opinioni personali su argomenti riguardanti diverse tematiche e dona la possibilità di trovare una passione e di poterla perseguire, insomma, regala all’uomo la possibilità di conoscere, e come disse Dante:

” fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”

Segue l’intervista fatta all’ex Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca della Repubblica Italiana, e attuale provveditore agli studi di Milano Marco Bussetti, in cui abbiamo deciso di approfondire la situazione in Italia. In particolare gli abbiamo fatto domande sul fenomeno dell’abbandono degli studi, che è una minaccia per il diritto allo studio e gli abbiamo chiesto un’opinione personale su quello che è stato fatto dal precedente governo durante la pandemia, chiedendo di specificare cosa lui avrebbe fatto se si fosse trovato al loro posto.

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