Ogni giorno mi alzo alle 6:00 per prendere l’autobus: non posso perderlo perché dopo quello delle 7:02 ce ne sarà uno solo dopo un’ora.

Ogni giorno passo quasi un’ora sull’autobus, solo per arrivare a Varese, e spesso è colmo di altri ragazzi come me, o adulti; non c’è posto e ci ritroviamo tutti stretti l’un l’altro, sperando che non si presentino brusche frenate.

Ogni giorno devo correre all’uscita da scuola per cercare di raggiungere la fermata più vicina alla stazione, sperando di riuscire a sedermi e non passare l’intero viaggio in piedi.

Sono un adolescente come tanti altri: abito fuori dalla “città giardino”, e per raggiungere Varese o tornare a casa devo lottare ogni giorno con le coincidenze, il traffico, la fatica e perfino con gli altri pendolari come me. Se perdo l’autobus sono costretto ad aspettare almeno un’ora; quando salgo sul mio “destriero” lo scopro sempre pieno; trovare la coincidenza è più difficile di vincere un terno al lotto. -pendolare anonimo

Sono sicura che molti varesotti si sono ritrovati in questo racconto. In quanto composta da studenti pendolari, la redazione di Error404 sente molto il problema dei trasporti pubblici che utilizza tutti i giorni.

Ci siamo chiesti quindi come le persone siano influenzate dal sistema nei loro movimenti e quale sia la loro opinione sulle infrastrutture pubbliche. Per cercare di capirlo, abbiamo posto delle domande ad alcuni ragazzi nel centro di Varese.

 

Abbiamo suddiviso gli intervistati tra coloro che vivono a varese (fanno uso dei servizi urbani) e coloro che vivono fuori varese (fanno uso dei servizi extraurbani).

 

Abbiamo riscontrato che il mezzo più utilizzato dai giovani varesini per raggiungere la scuola è l’auto, mentre la maggioranza dei varesotti prende il pullman, anche se il numero di “auto varesotte” non è indifferente.

 

Non indifferente è la durata del viaggio, che per un varesino medio è di non più di 10 minuti, mentre per un varesotto può arrivare a superare i 40 minuti.

 

Nessuno è molto soddisfatto delle condizioni in cui si ritrova a compiere questo arduo viaggio verso Varese, tuttavia sembra che la maggioranza sia abbastanza soddisfatta. Il numero di varesini e varesotti a cui il sedile risulta ancora stretto è elevatissimo. Non sono nemmeno irrilevanti le voci varesotte di pieno dissenso.

 

Visto il malcontento diffuso dei Varesotti, abbiamo deciso di provare ad estendere il raggio della nostra ricerca. Ecco qui un grafico preso da Truenumbers che pone a confronto gli indici di gradimento dei trasporti pubblici raccolti nei vari paesi europei:

 

Tralasciando il trasporto aereo, da questo grafico si deduce che l’Italia (indicata con IT) si trova in ultima posizione, al pari con Ungheria e Romania.

 

L’indice di gradimento dei mezzi è costruito su 5 fattori: la fiducia dei consumatori nella società che eroga il servizio, la facilità nel confrontare le diverse offerte, il riscontro di problemi nell’utilizzo dei mezzi, gli svantaggi rispetto alle alternative, il rapporto tra aspettative e la scelta finale.

Perché, dunque, la qualità del servizio è così bassa? Tra le altre ragioni, i mezzi pubblici in Italia costano troppo poco.

Immaginiamo già lo shock del lettore, ma, osservando il grafico preso sempre da Truenumbers, notiamo che il prezzo dei trasporti italiani è più basso del 31,3% rispetto la media europea:

 

 

Proprio così. I nostri mezzi pubblici sono tra i meno efficienti, ma anche tra i meno costosi: è un buon compromesso?

La città di Milano ha recentemente incrementato il prezzo del biglietto del trasporto metropolitano ATM di €0,50, con conseguenti lamentele da parte di tutti gli utilizzatori.

L’amministrazione della città ha preferito aumentare il prezzo per garantire una qualità maggiore del servizio, ed è la strada più comoda che un ente di questo tipo può percorrere, assieme all’aumento delle tasse pubbliche.

Presa consapevolezza di ciò, dobbiamo chiederci: siamo disposti a pagare di più per un servizio migliore?

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