Uno dei principali temi di cui sentiamo parlare ormai da quasi un anno è senza dubbio quello degli incontri virtuali.
Proposti inizialmente come una sostituzione temporanea a ritrovi collettivi, essi si sono rivelati fondamentali per mantenere accesi i contatti tra le persone in ambito lavorativo, sociale e scolastico.
Quest’ultimo aspetto è stato oggetto di focosi dibattiti soprattutto da parte degli studenti di tutti i gradi di istruzione ma anche di insegnanti e genitori i quali molto spesso
si trovavano coinvolti in questioni lavorative in presenza o come si suol dire in “smart-working”, lasciando i figli in balìa di un computer.
Possiamo quindi constatare che sono stati proprio i giovani i soggetti coinvolti in prima linea ad affrontare e modificare la vita quotidiana scandita principalmente da ritmi scolastici nella maggior parte dei casi stravolti dal rimpiazzamento dell’aula in presenza a quella virtuale.
Ecco che allora ciò che sino a marzo sembrava solo una temporanea ed improbabile sostituzione, negli ultimi periodi si è rivelata una strategia fondamentale per affrontare nel modo più completo possibile, le situazioni quotidiane che eravamo soliti condividere con amici e colleghi.
Ma quali sono le differenze rispetto alla didattica in presenza? Ci sono più vantaggi o svantaggi? In qualità di studenti liceali possiamo affermare che la didattica a distanza, seppur necessaria per porre un freno al contagio da Covid19, non riuscirà mai a raggiungere l’efficacia della lezione svolta in presenza che, a seguito del confronto tra le due opzioni, si è rivelata più proficua ed interattiva.
L’apprendimento dinanzi allo schermo ha però portato anche molteplici novità quali l’autonomia e l’autosufficienza nell’organizzare le proprie giornate su un rapporto tra quantità di studio e
tempistiche certamente maggiori e favorevoli per coloro che si trovavano costretti ad effettuare spostamenti attraverso mezzi pubblici spesso precari e in alcuni soggetti anche la riduzione di ansia e stress spesso causata dall’ambiente scolastico.
Per avere una duplice visione della medaglia abbiamo voluto domandare al professore di lettere Federico de Dominicis la sua opinione in merito ad alcuni aspetti della didattica a distanza nel periodo da marzo a maggio.
- Com’è stato approcciarsi per la prima volta all’ambito scolastico in qualità di insegnante in una situazione differente rispetto alla consueta lezione in presenza?
L’approccio come prima esperienza scolastica in qualità di insegnante è risultata strana anche dovuta al fatto che fosse il mio primo approccio alla carica di professore, tuttavia, nonostante le molteplici difficoltà di comunicazione, le lezioni si sono svolte in maniera esauriente
- Crede che la didattica a distanza sia riuscita a sostituire, almeno in parte, la classe in presenza?
Sostengo che la didattica a distanza sia riuscita a garantire una buona parte di ciò che può dare la presenza in aula la quale tuttavia si rivela sempre più emozionante e coinvolgente
- La didattica a distanza secondo la sua opinione ha garantito un apprendimento complessivo sufficiente?
Credo che nonostante i precari mezzi di comunicazione la didattica a distanza sia riuscita a garantire un apprendimento sufficiente nella maggior parte delle discipline penalizzando però le materie che richiedono una valutazione pratica e/o scritta come le lingue antiche quali greco e latino
- Come crede che si siano accostati gli studenti a questo nuovo metodo di insegnamento?
Penso che gli studenti si siano accostati in maniera intelligente e soprattutto diligente comprendendo che la didattica a distanza, in un periodo così complesso, fosse l’unico mezzo di comunicazione ed interazione, affermazione che ci fa dedurre come l’uomo sia capace di adattarsi a qualsiasi situazione